Commissione di vigilanza servizi radiotelevisivi
"La Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza sui servizi radiotelevisivi,
preso atto delle proteste che diverse forze politiche e numerosi parlamentari hanno indirizzato alla stessa Commissione riguardo all'informazione politica offerta dalla Rai, accusata di parzialitą;
verificato che i dati dell'Osservatorio di Pavia, che pur vanno interpretati alla luce delle necessitą informative e su archi di tempo adeguati, evidenziano uno squilibrio quantitativo nella rappresentazione delle coalizioni e delle forze che le compongono;
viste le osservazioni del Garante per la radiodiffusione e l'editoria
considerato
che il pluralismo interno costituisce la ragione legittimante del servizio pubblico radiotelevisivo;
che esso si realizza - secondo l'insegnamento della Corte Costituzionale - dando voce, attraverso una informazione completa, obiettiva, imparziale ed equilibrata, al maggior numero possibile di opinioni, tendenze, correnti di pensiero politiche, sociali e culturali presenti nella societą, onde agevolare la partecipazione dei cittadini allo sviluppo sociale e culturale del Paese;
che tali principi costituiscono il contenuto ineliminabile e vincolante della linea politico-editoriale delle testate giornalistiche del servizio pubblico, conseguentemente sottratto all'influenza delle personali opinioni politiche dei soggetti via via investiti della responsabilitą di attuare tale linea;
che il rispetto della completezza e dell'obiettivitą deve risultare evidente anche nelle modalitą della comunicazione radiotelevisiva del servizio pubblico, la quale se da un lato deve risultare non aprioristicamente condizionata dalle opinioni e dai comportamenti dei detentori del potere politico del momento, dall'altro deve rifuggire, nei comportamenti di quanti sono chiamati a collaborare all'informazione giornalistica del servizio pubblico, da atteggiamenti faziosi e di esasperato protagonismo individuale;
che, al pari, i principi sopra ricordati vincolano anche le strutture non giornalistiche della societą concessionaria pubblica, nel senso che la complessiva programmazione di essa, dovendo tendere allo sviluppo sociale e culturale del Paese, deve dare un adeguato spazio, anche nelle ore di maggiore ascolto, alle varie tendenze culturali e artistiche che hanno segnato l'evoluzione della civiltą e, in particolare, lo sviluppo del nostro Paese;
impegna
gli organi dirigenti della Rai - Consiglio di amministrazione e Direttore Generale - a formulare con urgenza una direttiva rigorosa e vincolante sul rispetto del pluralismo politico, culturale e sociale di cui si riserva di verificarne l'attuazione, e ad assumere i conseguenti provvedimenti qualora tali indirizzi venissero violati e
auspica
che chi lavora in Rai, ai diversi livelli di responsabilitą, contribuisca con il proprio impegno a fare del servizio pubblico radiotelevisivo una realtą dalla parte di tutti i cittadini, presenza insostituibile nel panorama comunicativo del Paese".