Disegno di legge:
Conversione in legge del decreto-legge 17 maggio 1996, n. 280, recante disposizioni urgenti nel settore sanitario (1081).
(Parere della I, della IV, della V, della X e della XI Commissione)
(Esame e rinvio)
Sui lavori della Commissione.
Giuseppe DEL BARONE (gruppo forza Italia) sollecita l'iscrizione all'ordine del giorno del disegno di legge n. 1376 di conversione del decreto n. 299, recante norme sul personale sanitario. Tale decreto è stato reiterato molte volte ed è importante per l'intera collettività medica.
Marida BOLOGNESI, presidente, ricorda che l'ufficio di presidenza nella seduta di ieri ha deciso di avviare fra i gruppi e con il Governo un confronto sul complesso dei decreti-legge vigenti in materia sanitaria a partire dall'ufficio di presidenza convocato nella giornata odierna. È comunque convinta della necessità di procedere rapidamente all'esame dei disegni di legge di conversione dei decreti.
Vasco GIANNOTTI, relatore, fa presente che il decreto-legge n. 280 affronta solo in parte questioni urgenti. La prima esigenza che tende a soddisfare riguarda il programma straordinario di edilizia sanitaria previsto dalla legge n. 67 del 1988. Per l'accelerazione di tale programma, il precedente Governo aveva adottato il decreto-legge n. 509 del 1995, convertito dalla legge n. 34 del 1996, che tendeva a risolvere sia i problemi delle regioni che non avevano proceduto alla utilizzazione dei fondi stanziati per il primo triennio sia quelli delle regioni che non avevano potuto attingere ai fondi stanziati per il secondo triennio non ancora attivati, non essendo stati ancora impegnati completamente
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i finanziamenti del primo triennio. Il citato decreto n. 509 imponeva alle regioni di predisporre i progetti da presentare al CIPE entro 180 giorni e stabiliva che qualora non fossero stati presentati progetti per l'utilizzo complessivo dell'importo residuo dei finanziamenti stanziati per il primo triennio, questi avrebbero potuto essere utilizzati per finanziare i progetti di immediata cantierabilità o collegati a progetti già avviati, anche se ricadenti nel secondo triennio. Il comma 3 dell'articolo 1 del decreto in esame proroga di due mesi il termine per la presentazione dei progetti. Allo scopo di valutare la congruità di tale proroga chiede al Governo di conoscere lo stato di progetti presentati dalle regioni e le modalità e i criteri ai quali si atterrà il CIPE nell'esame degli stessi.
I commi 1 e 2 dell'articolo 1 riguardano la ristrutturazione della rete ospedaliera, e, in particolare, la disattivazione degli ospedali con meno di 120 posti letto. Dopo aver ricordato gli standard previsti dalla normativa vigente per la ristrutturazione della rete ospedaliera ed i criteri stabiliti dalle leggi n. 724 del 1994 e n. 549 del 1995 per la disattivazione dei piccoli ospedali, fa presente che il decreto in esame aggiunge un'ulteriore ipotesi di riconversione dei medesimi ospedali e la possibilità di procedere ad accorpamenti. A suo avviso la Commissione potrebbe valutare l'opportunità di favorire ulteriormente le giuste esigenze delle regioni, stabilendo che le stesse procedono alla ristrutturazione della rete ospedaliera di propria competenza all'interno degli standard fissati a livello nazionale dalla legge, senza ulteriori vincoli. Si tratta quindi di superare le disposizioni previste dalla legge n. 724 sulla disattivazione dei piccoli ospedali, comprese quelle riguardanti i poteri sostitutivi del Governo e le misure penalizzanti di carattere finanziario nei confronti delle regioni.
Non è invece convinto della necessità e dell'urgenza delle disposizioni previste agli articoli 2 e 3 del decreto. L'articolo 2 consente all'INAIL e all'ISPELS di gestire strutture sanitarie, secondo modalità che sembrano segnare un deciso passo indietro rispetto alle disposizioni della legge n. 833. Il ruolo di questi organismi nell'ambito del SSN potrà essere valutato all'interno di altri provvedimenti, una volta soppresso l'articolo.
L'articolo 3 permette ai medici militari e della Polizia di convenzionarsi con il SSN. Propone alla Commissione di sopprimere l'articolo, riconsiderando la questione unitamente al tema delle incompatibilità.
Marida BOLOGNESI, presidente, esprime apprezzamento per la linea esposta dal relatore volta ad attribuire una sempre maggiore autonomia alle regioni, ferma restando la funzione del Ministero della sanità di assicurare omogeneità ai servizi offerti sul territorio nazionale.
Il sottosegretario Bruno VISERTA ringrazia il relatore che ha esposto una linea largamente condivisa dal Governo, che si propone in generale di alleggerire e razionalizzare il contenuto dei decreti-legge, in un confronto costante con le Commissioni parlamentari.
Con riferimento al decreto in discussione, il Governo condivide la proposta di sopprimere gli articoli 2 e 3 inserendo il contenuto degli stessi, rispettivamente, in un disegno di legge dal contenuto omogeneo e nel decreto-legge n. 299 riguardante il personale sanitario. È d'accordo inoltre con l'obiettivo di potenziare i poteri di programmazione delle regioni anche in relazione alla ristrutturazione della rete ospedaliera.
Roberto CALDEROLI (gruppo lega nord per l'indipendenza della Padania) dopo aver espresso perplessità per i numerosi interventi soppressivi proposti dal relatore, si sofferma sulle disposizioni previste dall'articolo 1. Condivide la proposta di abrogare le disposizioni vigenti sulla disattivazione degli ospedali aventi meno di 120 posti letto, fermi restando gli attuali limiti di bilancio per le regioni. Con riferimento alla proroga prevista dal comma 3 dello stesso articolo 1 per la presentazione dei progetti rientranti nel programma straordinario di edilizia sanitaria,
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ricorda che la Commissione nella discussione del decreto-legge n. 509 aveva più volte sottolineato la necessità che i termini dallo stesso fissati fossero considerati perentori e non prorogabili.
Considera scontata la soppressione degli articoli 2 e 3 che contrastano con il requisito della omogeneità di contenuto. Più in generale il decreto nel suo complesso sembra difettare dei requisiti di necessità e di urgenza richiesti dall'articolo 77 della Costituzione e appare piuttosto rispondente all'esigenza di sponsorizzare l'INAIL e l'ISPELS, secondo una visione centralistica. Giudica corretta l'impostazione del relatore sul problema della incompatibilità, ed invita il Governo a riflettere sulla opportunità di intervenire in materia di personale con lo strumento del decreto-legge. Si chiede, quindi, considerati gli interventi soppressivi proposti, se non sia opportuno non convertire il decreto e procedere con un disegno di legge ordinario anche ad affrontare la questione della disattivazione degli ospedali aventi meno di 120 posti letto.
Edro COLOMBINI (gruppo forza Italia) condivide parzialmente l'intervento del deputato Calderoli. Ritiene che anche la questione riguardante la disattivazione dei piccoli ospedali debba essere analizzata all'interno della questione generale dell'accreditamento delle strutture sanitarie. È necessario stabilire criteri uniformi a livello nazionale che salvaguardino l'utenza e siano basati sulla definizione ottimale del rapporto qualità-prestazione sanitaria erogata, senza riferimento alcuno alla natura pubblica o privata del soggetto erogatore della prestazione. Una volta definiti i criteri uniformi, saranno le regioni a stabilire da chi acquistare il servizio offerto. Solo in questo modo il federalismo sanitario può risultare positivo per i cittadini. Inoltre, in un sistema di risorse limitate la sanità deve potersi finanziare da sola, anche rendendo privati i posti letto eccedenti le dotazioni standard che difficilmente verrebbero disattivati.
Dopo che Vasco GIANNOTTI, relatore, ha fatto rilevare che gli standard nazionali sono comprensivi anche delle camere a pagamento, Edro COLOMBINI, osserva che di fatto il sistema ospedaliero attualmente non prevede questo tipo di camere. Infine auspica che il sistema delle incompatibilità sia definito secondo modalità tali da non favorire l'uscita dei migliori medici dagli ospedali pubblici.
Giacomo BAIAMONTE (gruppo forza Italia) si sofferma sulla possibilità di riconvertire piccoli ospedali in strutture per la lunga degenza. Tale facoltà rischia di trasformare i piccoli ospedali in pensionati per anziani, soprattutto in determinati periodi dell'anno, con conseguenze assolutamente negative sulla spesa sanitaria. In relazione alle esigenze di contenimento della spesa, invita la Commissione e il Governo ad individuare le categorie di cittadini alle quali, in relazione al reddito, è necessario assicurare gratuitamente tutte le prestazioni sanitarie, consentendo ai soggetti con redditi più alti di ricorrere a forme assicurative private. Sul tema delle incompatibilità condivide le osservazioni del deputato Colombini ed invita il Governo ad introdurre contratti a termine e a non occupare persone non valide nelle strutture pubbliche.
Giuseppe LUMIA (gruppo sinistra democratica-l'Ulivo) prende atto delle considerazioni del Governo ed esprime apprezzamento per la relazione del deputato Giannotti. Invita la Commissione a non caricare il decreto-legge di un significato eccessivo, non potendosi procedere attraverso tale strumento a quelle riforme del settore della sanità che pure non sono più eludibili. L'attuale maggioranza di Governo si impegnerà in questo settore allo scopo di potenziare i diritti dei cittadini nel rispetto di un corretto rapporto costi-benefici. Il decreto in esame deve essere modificato in coerenza con questi obiettivi. Con riferimento alle disposizioni previste ai commi 1 e 2 dell'articolo 1, riconfermati i parametri per la ristrutturazione della rete ospedaliera, devono essere soppresse le disposizioni per la disattivazione dei piccoli ospedali che contrastano
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con i principi di autogoverno delle regioni e rischiano di essere contraddittorie con l'obiettivo di allargare il diritto alla salute. Quanto alla proroga del termine previsto al comma 3 dell'articolo 1 giudica necessario individuare forme di stimolo e di supporto alle regioni più lente, anche prevedendo un sistema di pubblicità sull'utilizzo dei fondi. Un'attenzione particolare dovrà essere rivolta alla realizzazione delle strutture per la cura dell'AIDS tenendo conto della evoluzione della terapia ospedaliera applicata per tale malattia verso le cure domiciliari e il day hospital, sulle quali è comunque opportuna una riflessione.
Paolo POLENTA (gruppo popolari e democratici-l'Ulivo) considera la discussione odierna eccessiva rispetto alla portata del decreto. In particolare le questioni poste dagli articoli 2 e 3 dovranno essere dibattute nell'ambito della discussione sui provvedimenti all'interno dei quali saranno trasferite. Consente con la proroga dei termini previsti all'articolo 1, comma 3, per quanto le date possano sembrare di imminente scadenza. È d'accordo con la proposta del relatore riguardante i commi 1 e 2 dell'articolo 1, ritenendo necessario un intervento normativo che riguardi tutte le disposizioni derivanti dall'obbligo di disattivazione dei piccoli ospedali, da effettuare tenendo conto della necessità di salvaguardare le strutture di lunga degenza, prevedendo altresì specifici provvedimenti del Governo per ottenere il rispetto degli standard nazionali stabiliti per la ristrutturazione della rete ospedaliera.
Giuseppe DEL BARONE (gruppo forza Italia), condivide le osservazioni dei deputati Colombini e Baiamonte relative al federalismo sanitario che va attuato tenendo conto delle forti divergenze esistenti fra le regioni sulla spesa sanitaria pro capite. Considera invece contraddittorie talune ipotesi di riconvertire i piccoli ospedali in strutture per la lungodegenza a fini di contenimento della spesa.
Con riferimento al tema della incompatibilità denuncia il comportamento del Governo che nella stipula dell'ultima convenzione con i medici del servizio sanitario nazionale ha ridotto la questione ad una mera postilla, senza preoccuparsi delle implicazioni di tale questione con il problema della disoccupazione dei giovani medici. Assicura infine la sua massima disponibilità su tutte le questioni concernenti l'avvenire dei giovani e la salute dei malati.
Piergiorgio MASSIDDA (gruppo forza Italia) esprime apprezzamento per la relazione del relatore e per la proposta di sopprimere gli articoli 2 e 3 inserendoli in distinti provvedimenti. È inoltre d'accordo con il differimento del termine per la presentazione dei progetti inseriti nel programma straordinario di edilizia sanitaria. Quanto alle disposizioni riguardanti la disattivazione dei piccoli ospedali ricorda come le stesse siano state elaborate anche al fine di agevolare le regioni nel processo di ristrutturazione della propria rete ospedaliera, assicurando alle stesse regioni la possibilità di derogare alle norme sulla disattivazione. In alcune realtà tuttavia tale facoltà di deroga è stata utilizzata a fini elettoralistici e clientelari, sacrificando efficienti strutture convenzionate. Dopo aver espresso dubbi sulla necessità ed urgenza del decreto in esame, ribadisce il suo giudizio favorevole sulla proposta del relatore.
Antonino MANGIACAVALLO (gruppo rinnovamento italiano) condivide largamente la relazione del relatore e prende atto con soddisfazione della disponibilità dimostrata dal Governo, in particolare sulla soppressione degli articoli 2 e 3 il cui contenuto - finalità e ruolo dell'INAIL all'interno del servizio sanitario nazionale e regime dell'incompatibilità - sarà affrontato all'interno di altri provvedimenti. La proroga dei termini previsti all'articolo 1, comma 3, deve essere considerata ultimativa. È favorevole alla proposta del relatore relativa alla disattivazione dei piccoli ospedali che salvaguarda l'autonomia decisionale delle regioni, da esercitare nel rispetto del diritto alla salute dei cittadini.
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Rocco CACCAVARI (gruppo sinistra democratica-l'Ulivo) si riconosce nelle osservazioni del relatore e ricorda come i problemi posti dall'articolo 1 abbiano sempre suscitato un attento dibattito. Il principio della disattivazione degli ospedali con meno di 120 posti deve essere aggiornato anche in relazione alla modifica delle caratteristiche della popolazione che ad essi si rivolge e che appare composta essenzialmente da anziani. È quindi opportuno approfondire i tipi di intervento da realizzare a favore degli anziani, attuando le terapie geriatriche attraverso l'assistenza domiciliare, riducendo così automaticamente le necessità di posti letto. In nessun modo invece la chiusura delle strutture pubbliche può essere funzionale alle esigenze di una medicina privata aggressiva e tuttavia spesso non attrezzata in alcuni settori delicatissimi, come quello della rianimazione. La ristrutturazione della rete ospedaliera deve essere quindi realizzata attraverso criteri non rigidi, fermi restando gli standard nazionali, ma funzionali, a tutela della qualità delle prestazioni erogate. Invita la Commissione a non dibattere i temi del federalismo sanitario assumendo unicamente a parametro la spesa sanitaria pro capite che varia sì da regione a regione, ma in relazione alla qualità dell'assistenza fornita. Ritiene infine che i programmi previsti nell'ambito del programma di edilizia sanitaria debbano essere riesaminati in relazione alla evoluzione delle patologie.
Domenico GRAMAZIO (gruppo alleanza nazionale) ritiene che il decreto avrebbe dovuto essere esaminato successivamente all'audizione del ministro della sanità, chiariti gli indirizzi programmatici che il Governo intende perseguire nel settore. Non è mai stato favorevole alla chiusura dei cosiddetti ospedaletti in relazione ai quali giudica positivo prevedere interventi di accorpamento, ritenendo che le spese possano essere tagliate intervenendo sulle mega strutture sanitarie mai concluse, denunciate dalla Commissione d'inchiesta sulle strutture sanitarie istituita dal Senato nella precedente legislatura, e sulle quali considera opportuno un'indagine amministrativa.
È contrario all'articolo 3 che peggiora la situazione dei giovani medici. Ribadisce infine la necessità di procedere rapidamente all'audizione del ministro della sanità.
Marida BOLOGNESI, presidente, ricorda che la Commissione procederà nella giornata del 26 giugno all'audizione del ministro Bindi.
Alessandro CE' (gruppo lega nord per l'indipendenza della Padania) ritiene come la trasformazione in senso federale dello Stato imponga la soppressione dei vincoli posti alle regioni nella programmazione delle proprie attività, dovendo il Governo centrale limitarsi a fornire poche indicazioni precise.
Nel corso di tale processo di trasformazione bisognerà comunque prevedere situazioni intermedie per quelle regioni che si riveleranno inadeguate nella gestione delle proprie responsabilità e che di questo dovranno rendere conto sia ai cittadini sia al Governo centrale, che sarà poi tenuto, in questa fase transitoria, ad esercitare funzioni di perequazione. È prioritario, all'inizio di tale processo, responsabilizzare le regioni da un punto di vista finanziario.
Al deputato Colombini fa presente che la definizione di criteri da parte del Governo centrale per assicurare parità ai soggetti pubblici e a quelli privati nel settore sanitario appare contraddittoria con l'impostazione federalista. Con riferimento alla proroga dei termini previsti all'articolo 1, comma 3, invita la Commissione e il Governo a fissare in generale termini congrui escludendo la possibilità di proroghe.
È favorevole alla soppressione dell'articolo 2.
Non comprende per quali ragioni, se non indebite pressioni di gruppi di interesse, le disposizioni previste dall'articolo 3 siano state inserite all'interno di un decreto-legge e, comunque, con riferimento
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al tema della incompatibilità, ritiene che esso debba essere valutato nella prospettiva dell'esercizio di una libertà di scelta personale da rendere compatibile con il corretto esercizio della professione.
Nicola CARLESI (gruppo alleanza nazione) invita il relatore a formulare in modo preciso la proposta riguardante la disattivazione dei piccoli ospedali anche in relazione all'esigenza di aumentare le strutture per la riabilitazione e la lunga degenza.
Maria BOLOGNESI, presidente, nessun altro chiedendo di parlare dichiara chiuso l'esame preliminare.
Vasco GIANNOTTI, relatore, intervenendo in sede di replica si dichiara soddisfatto per il dibattito testé concluso che ha anticipato la posizione dei gruppi su questioni che saranno riprese nel futuro ed apprezza la posizione del Governo di disponibilità a modificare il decreto secondo le intenzioni della Commissione. È questo un metodo che, stanti le differenze di ruolo tra maggioranza e opposizione, potrebbe consentire alla Commissione di trovare su problemi importanti una posizione comune, a differenza di quanto è accaduto nella prima fase della XII legislatura, quando la Commissione si è trovata di fronte a provvedimenti blindati, spesso frutto di inesperienza e non di decisioni politiche. Ribadisce la necessità di convertire il decreto-legge allo scopo di consentire lo sblocco di ingenti finanziamenti.
In risposta alle osservazioni del deputato Colombini, fa presente che secondo l'attuale maggioranza nel settore della sanità il pubblico deve garantire livelli di assistenza paritari sul territorio nazionale: all'interno di questo obiettivo è favorevole alla competizione con i soggetti privati e alla instaurazione di un corretto rapporto con il privato sociale.
Le necessità di qualificazione e razionalizzazione della spesa sanitaria impongono di aggredire la spesa ospedaliera, prevedendo ad esempio forme di assistenza domiciliare in collaborazione con il privato sociale e con le famiglie, in particolare per l'assistenza agli anziani. Ritiene infine che la abrogazione delle disposizioni vigenti in materia di disattivazione degli ospedali con meno di 120 posti letto sia coerente con l'impostazione federalista che la maggioranza intende perseguire. Si impegna, in conclusione, a predisporre gli emendamenti.
Marida BOLOGNESI, presidente, ricorda che gli emendamenti ai decreti-legge sono soggetti al particolare vaglio sulla ammissibilità previsti dall'articolo 96-bis, comma 8, del regolamento.
Il sottosegretario Bruno VISERTA prende atto del consenso generale manifestato dai gruppi sulla decisione del Governo di inserire il contenuto dell'articolo 2 in un disegno di legge ordinario, che sarà elaborato tenendo conto delle perplessità avanzate anche dal relatore sul ruolo dell'INAIL, nonché di inserire l'articolo 3 nel decreto-legge n. 299. Ribadisce infine la disponibilità del Governo ad accogliere gli emendamenti che saranno predisposti dal relatore sulla disattivazione dei piccoli ospedali.
Marida BOLOGNESI, presidente, ritiene che il termine per la presentazione degli emendamenti al decreto possa essere fissato alle ore 15 di martedì 25 giugno per consentire la conclusione dell'esame nella seduta di mercoledì 26 giugno. Rinvia quindi il seguito dell'esame a tale seduta. Avverte che alle 14,30 della giornata odierna è convocato il comitato dei nove sul disegno di legge n. 1039.
La seduta termina alle 12,30.