Letizia MORATTI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Signori Presidenti di Camera e Senato, signore e signori, ho accolto l’invito fatto dalla presidente della Commissione bicamerale ad essere presente in questa giornata perché ritengo che la scuola sia un punto fondamentale per far fronte alle nuove esigenze che il mondo dell’infanzia si trova ad affrontare, esigenze nazionali e internazionali.
La scuola deve sempre di più, credo, essere un luogo di accoglienza, una comunità, un luogo dove non si apprende solamente, ma un luogo dove si impara a crescere, ci si forma. Io credo che vada valorizzato questo ruolo educativo della scuola. Una conferma di questo ruolo educativo della scuola ci è venuto proprio a seguito dell’invito che abbiamo rivolto ai docenti dopo l’11 settembre. Non è stato un invito facile. Ci abbiamo pensato molto prima di invitare i docenti a parlare agli studenti, però abbiamo pensato che era indispensabile per poter aiutare i ragazzi a trasformare le loro paure, a farle emergere, aiutarli a metabolizzarle.
La maggior parte degli insegnanti ha accolto questo invito e abbiamo ricevuto, dopo questo tragico 11 settembre, moltissime segnalazioni da scuole, da famiglie. I bambini disegnavano all’inizio torri che crollavano, aerei che si incendiavano, poi, piano piano, questi disegni si trasformavano in stelle, fiori, animali. C’è nei bambini questa straordinaria capacità di trasformare il male in bene e credo che per questo la scuola debba impegnarsi sempre di più ad essere momento educativo di supporto alle famiglie.
È stato ricordato, da chi mi ha preceduto, quanto la nostra vita, la vita occidentale sia frenetica, convulsa e quanto poco spazio, purtroppo, le famiglie diano ai propri figli. Non c’è nessun giudizio in queste parole. C’è purtroppo una constatazione. Io credo che tutti, noi genitori, dobbiamo tutti imparare ad ascoltare di più i bambini, i ragazzi; ascoltare le loro parole anche quando non riescono a pronunciarle, ascoltare i loro silenzi.
Quanti bambini sono lasciati soli, non parlo di paesi disagiati, ma del nostro paese, davanti alla televisione e davanti al computer, questa solitudine non può che portare a una mancanza di capacità di relazionarsi con sé stessi e con gli altri. Questa mancanza di punti di riferimento è una mancanza grave che incide profondamente sulla personalità dei ragazzi. Io credo che poi, certe forme di disagio più profondo, di emarginazione, certe fughe, purtroppo anche verso le droghe, diventano sempre più naturali conseguenze rispetto a una solitudine che i bambini e i ragazzi vivono.
Ecco perché credo che la scuola sia veramente sempre più indispensabile come supporto alle famiglie. Non voglio parlare solo del nostro paese perché, in questa vigilia della Giornata mondiale dell’infanzia e dell’adolescenza, è chiaro che non si può non fare riferimento ai gravi disagi, alle forme estreme di disagio che vivono bambini di altri paesi.
Io cito soltanto un dato sulla scuola: 100 milioni di bambini nel mondo non hanno un primo giorno di scuola, non vanno a scuola e, allora, la nostra speranza e il nostro impegno è quello di far sì che questa consapevolezza dei problemi che ci sono nel mondo diventi una consapevolezza che sfocia in solidarietà. Cercheremo, siamo già impegnati con il Ministro delle politiche sociali, con il Ministro della salute, siamo impegnati come Governo, ma riteniamo fondamentale anche il rapporto con il Parlamento, con la Commissione bicamerale, a far sì che queste parole non siano parole vuote, ma che ci sia un impegno concreto all’interno del nostro paese perché le scuole possano diventare dei punti di riferimento per la prevenzione del disagio. Questo è un progetto sul quale stiamo già lavorando con altri ministeri, perché da questa consapevolezza della grave mancanza di opportunità di conoscenza che esiste purtroppo, nei paesi più poveri, nasca una nuova solidarietà, una solidarietà che dall’Italia e dagli altri paesi che sono più fortunati possa far sì che, come ricordava il Presidente Pera, si possano costruire le basi di una civiltà che poi possa produrre concreti risultati.
Anch’io penso che non siano solamente le carte o le norme a produrre risultati concreti. Penso che ci debba essere un lavoro preparatorio profondo, un lavoro che credo debba basarsi come punto centrale e fondamentale, proprio sulla conoscenza. Io personalmente credo, ed è proprio anche una convinzione del Governo, che l’investimento sul capitale umano è l’investimento che noi possiamo fare per il nostro paese e per la pace, non solo nel nostro paese ma nel mondo.
Sono convinta che partiamo da solide basi, partiamo sicuramente, per quanto riguarda la scuola da una base di insegnanti capaci, competenti, appassionati, motivati. Stiamo cercando e cercheremo sempre più di valorizzare il loro ruolo professionale, il loro impegno, aiutandoli anche ad un aggiornamento nuovo rispetto a queste nuove esigenze; per contro, non tollereremo episodi che purtroppo, anche se marginali, si sono verificati anche all’interno delle scuole, e credo che questo vada detto senza ipocrisia, perché non possiamo parlare di disagio e di problemi dei nostri ragazzi senza stigmatizzare, pur se casi marginali, quanto di negativo esiste. Noi abbiamo già iniziato una operazione di moralizzazione in questo senso perché non riteniamo di poter accettare episodi gravissimi, che si sono verificati, all’interno anche delle scuole, di pedofilia o di spaccio di droga. Mi dispiace, ma credo che vada detto senza ipocrisia.
Credo che rispetto a questo possiamo partire su una base larga e solida di una grande professionalità, di una enorme dedizione della stragrande maggioranza dei docenti. È una base che si è costruita nel tempo, è una base fatta di una solida e spessa cultura che è cultura del nostro paese, fatta dalle nostre tradizioni, dalla nostra storia, dalla nostra vocazione europea, nella costruzione di questa casa comune d’Europa nella quale l’Europa è forte delle proprie differenze, forte della ricchezza delle proprie diversità, quindi una base solida dalla quale partire.
Ho dato il mio impegno personale, a nome del Governo, alla presidente della Commissione bicamerale, che il Governo lavorerà con il Parlamento per iniziative concrete a sostegno dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.