Incontro con il prefetto di Foggia.

PRESIDENTE. Signor prefetto, vorremmo che lei ci chiarisse due aspetti preoccupanti. Dalla documentazione in possesso della Commissione risulta che la provincia di Foggia, per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti, sembra essere in ritardo rispetto alle altre provincie pugliesi. Ci risulta, infatti, che oltre il 50 per cento delle discariche si trova in una situazione abusiva o illegale. Vorremmo capire il motivo dei ritardi.

Ieri, nel corso dell'audizione svoltasi a Bari degli esponenti della regione Puglia, abbiamo cercato di capire i motivi di determinate difficoltà. Abbiamo segnalato la nostra preoccupazione che si determini una parentesi di parecchi mesi fra l'attività programmatoria attribuita con ordinanza al presidente della giunta regionale, come commissario di Governo, e l'azione concreta e immediata necessaria per far fronte ad una situazione che vedrà l'esaurimento delle discariche esistenti. Questo riguarda la Puglia in genere, ma nella provincia di Foggia si parte già in ritardo. Gli esponenti della regione ci hanno anche fatto presente la difficoltà di convincere i comuni a costituire i consorzi e di risolvere negli ambiti previsti dal piano regionale il problema dei rifiuti. In questo quadro, la provincia di Foggia, ripeto, sembra avere maggiori ritardi rispetto alle altre province.

L'altro aspetto, che ci è stato segnalato da una associazione ambientalista, è in parte legato a questa situazione di ritardo e in parte alla vicinanza geografica della provincia di Foggia con la Campania. Mi riferisco alla denuncia relativa a traffici illeciti e a presenze preoccupanti della malavita casertana. Pertanto, sarebbe necessaria una forte attenzione sui vari segmenti del ciclo dei rifiuti, e in particolare sul trasporto; sarebbe inoltre necessario verificare la titolarità degli impianti, cioè chi sono i proprietari degli impianti di discarica o di altro tipo. Il prefetto di Bari ha intenzione di intraprendere un'indagine a tutto campo sull'area barese per definire con precisione chi sono i titolari delle discariche, contattando anche le camere di commercio, con gli smaltitori ed i trasportatori. Non credo che questa situazione riguardi solo la provincia di Bari, anche perché per quanto riguarda la titolarità delle società dei detentrici degli impianti i nomi che ricorrono sono sempre gli stessi, configurando un monopolio di fatto che determina una situazione di poca concorrenza, di parecchio abusivismo, di molti affari illeciti, e quindi uno spazio per la penetrazione della malavita organizzata.

Vorremmo che lei ci riferisse sulla situazione foggiana.

BENEDETTO FUSCO, Prefetto di Foggia. Per la verità la situazione foggiana ritengo non sia paragonabile a quella descritta dal prefetto di Bari, perché, salvo i ritardi nell'attuazione del piano regionale, le forze dell'ordine, che hanno effettuato numerosi accertamenti, non hanno evidenziato la presenza di traffici illeciti o di discariche abusive gestite da persone associate alla malavita organizzata. Dagli accertamenti è risultato che buona parte delle discariche sono condotte dai comuni per il conferimento dei rifiuti solidi urbani; in provincia di Foggia non risultano discariche gestite da privati, salvo il caso di uno stabilimento di trasformazione dei rifiuti, che si trova a Trinitapoli.

La provincia di Foggia è stata suddivisa con legge regionale in cinque ambiti. Nel primo ambito è in funzione la discarica di Vieste, che è stata costruita e collaudata secondo la legge regionale. Vi sono altre discariche comunali in diversi comuni, che hanno funzionato dapprima in base all'articolo 12 del DPR del 1982 e poi in base all'articolo 13 dell'ultimo decreto legislativo. Si è costituito un sub-bacino per staccare un certo numero di comuni, cioè quelli più lontani rispetto al baricentro, che secondo il progetto regionale dovrebbero fare capo a Poggio Imperiale; quindi, oltre a quella di Vieste, vi sono altre iniziative per sopperire alle esigenze esistenti.

Vi è poi l'ambito territoriale di Lucera, dove è in funzione una discarica comunale autorizzata in base all'articolo 12. Buona parte dei comuni della zona del sub-Appennino fanno capo alla discarica di Foggia, che è regolarmente autorizzata. Ad Apricena vi è stato un episodio in cui si è parlato del pericolo di radioattività, ma grazie agli accertamenti condotti dalla USL ogni dubbio è stato fugato, e la presenza di materiale radioattivo è stata esclusa.

Ho detto che a Foggia funziona una discarica autorizzata, dove affluiscono i rifiuti dei comuni del bacino e di altri comuni esterni al bacino stesso.

PRESIDENTE. Quando dice "autorizzata", si riferisce all'articolo 12?

BENEDETTO FUSCO, Prefetto di Foggia. Autorizzata dalla provincia ai sensi della legge regionale, non in base all'articolo 12, perché questo è un rimedio eccezionale. Dicevo che a questa discarica fanno capo anche comuni esterni al bacino, in genere dell'ambito di Lucera. Ha capienza ancora per alcuni mesi, ma il comune ha già posto il problema. Abbiamo tenuto già due riunioni per sollecitare i comuni responsabili. Esiste un progetto approvato e finanziato riguardante il comune di Deliceto, ma vi è stato un ritardo di finanziamento da parte della regione. Il finanziamento è avvenuto con l'ultima legge regionale, e ora si deve procedere all'appalto.

Nello stesso ambito funziona un'altra discarica autorizzata ai sensi di legge e costituita con un finanziamento della legge n. 441 a Panni, cui fanno capo cinque o sei comuni del circondario. Siamo sempre nell'ambito del progetto regionale.

Nell'ultimo ambito vi è il comune di Cerignola, dove la discarica è stata realizzata sempre con i fondi della legge n. 441. E' un progetto per circa 8 miliardi e mezzo: i lavori sono completati e l'avvio dell'impianto avverrà a giorni, visto che i comuni si stanno organizzando per la gestione.

GIUSEPPE SPECCHIA. Per quanto riguarda i comuni autorizzati a gestire discariche prima in base all'articolo 12 del DPR del 1982 e poi in base all'articolo 13 del decreto legislativo del 1997, sono previste soluzioni a breve?

BENEDETTO FUSCO, Prefetto di Foggia. Già abbiamo avuto alcuni incontri, ma mi riprometto di averne altri ambito per ambito, in modo da pungolare gli enti ad affrettare gli adempimenti. Nell'ambito n. 1 i problemi hanno riguardato innanzitutto l'ampiezza dell'ambito stesso. Vi erano comuni posti a 100 chilometri l'uno dall'altro, quindi con oneri di trasporto eccessivi. Dopo la realizzazione della discarica di Vieste, è sorta un'iniziativa per raggruppare i cinque o sei comuni dell'estremo occidente della provincia come Poggio Imperiale, Chieuti e San Paolo Civitate realizzando un sub-bacino. Un'altra discarica sorgerà tra Cagnano e Carpino. E' già stata individuata una cava abbandonata per questo scopo. Ripeto, quindi, che esiste una discarica di Vieste, vi sarà quella di Cagnano e Carpino e sorgerà un'altra discarica che servirà ai comuni di Poggio Imperiale, San Paolo Civitate e agli altri di quell'area.

PRESIDENTE. Sono tutte discariche finanziate dal piano regionale?

BENEDETTO FUSCO, Prefetto di Foggia. In base al piano regionale, ma badate bene che non sono ancora finanziate, perché i finanziamenti regionali sono arrivati con un certo ritardo. Mi riferisco in particolare alla situazione di Deliceto, dove il progetto esecutivo era stato predisposto da un paio d'anni. Ma il finanziamento è arrivato qualche mese fa.

PRESIDENTE. Quella di cui ci sta parlando rientra nell'ambito n. 1. Oltre al progetto, esiste la qualificazione tecnica del sito? Per capirci, si creano problemi per voi?

BENEDETTO FUSCO, Prefetto di Foggia. No, non creano problemi. Ma è stato questo, in parte, il motivo... sia la cattiva ubicazione dell'ambito...

PRESIDENTE. Sì, le dimensioni dell'ambito erano eccessive.

BENEDETTO FUSCO, Prefetto di Foggia. L'ambito così come era stato organizzato era antieconomico.

PRESIDENTE. Ma quelle che ci ha elencato sono discariche progettate, che hanno già il progetto pronto?

BENEDETTO FUSCO, Prefetto di Foggia. Sono in parte progettate e in parte in corso di progettazione, che devono avere il finanziamento regionale. L'assessore provinciale vi potrà fornire i dati precisi, perché la competenza in materia spetta alla provincia. Io cerco di dare una mano alla soluzione dei problemi, nell'interesse generale.

L'ambito n. 2 è quello del comune di Lucera. Lì vi è stato un certo rallentamento. Il comune di Lucera aveva scelto un sito, poi lo voleva cambiare, ma i termini di legge erano scaduti e così la regione ha bocciato il nuovo sito. Si è dovuti così tornare alla vecchia soluzione e di recente è stato affidato l'incarico per la progettazione. Quello, quindi, è un comune in ritardo. Quei comuni erano stati accolti dall'AMICA, cioè l'azienda dei rifiuti foggiana, e quindi si servivano della discarica autorizzata di Foggia. Si prevede che questa discarica si esaurisca nel giro di cinque o sei mesi, e quindi si è posto il problema di come sopperire a questa situazione. I comuni che fanno parte dell'ambito devono continuare a far capo a Foggia e Panni, perché sono due le discariche che servono l'ambito. I comuni legati a Lucera - ma sono piccoli comuni di montagna - esamineranno, laddove è possibile, l'eventualità di applicare l'articolo 13; nei casi in cui non fosse possibile, ho chiesto all'AMICA di ospitarli ancora a Foggia, anche se il trasporto determina un certo onere per i comuni.

Per quanto riguarda Foggia, vi sono due iniziative in corso, entrambe finanziate. Una seconda discarica sarà creata in un sito già prescelto a Piano Breccioso, dove funziona l'attuale discarica. Vi è già il finanziamento ed è in corso la procedura di progettazione. Ho sollecitato il comune ad affrettare gli adempimenti. Lo stesso comune ha in corso un bando di gara per la costruzione di un impianto di termodistruzione del costo di circa 80 miliardi, con finanziamento dei fondi POP. Il comune ha avuto dei ritardi perché vi è stato un ricorso avverso la procedura di appalto della progettazione; la sospensiva è stata respinta dal TAR ed io ho invitato il comune a riprendere gli adempimenti e ad affrettare l'espletamento degli atti di gara.

Poi abbiamo l'ambito di Cerignola. Anche qui buona parte dei comuni faceva capo a Foggia. Ma i lavori per la discarica sono ormai completati ed entrerà presto in funzione: è necessario solo il tempo per il rilascio, da parte della provincia, dell'autorizzazione all'esercizio della discarica. Proprio nella riunione di ieri abbiamo parlato degli atti che il comune di Cerignola, capo consorzio, deve esibire per poter ottenere dalla provincia l'autorizzazione.

Ripeto che ha destato preoccupazione l'impianto di trasformazione dei rifiuti di Trinitapoli, che è stato sequestrato dal NOE; il sequestro è stato confermato dall'autorità giudiziaria. L'altro episodio che ha destato preoccupazione è quello di Apricena: vi è stato un certo clamore sui giornali, ma poi si è accertato, come ho detto poc'anzi, che non c'erano rifiuti radioattivi.

ERMANNO IACOBELLIS. Vorrei notizie sulla situazione del caprolattame dell'Enichem di Manfredonia. Vorrei sapere quali controlli abbia esercitato la prefettura sullo stoccaggio di questi reflui.

Vorrei anche sapere se avete effettuato dei controlli sullo smaltimento dei rifiuti speciali ospedalieri dell'ospedale di San Giovanni Rotondo. Abbiamo notizie che questi rifiuti vengono dispersi nell'ambiente.

PRESIDENTE. Le risulta che la discarica dell'Immobildaunia di tipo 2B, secondo voci circolate insistentemente, sia in collegamento, non proprio trasparente, con situazioni in provincia di Caserta?

BENEDETTO FUSCO, Prefetto di Foggia. L'Immobildaunia in quale comune?

PRESIDENTE. Non so esattamente, potremo chiederlo all'assessore provinciale. So che è in provincia di Foggia. Comunque è una discarica di tipo 2B per rifiuti speciali.

BENEDETTO FUSCO, Prefetto di Foggia. Dovrebbe trovarsi fra Troia e Foggia, ma credo sia una discarica che è stata bloccata.

PRESIDENTE. Lo chiederemo all'assessore.

BENEDETTO FUSCO, Prefetto di Foggia. Sì, dovrebbe avere notizie in merito.

Per quanto riguarda l'Enichem, ricordo che la lavorazione è ferma da quasi dieci anni.

ERMANNO IACOBELLIS. Un po' meno.

BENEDETTO FUSCO, Prefetto di Foggia. Credo dal 1989. Vi sono impianti di sicurezza interni ed esterni. I rifiuti di caprolattame mi risulta siano custoditi secondo la legge. Adesso si pone il problema, che sto seguendo, della bonifica.

ERMANNO IACOBELLIS. I rifiuti sono a Brindisi, a Bari ed anche qui.

BENEDETTO FUSCO, Prefetto di Foggia. Ma quelli sono sali sodici, residui del caprolattame, che sono stivati secondo la legge e per i quali si pone il problema dello smaltimento. In sede di Presidenza del Consiglio si sta affrontando il problema della bonifica del sito. L'Enichem ha proposto al sindacato, nell'ambito di un pacchetto generale per la definizione di tutta la vertenza, la costruzione di un impianto per lo smaltimento dei sali sodici. Ma poiché ricade nell'ambito del pacchetto generale di definizione della vertenza è ancora sub iudice.

ERMANNO IACOBELLIS. E i progetti per gli insediamenti residenziali?

BENEDETTO FUSCO, Prefetto di Foggia. Non ci sono progetti per insediamenti residenziali. Per la reindustrializzazione del sito di Manfredonia dell'Enichem è in corso un'attività della Presidenza del Consiglio. Vi è stata un'iniziativa del Ministero del lavoro di concerto con l'Unione europea per il finanziamento di una sovvenzione globale. La società privata Manfredonia Sviluppo ha già prescelto tredici imprese che dovranno insediarsi nell'ambito del sito dell'Enichem. E' stata poi finanziata, ai sensi della legge n. 488, un'altra serie di industrie che già hanno avuto il finanziamento e si dovranno insediare nel sito. Poi è in corso un contratto d'area, per il quale la Presidenza del Consiglio ed il Ministero del bilancio stanno portando avanti gli adempimenti. I termini per la sottoscrizione del contratto d'area scadranno il 10 febbraio. Martedì prossimo c'è una riunione presso la Presidenza del Consiglio fra tutti gli enti e gli uffici interessati per la messa a punto delle procedure necessarie per la stipula del contratto d'area, che è già finanziato. Quindi, nel sito non si dovranno stabilire insediamenti residenziali, ma iniziative industriali che dovranno riassorbire la manodopera in parte in cassa integrazione e in parte licenziata che faceva capo all'Enichem. Ovviamente, il tutto è portato avanti in un disegno globale di armonizzazione con l'ambiente, perché sono intervenuti tutti i ministeri interessati. Proporrò di far intervenire anche il parco del Gargano, perché mi pare che una parte del sito sia ai margini del parco.

Per quanto riguarda la discarica di materiali inerti che dovrebbe essere localizzata fra Troia e ...

PRESIDENTE. E' quella in località Passo Breccioso.

BENEDETTO FUSCO, Prefetto di Foggia. Ma a Passo Breccioso c'è l'attuale discarica di Foggia. E' la discarica dell'AMICA. Invece, se non vado errato, una discarica di inerti non autorizzata era nel territorio fra Troia e Foggia. Ma a mia conoscenza non risulta funzionante una discarica privata che abbia i contatti di cui ha parlato il presidente. Disporrò ulteriori accertamenti e mi riservo di dare ulteriori notizie. Comunque, l'assessore provinciale dovrebbe avere dati più precisi. Io in materia non ho alcuna competenza particolare e specifica: cerco di seguirla bene per quello che è l'interesse generale.

PRESIDENTE. Nel ringraziarla, le sottopongo due richieste. La prima è che la zona di Apricena e Poggio Imperiale, che è caratterizzata dalla presenza di cave, sia sottoposta alla massima attenzione. Le competenze della prefettura, in questo caso, in materia di vigilanza sono fondamentali. Apprendiamo con soddisfazione che le misure radiometriche non hanno dato esito positivo, ma è noto che in quell'area, sia per la presenza di cave sia per l'eccessiva disinvoltura - per usare un eufemismo - dei proprietari dei terreni su cui si trovano le cave, lo smaltimento dei rifiuti non avviene a norma, nel senso che nelle cave si butta un po' di tutto. Per evitare danni all'ambiente e alla salute dei cittadini, le chiediamo una grande attenzione.

BENEDETTO FUSCO, Prefetto di Foggia. Le posso assicurare, comunque, che il controllo del territorio è massimo e che la situazione è sotto controllo. Ribadirò alle forze dell'ordine questa richiesta.

PRESIDENTE. L'altra richiesta che la Commissione le rivolge è di farci avere un censimento delle discariche aperte ex articolo 12. Come lei ha giustamente ricordato, questo rimedio forse è peggiore del male.

BENEDETTO FUSCO, Prefetto di Foggia. Sì, è un rimedio estremo. Ho chiarito agli amministratori locali che devono fare ricorso a questo rimedio quando vi è la fondata previsione che, nel giro dei sei mesi consentiti dalla legge, è possibile procedere allo smaltimento nelle forme previste dalla legge. Ho raccomandato tutte le cautele necessarie nella scelta del sito, lo svolgimento di indagini geologiche, il compattamento del terreno, in modo che il ricorso all'articolo 12 o all'articolo 13 non crei problemi all'ambiente.

PRESIDENTE. Sì, ci rendiamo conto. Sappiamo che il proliferare di situazione di ricorso all'articolo 12 crea effetti come quelli che abbiamo visto in certe aree della Campania e della Calabria, con una sostanziale incontrollabilità.

La preghiamo di far pervenire alla Commissione in tempi ragionevolmente celeri il censimento di cui le ho parlato. Grazie.

 

Incontro con il dottor Antonio La Ronga, sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Lucera.

PRESIDENTE. Dottor La Ronga, il prefetto di Foggia ci ha fornito una versione non dico più tranquillizzante però meno grave della situazione di questa provincia rispetto alle notizie che avevamo. Vorremmo integrare le informazioni dateci dal prefetto con quelle che ci comunicherà l'assessore provinciale. Ma vorremmo anche sapere se il suo ufficio sia a conoscenza, a parte il caso giudiziario di cui lei è titolare, di notizie più generali sul tipo di illeciti di cui la Commissione si interessa.

ANTONIO LA RONGA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Lucera. Si riferisce al caso giudiziario relativo ai rifiuti radioattivi?

PRESIDENTE. Vorremmo essere informati su tutto ciò di cui lei si occupa in materia di rifiuti.

ANTONIO LA RONGA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Lucera. Il territorio di competenza del mio tribunale è quello di tutta la parte nord della Capitanata, ed in particolare il territorio che confina con il Molise. La nostra competenza territoriale si estende sino a Peschici: tra Peschici e Vieste c'è la linea che divide la competenza territoriale tra gli uffici giudiziari di Lucera e Foggia.

L'anno scorso mi sono occupato di diverse indagini in materia di smaltimento di rifiuti, ed in particolare quelle sulle discariche comunali di Peschici e di Cagnano Varano. Inoltre mi sono occupato delle indagini sui rifiuti radioattivi. L'indagine è nata occasionalmente da accertamenti fatti da organi di polizia giudiziaria non specializzati in materia. Questo ha creato dei problemi, almeno all'inizio. In materia di rifiuti, infatti, l'approccio da parte degli organi di polizia giudiziaria - alludo alla semplice stazione dei carabinieri - è piuttosto superficiale, mancando una conoscenza specifica di una materia così complessa.

In entrambi i casi le indagini hanno avuto buon esito ai fini giudiziari, perché si sono chiuse con l'esercizio dell'azione penale da parte del mio ufficio. Entrambe le discariche sono state sequestrate dal GIP con provvedimenti che poi sono stati tutti confermati dal tribunale per il riesame di Foggia.

Abbiamo notato un approccio semplicistico da parte delle pubbliche amministrazioni al problema. L'esigenza dello smaltimento dei rifiuti riguarda ogni comunità: i rifiuti si debbono smaltire perché sono prodotti da ogni comunità. Tuttavia questa esigenza deve coniugarsi con esigenze altrettanto meritevoli di tutela, quali quella dell'ambiente o della salute pubblica. Mi pare che questo sia lo spirito che informa il decreto Ronchi. Abbiamo invece riscontrato totale noncuranza per queste esigenze, perché le discariche di Peschici e di Cagnano Varano non erano autorizzate dalla regione ma erano state create in base all'articolo 12 del DPR n. 915 del 1982. Per quanto riguarda Peschici, il provvedimento risaliva al 1985, quindi a dodici anni prima; per quanto riguarda Cagnano Varano, il provvedimento era del 1992. In entrambi i casi abbiamo riscontrato totale noncuranza anche per le prescrizioni minime che si dovrebbero comunque osservare.

Ho portato con me alcuni atti del procedimento e delle fotografie che danno pienamente l'idea dello stato di degrado e di abbandono di queste discariche.

PRESIDENTE. Ce li può lasciare?

ANTONIO LA RONGA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Lucera. Certamente. Si tenga conto di un dato molto importante: almeno per quanto riguarda Peschici, stiamo parlando di zone a forte vocazione turistica, dove l'esigenza di tutelare l'ambiente è particolarmente importante. Tanto è vero che il sito ove era ubicata la discarica rientra nel parco del Gargano, che è sottoposto a vincolo paesaggistico.

PRESIDENTE. Questa non è la situazione anche di Cagnano Varano?

ANTONIO LA RONGA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Lucera. No, non è così, perché quella discarica era stata ubicata in una zona non sottoposta a vincolo paesaggistico.

PRESIDENTE. Ma è nel parco...?

ANTONIO LA RONGA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Lucera. Sì, una parte del territorio rientra nel parco del Gargano.

PRESIDENTE. La discarica dove era collocata?

ANTONIO LA RONGA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Lucera. La discarica di Cagnano Varano era collocata - dopo l'intervento dell'autorità giudiziaria il sito è stato bonificato ed è stata aperta un'altra discarica - in località Coppa Sant'Agata, sulla strada comunale Cagnano-San Nicola in Buti.

A seguito dell'intervento della procura di Lucera, le cose sono cambiate. E' il solito discorso della supplenza dell'autorità giudiziaria: molto spesso le pubbliche amministrazioni non operano fino a quando non c'è l'intervento dell'autorità giudiziaria. Questo è un atteggiamento da censurare, perché l'intervento repressivo da parte dell'autorità giudiziaria ha tutti i limiti di questo tipo di interventi, soprattutto per le reazioni da parte degli indagati e delle comunità locali, che giustamente non si possono imbattere in rifiuti solidi urbani per la strada perché non sono stati prelevati. Di qui le lamentele di atteggiamenti persecutori da parte dell'autorità giudiziaria. Ma questo a mio avviso dipende dalla scarsa sensibilità della pubblica amministrazione verso il tema dei rifiuti.

Dicevo che le situazioni sono cambiate sia a Peschici sia a Cagnano Varano. L'amministrazione comunale di Peschici, dopo il sequestro preventivo disposto dall'autorità giudiziaria, ha innanzitutto tentato di resistere al provvedimento, chiedendo revoche e facendo ricorsi al tribunale per il riesame. Quando ha visto che i presupposti per il provvedimento c'erano tutti, ha deciso di chiudere la discarica a Peschici e adesso, se non vado errato, i rifiuti prodotti dalla comunità di Peschici vengono smaltiti nella discarica di Vieste. Lo stesso vale per Cagnano Varano che, dopo l'iter giudiziario, ha chiuso quella discarica e ne ha aperto un'altra, sempre in agro di Cagnano Varano. Questi sono i fatti di cui mi sono occupato, salvo poi approfondimenti per i rifiuti radioattivi.

PRESIDENTE. Ce ne può parlare?

ANTONIO LA RONGA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Lucera. Per quanto riguarda i rifiuti radioattivi, ho ricevuto una notizia di reato da parte della USL Foggia 1 di San Severo, su segnalazione di un gruppo di ispettori che si chiama Novis e si occupa esclusivamente di attività di polizia giudiziaria. La prima notizia la ricevemmo, sempre dalla USL, per un deposito di materiali in agro di Poggio Imperiale: l'ispettore dell'USL ci disse che i rifiuti accumulati in un capannone abbandonato potevano essere di natura radioattiva. Vista la gravità del fatto, assunsi direttamente la conduzione delle indagini ma fin dal primo momento, per la verità, ricevemmo notizie tranquillizzanti: mandai sul posto la Guardia di finanza con i vigili del fuoco di Foggia, che hanno speciali apparecchiature per rilevare la radioattività, e già quel pomeriggio ricevemmo notizie tranquillizzanti, successivamente confermate da analisi effettuate presso l'unità sanitaria locale 7 di Ancona.

PRESIDENTE. Per chiarire, lei ha disposto il prelievo di alcuni materiali e li ha fatti analizzare ad Ancona?

ANTONIO LA RONGA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Lucera. Sì, autorizzai il prelievo di materiali che sono stati successivamente analizzati dalla USL 7 di Ancona. Ho qui la relativa documentazione.

PRESIDENTE. Mi permetta di sottolineare l'opportunità di questa azione, perché l'apparecchiatura standard a disposizione dei vigili del fuoco non ha un potere analitico molto accurato.

ANTONIO LA RONGA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Lucera. In effetti, parlai anche con i responsabili dell'istituto zooprofilattico di Foggia (anch'esso si era occupato dell'esame di questi campioni) e decisi di autorizzare questi prelievi per l'esame da parte della USL di Ancona, che sostanzialmente ha escluso certi pericoli. Leggo, per brevità, le sue conclusioni relative ai campioni, che conterrebbero "solo radionuclidi di origine naturale in concentrazioni inferiori ai valori previsti dal decreto legislativo n. 230 del 1995 e pertanto non soggetti alle disposizioni previste dal suddetto decreto in tema di detenzione, impiego e smaltimento di materie radioattive".

PRESIDENTE. Si trattava di rifiuti ospedalieri?

ANTONIO LA RONGA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Lucera. No, se ben ricordo era materiale di risulta proveniente da costruzioni.

PRESIDENTE. Allora si spiega l'arcano, perché facendo riferimento a radionuclidi di origine naturale si pensa al radion(non ve ne sono tanti altri). Il materiale da costruzione può essere, per esempio, tufaceo.

ANTONIO LA RONGA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Lucera. Ad analoga conclusione siamo giunti per un'altra indagine, sempre in materia di rifiuti radioattivi, rinvenuti in questo caso in agro di San Nicandro garganico e di Lesina. Anche in questo caso abbiamo investito l'ASL Bari 4: si trattava sempre di materiali provenienti da costruzioni e le analisi diedero per fortuna esito favorevole, poiché sostanzialmente non erano materiali radioattivi ma contenevano soltanto radionuclidi naturali nelle quantità caratteristiche dei terreni. Queste indagini hanno sostanzialmente smentito il clima di allarme che si era creato in provincia, clima che a mio avviso ha ingenerato paure e timori poco fondati; prima di diffondere notizie così allarmanti, sarebbe importante fare accertamenti di carattere scientifico, non soltanto basarsi sul sentito dire.

Entrambe le indagini in materia di rifiuti radioattivi, quindi, si sono chiuse con la richiesta di archiviazione da parte del mio ufficio di Lucera. Quanto alle indagini relative alle discariche comunali, se mi è consentito, vorrei trarre delle conclusioni: al riguardo, a mio avviso, è auspicabile una maggiore attenzione della pubblica amministrazione, perché non è possibile creare discariche in luoghi a forte vocazione turistica senza fare prima indagini geologiche, senza tenere conto dell'impatto ambientale...

PRESIDENTE. Mi scusi, diciamo che questo è vero in generale, indipendentemente dalla vocazione turistica, poiché problemi di salute pubblica e di ambiente richiedono comunque la qualificazione tecnica del sito.

ANTONIO LA RONGA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Lucera. Certamente, però in particolare e a maggior ragione nelle nostre zone a vocazione turistica. Le carenze spesso dipendono dalla legislazione che è poco comprensibile, anche da parte degli addetti ai lavori, dei magistrati, degli avvocati, delle forze di polizia giudiziaria. Lo sforzo compiuto con il cosiddetto decreto legislativo Ronchi, il n. 22 del 1997, è apprezzabile, perché quanto meno si dà una definizione del rifiuto, si precisa cosa è rifiuto, e già questo è importante; a mio avviso, però, è auspicabile una maggiore attenzione da parte delle amministrazioni locali.

Non è possibile avere atteggiamenti semplicistici, rispondere invocando lo stato di necessità perché non si possono tenere nelle strade comunali i rifiuti: certo, questa è un'esigenza imprescindibile, che qualsiasi persona di buonsenso comprende, però bisogna fare attenzione perché abbiamo delle esigenze che sono altrettanto meritevoli di considerazione e di tutela, soprattutto quelle ambientali. E' quindi importante uno sforzo da parte delle pubbliche amministrazioni preposte alle attività di smaltimento dei rifiuti, una maggiore attenzione e partecipazione, perché altrimenti si rischia di alterare in modo permanente determinate zone del nostro territorio.

E' anche vero che spesso i comuni hanno legittimato il loro operato facendo ricorso all'articolo 12, perché le regioni non hanno risposto in tempo; tuttavia, per quanto riguarda le indagini giudiziarie, devo dire che la giurisprudenza della Corte di cassazione è molto rigorosa sul punto. Il fatto che la regione non abbia risposto in tempi rapidi, o abbia risposto negativamente all'istanza avanzata dal comune, non scrimina la condotta del sindaco che legittima da sé il proprio operato, magari affittando un terreno senza alcuno studio di carattere geologico o di altro tipo per realizzare una discarica. Questo non è possibile, a mio avviso non si può tollerare.

ERMANNO IACOBELLIS. Vorrei cortesemente avere notizie circa lo smaltimentodi rifiuti ospedalieri provenienti dall'ospedale di San Giovanni Rotondo; al riguardo abbiamo notizie non confortanti.

ANTONIO LA RONGA, Sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Lucera. Sul punto non posso dare risposta, perché il comune di San Giovanni Rotondo fa parte del circondario della procura di Foggia; non ho quindi notizie precise in merito. Peraltro, per quanto in mia conoscenza, al momento non abbiamo procedimenti sullo smaltimento di rifiuti ospedalieri, come procura della Repubblica di Lucera; non so però se i colleghi di Foggia abbiano avviato indagini giudiziarie in tal senso.

PRESIDENTE. La ringrazio per il suo contributo e la invito a consegnarci la documentazione che ritiene possa essere utile ai fini della nostra inchiesta.

 

Incontro con l'assessore all'ambiente della provincia di Foggia.

PRESIDENTE. All'assessore all'ambiente della provincia di Foggia ripetiamo la stessa domanda che abbiamo rivolto al prefetto, il quale però, naturalmente, ha risposto in base a quelle che sono le sue competenze. Anche in base alle osservazioni del magistrato che abbiamo da ultimo ascoltato, ci risulta che nella provincia di Foggia le amministrazioni locali ricorrono molto intensamente all'articolo 12, che non soltanto da questa Commissione (per esempio, anche dal magistrato che abbiamo appena ascoltato) viene considerato come il ricorso ad un'emergenza che deve essere compatibile con il rispetto dell'ambiente e della salute, nonché con le particolari vocazioni dei territori. La sensazione è peraltro che la provincia di Foggia abbia ritardi significativi per quanto riguarda la realizzazione degli impianti da parte degli ambiti comunali individuati dal piano regionale e i subambiti che con buonsenso sono stati definiti (per esempio, rispetto all'ambito 1, che è troppo vasto e pone problemi di economia dei trasporti dei rifiuti).

Vorremmo avere un quadro più puntuale e capire la ragione dei ritardi, che d'altronde ci risultano esservi stati anche da parte della regione nel far fronte alle richieste delle amministrazioni comunali. Vorremmo capire qual è la situazione, anche con riferimento all'aspetto più specifico dell'assessorato provinciale all'ambiente, che ha il potere di fare i controlli e che a tal fine dovrebbe avere a sua disposizione una guardia provinciale (al riguardo, anzi, le chiediamo se avete a disposizione un corpo dedicato).

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. Sapete che la nostra provincia, oltre ad essere abbastanza estesa, non ha il potere di ordinare la realizzazione di una discarica. La regione Puglia ha individuato, attraverso i suoi organi, cinque discariche nella provincia di Foggia e però, una volta individuati i siti, i comuni aspettano i soldi per realizzare le discariche (soldi che per il momento ha avuto soltanto Deliceto, che è sede di una discarica di bacino).

La provincia fa un programma e funge da coordinamento in base alla delega ricevuta dalla regione, ma non ha propri fondi per far realizzare le discariche. Ieri, intorno a questo tavolo vi è stata una riunione con i sindaci che già devono riapplicare l'articolo 12, a causa della carenza di discariche: sulla carta ve ne sono cinque, ma in effetti ce n'è una sola, realizzata a Cerignola, che dovrebbe entrare in funzione tra una decina di giorni (manca il collaudo prima che la provincia dia il permesso alla gestione provvisoria, in base al contratto che il comune ha stipulato con l'impresa che ha realizzato i lavori). Naturalmente, i rifiuti ci sono: un mio amico diceva che tre sono i modi per non avere rifiuti, o non produrli, o incenerirli, oppure gettarli nelle discariche. Nella provincia di Foggia, come tutti produciamo rifiuti, ma non abbiamo discariche; quelle che abbiamo sono insufficienti.

PRESIDENTE. Quali impianti autorizzati di discarica sono in esercizio nella provincia di Foggia?

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. La discarica autorizzata più grossa è quella di Foggia: in base alla legge, abbiamo già fatto una forzatura, poiché la legge prevedeva l'ampliamento del 20 per cento della capienza; siccome molti comuni aspettano che vengano fatte le discariche individuate e non sanno dove andare a scaricare, o adottano il famoso articolo 12 oppure devono trovare una discarica.

Ieri mattina, in questa sede, si è tenuta una riunione con i sindaci, che chiaramente sono preoccupati perché devono riadottare l'articolo 12, mentre noi tentiamo di non farlo fare. Il comune di Foggia, che ha un'azienda speciale, vorrebbe il permesso per ampliare la discarica ancora di più, ma al riguardo non sono d'accordo, perché la legge non lo consente. Questi comuni hanno rifiuti che non sanno dove mettere. Ieri era presente il subcommissario, dottor Ciuffreda, al quale ho rivolto una pressante richiesta affinché questi finanziamenti, che oltre tutto sono stati promessi, vengano dati, in modo che si attivino le iniziative e in sei-sette mesi, con procedure urgenti (bisogna dire ai sindaci di muoversi) si facciano le discariche.

PRESIDENTE. Questi finanziamenti dovrebbero arrivare dalla regione ai comuni su quale base previsionale? Sono finanziamenti a disposizione della regione?

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. Sono fondi POP della regione che servono per fare le discariche; al momento, come accennavo, l'unica discarica finanziata è quella di Deliceto.

PRESIDENTE. Siccome la regione Puglia è in regime commissariale da oltre un anno e mezzo ed i fondi di cui lei sta parlando appartengono ad una gestione ordinaria della regione, vorrei capire la ragione del ritardo nei tempi.

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. A me risulta che il commissario abbia dei fondi proprio per l'emergenza rifiuti.

PRESIDENTE. La situazione, che cercheremo di capire meglio anche leggendo attentamente le ordinanze, è un po' più complessa: sicuramente il commissario di Governo nella persona del presidente della giunta regionale è una figura incaricata del programma a regime per quanto riguarda impianti di discarica e di compostaggio e ieri i rappresentanti della regione ci sottolineavano il particolare impegno che in termini programmatori viene dedicato alla raccolta differenziata, che anzi viene vista come l'elemento che consentirà di ridurre la necessità di discariche e di altri impianti. La linea scelta è fare accordi e convenzioni con i vari enti smaltitori. Questo è il quadro che riguarda il futuro ed infatti la nostra preoccupazione è capire cosa succede nei prossimi mesi. Quello che vorremmo capire è: esistono sicuramente dei fondi regionali di ordinaria amministrazione che sono disponibili per le discariche...

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. Penso di sì, o almeno lo spero.

PRESIDENTE. Lei ha fatto un ragionamento osservando che vi è un ritardo da parte della regione nel finanziare le discariche.

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. Perché la regione contrae i mutui con la Cassa depositi e prestiti, definisce i POP; è la regione che è titolata a farlo, la provincia non può farlo.

GIUSEPPE SPECCHIA. Conoscendo la legislazione della regione pugliese, le cose stanno in maniera molto diversa, nel senso che nessuna regione, nemmeno la Puglia, ha mai finanziato tutti gli impianti e le discariche; in questa situazione di emergenza, il commissario ha avuto dei fondi che parzialmente servono per le discariche. Il commissario, anzi, ha chiesto più volte fondi al Governo, il quale d'altronde ha i suoi problemi.

Il punto è che, nella stragrande maggioranza dei casi, i comuni devono provvedere.

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. E' come il cane che si morde la coda. Sapete che la provincia di Foggia ha 64 comuni: quattro sono grandi (Cerignola, San Severo, Manfredonia e Lucera), una decina sono un po' più piccoli e il resto, una quarantina di comuni, ha 3-5 mila abitanti. I comuni piccoli incontrano grosse difficoltà a mettersi insieme in consorzi (secondo me, questa è l'unica forma possibile) per far sì che si realizzino le discariche di bacino.

La difficoltà grossa è anche reperire i soldi: con i sindaci se ne parlava ieri a questo tavolo, perché vi è chi non vuole neanche mettere i soldi per la progettazione della discarica; al riguardo mi sono permesso di osservare, e qualche sindaco si è anche offeso, che la responsabilità per il problema dei rifiuti è del sindaco, sotto ogni aspetto (della salute pubblica, della prevenzione eccetera). Ho detto che, se si pensa di sedersi ad un tavolo con la regione, la provincia e il prefetto, che risolvono il problema dei rifiuti, ci si sbaglia, poiché il problema si deve risolvere tutti insieme.

Bisogna comunque affrontare il problema della produzione di rifiuti nella provincia di Foggia, nella quale la raccolta differenziata è quasi pari a zero; forse però è l'unica provincia che è riuscita a mettere insieme 64 sindaci per fare un accordo di programma globale. Il programma costa più di 5 miliardi e la provincia mette 1 miliardo 600 milioni: anche il commissario aveva messo 1 miliardo 600 milioni, poiché si presentavano i progetti ed i migliori avrebbero preso una parte dei soldi. Piuttosto che penalizzare i paesi piccoli, ai quali sarebbe stato difficile attivare la raccolta differenziata, sono riuscito a metterli tutti d'accordo e ci siamo consorziati tutti insieme. Ci siamo quindi presi 1 miliardo 600 milioni dalla regione (abbiamo ricevuto l'altro giorno una comunicazione al riguardo), 1 miliardo 600 milioni della provincia e 1 miliardo 600 milioni di cofinanziamento da parte di tutti i comuni (in pratica, si è diviso in tre quote).

Con questo programma generale, riusciamo ad intervenire su tutto il territorio.

PRESIDENTE. Con queste tre tranche da 1 miliardo 600 milioni, per un totale vicino ai 5 miliardi, quali interventi realizzerete?

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. Compreremo cassonetti ed attrezzature per tutti; i problemi grossi si pongono nei paesi del Gargano e del subappennino, per le strade strette, i paesi piccoli. Vogliamo anche comprare dei mezzi, che chiaramente gestiranno i comuni, o il consorzio, in modo che vi sia una sicurezza. Il problema non è tanto la raccolta differenziata, quanto il ritiro, che è difficoltoso, ed il conferimento ai vari consorzio. Attrezzeremo quindi i comuni, che si consorzieranno fra loro per aree omogenee, compreranno un mezzo per il ritiro e per il conferimento della raccolta differenziata. Crediamo che con questo sistema, visto che ci siamo tutti, si potrà giungere ad una riduzione, non dico pari all'indicazione del decreto Ronchi, alla quale speriamo però di arrivare. Può essere un sistema per ridimensionare il problema ma al momento attuale la situazione è in questi termini: una discarica che entra in funzione a Cerignola, la discarica di Foggia, quella di Manfredonia, che funziona e nella quale vanno a scaricare Manfredonia, Mattinata, Monte Sant'Angelo e un altro paesino; oltre a queste, non abbiamo altre discariche autorizzate.

Visto che la vostra è una Commissione qualificata (anche se forse è improprio, dato che siete voi a fare le domande), vi chiedo anzi: poiché molti sindaci potrebbero tornare ad applicare l'articolo 12 e l'AMICA di Foggia, l'azienda municipalizzata che gestisce la discarica, me ne ha chiesto l'ampliamento del 20 per cento, che cosa conviene fare? Il problema è che 12-15 paesi potrebbero riattivare l'articolo 12, oltre tutto su siti che a mio avviso non sono idonei: sapete meglio di me che, anche quando si attiva l'articolo 12, bisogna comunque adottare dei provvedimenti perché non si inquinino le falde e si assicurino delle minime sicurezze per l'ambiente e le persone, per esempio un recinto, lo studio del terreno, l'impermeabilizzazione (cose che non fanno). Chiedo quindi: in deroga (non so come si può fare), conviene dare a questa discarica già esistente il permesso di sopraelevazione di 30-50 centimetri, oppure obbligare questi 12-15 comuni ad adottare l'articolo 12? La legge, infatti, non consente più di autorizzare l'ampliamento di cui ho parlato prima. Ma è un dramma.

GIUSEPPE SPECCHIA. Questa discarica è già stata autorizzata in base alla legge regionale sull'aumento?

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. Sì, io ho autorizzato l'ampliamento del 15 per cento otto mesi fa.

GIUSEPPE SPECCHIA. Quindi ormai siamo al limite.

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. Sì, la legge non lo consente più, però...

PRESIDENTE. La situazione è che neanche la legge regionale consente l'aumento, perché questa possibilità è già stata usata.

ERMANNO IACOBELLIS. A Cerignola è stata realizzata la discarica. Con quali fondi?

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. Fondi regionali. Mi pare per 8 miliardi e mezzo.

ERMANNO IACOBELLIS. Quindi è un comune che è riuscito ad ottenere...

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. Sì, è stato un comune fortunato.

ERMANNO IACOBELLIS. Fortunato oppure il risultato è ascrivibile ad un certo attivismo dell'amministrazione?

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. Sì, anche. Secondo me tutte le amministrazioni che riescono a risolvere...

ERMANNO IACOBELLIS. So che il sindaco è Tatarella...

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. Oltre tutto io sono di Cerignola.

ERMANNO IACOBELLIS. ...che è anche parlamentare europeo. Qual è la chiave che riesce a...?

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. Non lo so, probabilmente si è attivato. Qualunque amministratore che riesce ad ottenere per la sua città qualcosa di utile per la sua popolazione è un amministratore attivo. Non è che io vada a vedere quali sono le chiavi: è un amministratore attivo che è riuscito a far fronte alle necessità della sua città.

ERMANNO IACOBELLIS. Evidentemente sulla base di una progettualità.

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. Sicuramente, è chiaro. Era un sito ubicato che era stato scelto...

PRESIDENTE. Penso che dobbiamo rispondere alla domanda che lei ci pone. Ovviamente, non le possiamo dare una risposta - del resto è la preoccupazione che lei stava esprimendo - che configuri violazioni di legge, nazionale o regionale. Quello che questa Commissione può sicuramente fare è quanto segue. Ieri, a causa di un improrogabile impegno a Roma, il presidente Di Staso non ha potuto partecipare all'incontro con la Commissione, cui hanno partecipato altri esponenti della regione. Però possiamo riproporre sia al presidente della giunta regionale sia al ministro dell'ambiente questa questione, che trova una situazione particolare nell'area foggiana, ma non solo in questa, in Puglia (ci sono anche le situazioni di Brindisi e, per alcuni aspetti, di Bari). Tra l'altro, è una situazione che ha caratteristiche generali in tutto il Mezzogiorno: non è che si sia ricorso all'articolo 12 solo in provincia di Foggia, basti ricordare quanto è accaduto in Campania. Io ho già sollecitato l'attenzione del Presidente del Consiglio e del ministro dell'interno sulla tematica delle bonifiche conseguenti all'uso dissennato del territorio e dell'ambiente. Porremo sicuramente la questione dell'area foggiana - anche se ripeto che riguarda più in generale la regione Puglia, e non soltanto questa - al commissario di Governo e, per quanto riguarda il sud e altre zone del paese in generale, al ministro dell'ambiente.

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. Grazie.

Desidero darvi un'altra informazione. Conoscete la vicenda dell'Enichem di Manfredonia, che tra l'altro riguarda un'area che si vuole reindustrializzare. Dopo la dismissione l'Enichem ha prodotto una relazione, redatta dal professor Cotecchia, sullo stato del terreno. Ma è chiaro che questa è una relazione di parte. Visto che l'area è vasta e che l'Enichem andrà via, mi sono preoccupato di fare insediare, a spese della provincia, una commissione ad hoc che effettui uno studio per conto nostro. Abbiamo chiesto al professor Umberto Colombo di indicarci il nome della persona adatta, ed egli ci ha fatto il nome del professor Luciano Caglioti come persona esperta della materia. Ho provveduto perciò ad inserirlo nella commissione. Così la provincia disporrà di un suo studio da comparare con quello effettuato da loro, in modo da sapere se la situazione è quella descritta da loro o no.

PRESIDENTE. Quali sono le caratteristiche dello studio richiesto dalla provincia? Riguarderà la reindustrializzazione dell'area?

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. No. Quest'area sarà dismessa dall'Enichem, ma sarà usata da altri.

ERMANNO IACOBELLIS. Una bonifica del sito.

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. Nella relazione dell'Enichem la situazione appare decente. Non è che io abbia dei dubbi in proposito, ma è pur sempre una relazione di parte.

PRESIDENTE. Quindi, la provincia fa effettuare uno studio per conoscere lo stato dei luoghi nel momento in cui essi vengono lasciati.

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. Esatto. Lo studio mi pare sia stato fatto a monte e non a valle, e sappiamo che quando si procede in questo modo occorre fare anche lo studio a valle. Trattandosi di un'area importante, di un'area in cui si tornerà a lavorare, vogliamo essere sicuri che sia pronta ad accogliere altre attività, anche per la sicurezza delle persone che vi lavoreranno, visto che lì si sono fatte lavorazioni chimiche per tanti anni.

PRESIDENTE. Certo, la diffidenza secondo me è dovuta. Non riguarda certo l'esperto che ha fatto l'indagine, bensì il fatto che si tratta di un'indagine commissionata da una parte: quindi l'ente locale può e deve dotarsi di una sua valutazione.

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. Certo, è necessario anche rispondere alle preoccupazioni dei sindacati e dare sicurezza a chi viene ad investire.

GIUSEPPE SPECCHIA. Desidero porre una domanda. A proposito dell'innalzamento della discarica di cui ha parlato, ci ha detto che entro qualche mese dovrebbe essere...

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. Sì, fino ad aprile.

GIUSEPPE SPECCHIA. Ma se ho capito bene tra non molto dovrebbe entrare in funzione l'altra discarica. Quale sarebbe allora l'utilità?

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. Glielo spiego subito: è che sabato, cioè domani, l'azienda municipalizzata dirà ai comuni che vanno a conferire rifiuti, in attesa che le discariche ubicate siano pronte, di non venire più a scaricare da lunedì.

GIUSEPPE SPECCHIA. Con la nuova discarica di Foggia non si può far fronte?

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. No, perché è ancora in progettazione. Devono ancora essere preparati i bandi.

PRESIDENTE. Ricapitoliamo: sono in funzione, nella provincia, la discarica di Foggia che non può essere più rialzata...

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. Sì, poi quella di Manfredonia, quella di Vieste e la nuova di Cerignola.

PRESIDENTE. Ma quest'ultima quando entrerà in funzione?

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. Volevano già andare in gestione provvisoria, ma io ho detto loro che senza autorizzazione non possono farlo, almeno fino a quando una commissione di collaudo non ci dirà che è stata fatta a regola d'arte. Ma è questione di giorni. Nella discarica andranno a sversare rifiuti i comuni del circondario di Cerignola: San Ferdinando, Trinitapoli, Stornara, Stornarella...

PRESIDENTE. Visto che lei conferma che è questione di giorni, il suggerimento che si può dare ai comuni è di utilizzare la discarica di Cerignola.

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. No, non li prenderebbe. Chieuti o Troia, tra l'altro, sono esattamente dalla parte opposta. Inoltre caricheremmo di spese Troia, che è nel sub-Appennino, perché Cerignola è a sud di Foggia. Non so se Cerignola, visto che la sua amministrazione è stata così solerte nell'avere i finanziamenti per il suo bacino... Anche perché qui, tra sindaci... Vi pregherei di fare qualche riunione con i sindaci, perché sembra che il rifiuto che produco io non lo vuole quello di fianco, ma quello di fianco lo vorrebbe portare da me. Poi subentrano altri fattori, perché i cittadini di Cerignola o di un altro paese direbbero: perché dobbiamo prenderci i rifiuti altrui? Sapete meglio di me come vanno queste cose.

GIUSEPPE SPECCHIA. Le rivolgo un'altra domanda. Lei sa che fra poco dovremmo recarci a Trinitapoli. Quali sono le autorizzazioni che spettano alla provincia?

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. Le spiego subito. Costoro avevano fatto domanda di produrre compost, nel mese di luglio. Sapete che la legge lo consente. Specifico che dispongo ancora di un comitato tecnico, anche se il decreto Ronchi prevede che se ne possa fare a meno (ma io ho pensato fosse meglio mantenerlo). La richiesta riguardava la produzione di compost da rifiuti urbani e da materiale di risulta di lavorazione industriale agricola (come per esempio gli scarti dei mercati ortofrutticoli). Li abbiamo autorizzati a fare questa lavorazione. Ma questi hanno lavorato cinque o sei giorni e poi abbiamo saputo... Non è che avevamo rilasciato l'autorizzazione a importare rifiuti da Milano o da Genova.

GIUSEPPE SPECCHIA. Certo. Era un'autorizzazione all'esercizio.

PRESIDENTE. L'autorizzazione all'esercizio a quando risale?

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. A fine ottobre. Questi hanno lavorato cinque o sei giorni.

GIUSEPPE SPECCHIA. Ma comunque c'era l'autorizzazione...

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. Sì, a fare quel lavoro sì, perché la legge lo consente: avevano la licenza da parte del comune e tutti i permessi necessari. Appena abbiamo saputo il seguito della vicenda, abbiamo inviato un telegramma.

GIUSEPPE SPECCHIA. Poi c'è stato il provvedimento del commissario per l'emergenza che vietava il trasporto di rifiuti da altre regioni.

PRESIDENTE. Dell'impianto di Trinitapoli è stato fatto un collaudo?

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. No.

PRESIDENTE. A volte ci siamo trovati di fronte ad aziende che attraverso una comunicazione hanno dichiarato di essere in grado di smaltire e di recuperare senza che in realtà avessero gli impianti. Una cosa è possedere un'area di territorio recintata, un'altra è disporre di un impianto che produce compost. La provincia ha disposto una verifica diretta - lei ha parlato di un comitato tecnico - per sapere se l'impianto c'era? Voglio dire che può esserci un capannone senza impianto.

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. Hanno portato tutta la documentazione.

PRESIDENTE. Non mi riferisco al materiale cartaceo.

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. Sul posto non siamo andati.

GIUSEPPE SPECCHIA. Questo è il punto. Mi risulta che poi si è verificato che non avessero tutti gli impianti necessari.

PRESIDENTE. E' vero che è stato disposto il sequestro, però per il futuro le dico che la provincia, che è un ente di controllo, è bene che verifichi ictu oculi l'esistenza e le caratteristiche degli impianti. Questa Commissione ha visto impianti anche di elevato valore finanziario - parliamo di decine di miliardi - assolutamente inidonei a produrre compost. Si sono verificate quelle che possiamo definire truffe colossali. La nostra richiesta, perciò, è che ci sia un controllo della qualità tecnica degli impianti e della coerenza con le specifiche di progetto e le prestazioni che devono essere fornite.

Chi si è accorto che veniva mandata la frazione umida di Milano?

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. Nessuno, lo abbiamo appreso dai giornali.

PRESIDENTE. Allora ritorna il discorso della guardia provinciale.

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. Ho capito benissimo. Noi abbiamo inviato il telegramma il 24 dicembre. Poiché so che questi hanno lavorato cinque o sei giorni, dovrebbero aver cominciato il 18 o il 19, diciamo una settimana prima di Natale. Non è che io voglia difendere il mio funzionario, ma in base alla legge Bassanini questo tipo di autorizzazione non la dà più la giunta, perché rientra nelle competenze dei funzionari; comunque è una persona abbastanza precisa, anzi a volte è un po' lento proprio perché approfondisce la materia. Sotto questo aspetto sono fortunato. Dicevo che il telegramma che il funzionario ha inviato alla ditta risale al 24 dicembre. Calcolando che hanno lavorato cinque o sei giorni, l'attività dovrebbe essere iniziata una settimana prima di Natale. Sicuramente il funzionario avrebbe mandato... Mi risulta che non è andato, o meglio che c'è andato dopo che abbiamo avuto la notizia del trasporto di questi rifiuti. Comunque glielo possiamo chiedere.

PRESIDENTE. Allora chiediamoglielo subito. Prego di far entrare il dottor Nardelli.

(Il dottor Nardelli entra nella sala della riunione).

Dottor Nardelli, vorremmo sapere se, nella sua qualità di tecnico della provincia, ha svolto un sopraluogo sull'impianto di Trinitapoli e se ha riscontrato la conformità dell'impianto stesso all'obiettivo che era stato dichiarato di produrre compost.

FRANCO NARDELLI, Dirigente dell'ufficio ambiente della provincia di Foggia. Io personalmente no. C'è stato il geometra Zocchi, che mi deve ancora riferire, perché è andato di recente. Non ho ancora a disposizione la relazione.

PRESIDENTE. Allora appena l'avrà a disposizione ne invierà copia alla Commissione.

FRANCO NARDELLI, Dirigente dell'ufficio ambiente della provincia di Foggia. Va bene.

PRESIDENTE. Assessore Lapollo, il prefetto Fusco ci ha detto che in località Passo Breccioso si trova la discarica di Foggia. In base a nostre informazioni risulterebbe invece la presenza di una discarica di tipo 2B con un lotto di 50 mila metri cubi. Era gestita dalla società...

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. Dall'Immobildaunia, sì. Io sono assessore da un anno e qualche mese. Quando sono arrivato era bloccata, perché avevano fatto ricorso e il TAR aveva disposto il blocco. Poi, credo quattro mesi fa, il Consiglio di Stato ha dato loro ragione. In base alla legge, perciò, abbiamo dovuto autorizzare il funzionamento di questa discarica, che a detta dei tecnici era stata fatta con tutti i criteri di legge, cioè a regola d'arte. Di fronte a una sentenza non potevamo fare nulla.

Aggiungo che la provincia di Foggia ha ricevuto un'altra proposta di fare una discarica nell'area industriale. Voi sapete che la provincia dà l'autorizzazione quando le carte sono tutte a posto. Chi dà l'ubicazione? Il comune, la commissione edilizia: trattandosi di una zona industriale, inoltre, c'è un organo apposito che deve esprimersi. Una volta che i permessi sono stati dati, la provincia deve soltanto vagliare i progetti e l'esecuzione dei lavori, come l'impermeabilizzazione o la giusta cubatura, ma non può intervenire negando il permesso di operare in quell'area.

PRESIDENTE. No, certo, il problema non riguarda la localizzazione. Conosciamo le competenze della provincia. Il problema è che vorremmo dalla provincia, che ha competenze di controllo, un controllo già effettuato dal punto di vista della qualificazione tecnica e della qualità dell'impianto, che sia attento alla situazione societaria, alla proprietà. Si tratta di informazioni comunque da verificare, ma le vogliamo segnalare che i conferimenti in discarica in passato non sono apparsi particolarmente trasparenti. Questo purtroppo succede molto spesso. Si parla di connessioni con l'area casertana. Segnaliamo all'assessore provinciale questa preoccupazione, anche se è tutta da verificare.

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. Qualche mese fa si era sparsa la voce che le autorità della provincia di Avellino stavano autorizzando la creazione di grosse discariche ai limiti del territorio della nostra provincia. Si tratterebbe di discariche poste a cento metri dall'inizio del nostro territorio, che però magari sono a un chilometro dal primo paese della provincia di Foggia e a 40 chilometri dal primo paese in provincia di Avellino. Sono in sostanza forme di malcostume, o se volete delle furbizie. Poiché avevo saputo che ai camion era stata vietata la circolazione nella zona di Ariano irpino, questi facevano il giro lungo: uscivano dall'autostrada al casello di Cerignola e poi percorrevano le nostre strade di montagna e scaricavano a cento metri dalla fine del nostro territorio. Allora abbiamo avvisato i carabinieri e allertato la guardia provinciale. Sono riusciti ad essere presenti sul posto ventiquattro ore su ventiquattro e a denunciare molte persone. Così questo traffico è finito.

PRESIDENTE. Dopo questo giro tortuoso, dove andavano a sversare esattamente? Sappiamo che ad Ariano irpino c'è una discarica che conosciamo, quella di Difesagrande.

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. Sì, andavano a Difesagrande. Dopo Monteleone di Puglia, che è l'ultimo paese della nostra provincia, il rischio si riduceva a un quarto d'ora di strada.

PRESIDENTE. Ma perché facevano un giro così lungo?

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. Perché il prefetto o il presidente della provincia aveva proibito il transito. Quando sono venuto a conoscenza di questo, i carabinieri e la nostra guardia provinciale hanno elevato contravvenzioni e fatto segnalazioni all'autorità giudiziaria.

Attualmente i vigili della provincia si occupano anche di altre cose come la caccia. Ma è mia intenzione creare un corpo di vigili ambientali, perché le guardie attualmente non conoscono la normativa di settore, e noi dobbiamo avere su strada persone preparate in materia, che, devono elevare contravvenzioni che non possano essere oggetto di ricorso.

PRESIDENTE. L'istituzione di queste guardie ambientali è particolarmente opportuna, perché vi è una serie di settori - non solo quello dei rifiuti - su cui la vigilanza della provincia si può esercitare.

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. La mia proposta è di istituire un corpo con delle zone preassegnate. Un conto è avere un vigile che passa nel sub-Appennino ogni venti giorni, un altro è disporre di una guardia che tiene la situazione costantemente sotto controllo. Dovremmo suddividere la provincia in cinque ambiti, come è stato fatto per le discariche, con quattro persone che vigilano sempre la stessa zona.

PRESIDENTE. Le rivolgiamo infine una domanda sulla situazione dei rifiuti ospedalieri di San Giovanni Rotondo.

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. So che se ne è parlato al TG3 di ieri, perché me lo ha detto il dottor Nardelli. Ciò che mi meraviglia è che il gruppo speleologico in questione è anche sovvenzionato dalla provincia: se avesse dato a noi la notizia, avremmo mandato le guardie, magari facendole appostare per alcuni giorni, e avremmo potuto fermare i colpevoli.

ERMANNO IACOBELLIS. Ma dove finiscono i rifiuti ospedalieri?

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. La legge prevedeva che fossero sterilizzati sul posto e poi trattati come normali rifiuti. Ora invece si prevede che vadano alla termodistruzione.

ERMANNO IACOBELLIS. Sì, ma i rifiuti ospedalieri di San Giovanni Rotondo dove vanno?

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. Loro hanno le ricevute delle ditte a cui li conferiscono. Sapete che vi sono ditte specializzate che dovrebbero dare la ricevuta.

PRESIDENTE. Attese le competenze di controllo della provincia, è importante capire se questi rifiuti ospedalieri sono smaltiti a termini di legge. Occorre che la provincia abbia la certezza sulla loro destinazione finale, al di là del giro di bolla che spesso evidenzia degli illeciti.

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. Intensificheremo i controlli.

PRESIDENTE. Tra l'altro sappiamo che l'ospedale di San Giovanni Rotondo non ha un impianto per la sterilizzazione, e quindi deve per forza pensare ad uno smaltimento esterno.

ANTONIO LAPOLLO, Assessore all'ambiente della provincia di Foggia. Sarà un caso, ma ho ricevuto una richiesta che esaminerò lunedì mattina da parte dell'ospedale di San Giovanni Rotondo: il direttore sanitario ha chiesto di parlarmi. Mi auguro di capirne un po' di più.

PRESIDENTE. La ringraziamo.

Gli incontri terminano alle 13.