Commissione parlamentare per l'infanzia
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Approvazione del Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in eta' evolutiva per il biennio 2000/2001.
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visto l'art. 1 della legge 12 gennaio 1991, n. 13;
Visto l'art. 2, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400;
Visto il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303;
Vista la legge 23 dicembre 1997, n. 451, recante istituzione della Commissione parlamentare per l'infanzia e dell'Osservatorio nazionale per l'infanzia, ed in particolare l'art. 2 della legge medesima, che prevede l'adozione del Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in eta' evolutiva;
Visto il Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in eta' evolutiva 2000-2001, predisposto dall'Osservatorio nazionale per l'infanzia;
Acquisito il parere della Commissione parlamentare per l'infanzia espresso nella seduta del 20 marzo 2000;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri adottata nella riunione del 2 giugno 2000;
Sulla proposta del Ministro per la solidarieta' sociale;
Decreta:
Art. 1.
E' approvato il Piano nazionale di
azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo
sviluppo dei soggetti in eta' evolutiva 2000-2001, parte integrante del presente
decreto.
Il presente decreto, previa registrazione da parte della Corte dei conti,
sara' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Dato a Roma, addi' 13 giugno 2000
CIAMPI
Amato, Presidente del Consiglio dei
Ministri
Turco, Ministro per la solidarieta'
sociale
Registrato alla Corte dei conti il 5 luglio 2000
Registro n. 2 Presidenza, foglio n. 344
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI
MINISTRI
Dipartimento per gli affari sociali
Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza
PIANO NAZIONALE DI AZIONE E DI
INTERVENTI PER LA TUTELA DEI DIRITTI E LO SVILUPPO DEI
SOGGETTI IN ETA' EVOLUTIVA 2000-2001 (Legge n. 451/1997).
Parte prima.
1. Con questo Piano d'azione il Governo intende onorare un impegno
nei confronti delle nuove generazioni, in base ad un principio di valore
etico prima ancora che giuridico: quello della responsabilità, del rispetto e della
considerazione nei confronti dei concittadini più giovani.
Oggi una legge, la n. 451 del 1997, assegna al Governo il
compito di predisporre ogni due anni un programma di interventi a favore
dell'infanzia e dell'adolescenza.
E' questo un fatto di straordinaria portata civile e culturale.
Mai finora si era arrivati a questo
livello di impegno istituzionale. Si tratta di un impegno
serio e complesso. Chi volesse, infatti, oggi ridurre i temi dell'infanzia
ad alcune, poche questioni di facile richiamo compirebbe la più grave e sciocca delle
possibili e, purtroppo, frequenti banalizzazioni della politica. In realtà, infatti,
il numero e la delicatezza dei problemi che vanno affrontati - affinché abbia senso
la stessa nozione di politica per l'infanzia e l'adolescenza - é imponente e
corrispondente né più né meno al ventaglio dei temi che molto più di
frequente vengono considerati di competenza dei governi nazionali.
Non si diventa grandi per caso o all'improvviso: si potrebbe dire
che ciascun cittadino è adulto nella misura in cui gli è stato possibile
essere bambino.
In realtà nonostante l'assoluta semplicità ed evidenza di
questo principio, per moltissimo tempo, l'Italia è stato un Paese
disattento nei confronti dell'infanzia e dell'adolescenza divenendo sicuramente
un più povero e meno capace di altri Paesi occidentali di rinnovarsi ed evolvere.
Nei continui ed odierni cambiamenti, che portano il nostro Paese
a modernizzarsi ed a moltiplicare le opportunità di crescita e di
sviluppo, è molto difficile essere bambini ed adolescenti e, senza retorica, è
diventato anche molto problematico essere genitori, padri e madri.
Anche per questo, ma non solo, i giovani cittadini debbono ricevere
un'attenzione speciale da parte di tutta la società italiana ed
innanzi tutto da parte delle sue istituzioni.
Questo piano d'azione non è il primo strumento di lavoro adottato
a favore dei bambini e degli adolescenti del nostro Paese. Il Governo
Prodi aveva predisposto un primo Piano d'azione già nel 1996. Già
allora, infatti, c'era la convinzione che per realizzare buone cose occorresse
avere un programma chiaro e definito in grado di impegnare il Governo in prima persona e
nella sua collegialità', consentendogli di dialogare con il Parlamento in modo
positivo e costruttivo e di sostenere e promuovere le politiche delle
regioni e dei comuni. Un Piano d'azione capace di interpretare anche le indicazioni
preziose delle numerose associazioni di volontariato, del
mondo della cooperazione sociale delle categorie professionali e
di molti semplici cittadini.
Grazie a quel primo Piano d'azione, dal 1996 ad
oggi è stato compiuto molto lavoro per migliorare concretamente le condizioni di
vita e di sviluppo delle nuove generazioni. Sono stati investiti
complessivamente quasi diecimila miliardi di lire a copertura di
leggi innovative per le famiglie, che l'Italia non aveva mai avuto in questo settore.
Oggi, attraverso una nuova legge sull'adozione internazionale, si
è reso il sistema più snello, trasparente e meno oneroso per i
bambini e per le famiglie che adottano.
Si è avviata la
sperimentazione di strumenti inediti per combattere
la povertà ed il disagio come l'istituto del "reddito minimo di
inserimento".
Grazie all'iniziativa del Governo e alla sensibilità di
tutto il Parlamento sono incorso di approvazione una nuova legge sugli asili nido e,
l'ormai indispensabile, riforma dei servizi sociali.
Con le ultime due leggi finanziarie si è voluto
sostenere la maternità, riconoscendone il valore ed il costo,
attraverso l'istituzione dei relativi assegni.
Con la recente nuova legge sull'immigrazione, che
contiene strumenti e principi di valore fondamentale per un Paese occidentale
moderno, si è attuata una più attenta e rispettosa tutela della personalità
dei bambini stranieri e dei loro diritti.
Si sono realizzati nuovi strumenti scientifici di
lettura e di studio globali della realtà dell'infanzia e dell'adolescenza: basti
ricordare i due Rapporti nazionali del 1996 e del 1997, il Manuale di orientamento alla
progettazione sulla legge n. 285/1997 e la collana di quaderni
"Pianeta Infanzia" realizzati dal Centro nazionale di documentazione ed
analisi.
Si è così fornita, tra l'altro, la base per una conoscenza
quantitativa e statistica della condizione dei bambini e delle
bambine in Italia, che ha costituito un
fondamentale punto di riferimento per l'elaborazione di questo Piano d'azione e
delle sue strategie d'intervento.
Una scuola rinnovata è stata finalmente
improntata a principi capaci, nei prossimi anni, di rendere non solo più
partecipata e democratica la vita scolastica, ma anche più efficiente e funzionale
l'intero sistema.
Si è migliorata la tutela della salute di chi è più
piccolo e delle fasce sociali più deboli; si sono rafforzati i servizi per la
maternità e la paternità.
Il Governo ha inoltre presentato un disegno di legge inteso a
promuovere il protagonismo e la cittadinanza dei giovani.
E' altresì da sottolineare che anche l'amministrazione pubblica ha
avviato un profondo e complesso percorso di rinnovamento e comincia ad assumere
una diversa consapevolezza dell'importanza che le politiche
sociali rivestono in un Paese moderno orientato non solo allo sviluppo e alla ricchezza,
ma anche a realizzare condizioni di equità sociale e di pari opportunità.
Non è senza significato che dopo tanti anni, in cui non si
era attuato nel nostro Paese alcun significativo investimento a favore delle
famiglie e delle nuove generazioni, l'Italia si sia messa in
movimento orientandosi con decisione verso la realizzazione di un nuovo welfare
più giusto ed efficiente.
La legge n.285/1997 è stata uno dei grandi motori di
questo processo stimolando gli enti locali a dar vita ad interventi
non "emergenziali", diretti non solo a riparare le
situazioni di particolare disagio dei minori, ma anche a
promuovere adeguat processi di costruzione dell'identità
per tutti i bambini e le bambine. Ciò attraverso concreti servizi e
strumenti in grado di favorire migliori relazioni familiari, spazi e opportunità
per il gioco e la partecipazione, un ambiente urbano di vita più adeguato alle esigenze
di chi cresce.
Accanto a questi obiettivi, previsti nel Piano d'azione del 1996 e
che sono stati realizzati, ce ne sono altri in via di realizzazione
che conservano oggi inalterata la loro validità. In particolare è
opportuno proseguire gli sforzi per attuare nel modo più compiuto i
diritti dei minori disabili, di quelli ospedalizzati o affetti da malattie
croniche, di quelli sieropositivi, di quelli con problemi di dipendenza, di quelli
istituzionalizzati ed in difficoltà familiari o precocemente implicati in attività
devianti e antisociali.
Non possiamo però nascondere che esistono alcune difficoltà in
questo processo di cambiamento. Difficoltà in certa misura
fisiologiche, ma sulle quali il Governo, d'intesa con le regioni ed i comuni, lavora,
e continuerà a farlo, per raggiungere gli obiettivi prefissati.
In
particolare, sono ancora oggi troppe le disuguaglianze tra
bambini e bambine, tra ragazzi e ragazze: secondo il genere sessuale,
le condizioni economiche e sociali delle famiglie, la qualità
dell'ambiente di vita, le disponibilità di opportunità per lo
sviluppo e la crescita culturale e civile.
Nonostante queste difficoltà reali, è certamente in
corso un processo di cambiamento che, soprattutto nel Mezzogiorno, può già
considerarsi un successo straordinario. Basti pensare alla fioritura
di progetti e di azioni che derivano dalla sola legge n. 285/1997
che, per la prima volta nella storia del nostro Paese, ha investito finora circa
1.200 miliardi in servizi all'infanzia, all'adolescenza e per i genitori.
Questo sforzo va proseguito e sostenuto. Per questo
il Governo s'impegna ad un'azione di costante monitoraggio e
valutazione sull'applicazione delle leggi e sull'uso delle risorse.
Inoltre va proseguito lo sforzo di
promozione di un diverso atteggiamento culturale di tutto
il Paese rispetto ai problemi sociali ed in particolare ai diritti
dell'infanzia.
E' essenziale, infatti, avere "nella testa e nel cuore" una
nazione rispettosa delle differenze regionali e locali, aperta
alla dimensione europea, ma anche unita culturalmente e socialmente dove
ciascuno, soprattutto se più piccolo, abbia pari opportunità di crescita
e di sviluppo.
Questa nuova strategia politica del Governo di promozione e tutela
della condizione minorile non poteva essere impostata, né i relativi traguardi
potevano essere raggiunti, senza l'azione concertata degli altri soggetti
istituzionali e della società civile: del Parlamento che ha discusso ed
approvato leggi importanti, non mancando mai di esercitare la sua funzione
di indirizzo e di stimolo nei confronti del Governo; delle regioni e dei
comuni d'Italia che hanno dato un enorme contributo in termini applicativi ed
ideativi alle politiche per l'infanzia sia in sede locale che
nazionale; della societa' civile che ha mobilitato risorse assai significative nel
sostegno dei cittadini di minore eta'.
Inoltre si deve registrare un'accresciuta e più
diffusa sensibilità tra i cittadini e le famiglie sui temi dell'infanzia divenuti
finalmente, centrali dopo che per troppo tempo erano rimasti marginali nel costume e nella
cultura italiani.
2. In questo processo di cambiamento,
l'impegno dell'attuale Piano d'azione pone una particolare attenzione su alcuni temi
emergenti pur mantenendosi inalterato l'impegno del Governo e degli enti locali su
tutti i settori coinvolti nei temi di tutela e promozione dei diritti del cittadino di
eta' minore.
Innanzi tutto, l'Italia è sempre più
convinta del valore universale dei principi e dei diritti del
fanciullo sanciti dalla Convenzione di New York del 1989.
Principi e diritti che non possono essere ristretti ai
soli cittadini del nostro Paese, ma anche a quanti giungono da
altre nazioni oppure nascono da genitori che provengono da Paesi lontani e molto più
poveri del nostro.
Ma non solo. L'Italia è anche un Paese i cui
cittadini hanno riconosciuto la povertà e le difficoltà insopportabili di
tanti bambini e bambine, che vivono in Paesi vicini e lontani, e hanno
cercato di alleviarle intervenendo con atti di toccante generosità.
Pertanto il Governo si sente impegnato sempre di più
sia a sostenere iniziative a favore dei bambini che nel mondo si trovano in condizione di
povertà, sia a realizzare una migliore integrazione di coloro che vivono tra noi: non
piu' stranieri, ma nuovi, per quanto piccoli, cittadini di un Paese attento e solidale al
mondo ed ai suoi figli.
In secondo luogo sarebbe un tragico errore limitarsi a ritenere che
i problemi e le difficoltà dell'infanzia e
dell'adolescenza si risolvano tutti e solo attraverso misure di
protezione, tutela ed assistenza. Occorre confrontarsi in positivo sulle
esigenze di chi cresce e sui cambiamenti che la crescita chiede a tutta la società.
In particolare non sarebbe onesto non riconoscere che c'è stato un
vuoto di attenzione nei confronti del mondo degli adolescenti, dei
loro problemi, delle loro istanze di riconoscimento, delle
loro esigenze di partecipazione e di contributo alla
crescita della società. Troppo frequentemente il mondo degli adulti
ha delegato all'istituzione scolastica l'educazione e la
formazione degli adolescenti, senza essere in grado
di offrire altri spazi ed opportunità di esercizio della cittadinanza. Altre
volte, al contrario, essi sono dissuasi dall'andare a
scuola e costretti a lavorare.
La maggior parte di loro è di fatto costretta a vivere
una fase interlocutoria, di attesa lunghissima di una maturità che gli adulti di
frequente non vogliono riconoscere.
Il Governo intende contribuire a modificare questo stato di
cose: non per lanciare il solito allarme sui rischi ed i pericoli per gli
adolescenti e sui loro comportamenti, quanto piuttosto per
riconoscere concretamente il loro diritto di cittadinanza e
riaffermare quanto sia preziosa, per tutta la società, la loro
crescita e la loro formazione. Si vuole inoltre
concorrere a facilitare il dialogo tra adulti e
adolescenti spesso così difficile.
E' ancora da rilevare che è fondamentale, per un armonico sviluppo
della personalità in formazione, la realizzazione di un ambiente di vita
rispettoso delle esigenze di crescita del cittadino minore. E'
necessario effettuare una svolta di fondo rispetto alla qualità
dell'organizzazione delle nostre città.
Per combattere il degrado urbano e
sociale, l'illegalità, l'incuria e l'abbandono, occorre decisione, efficienza
e competenza. E' però anche evidente che, per tentare di
sconfiggere in modo radicale e definitivo questi mali, occorre far si' che i
cittadini e le cittadine possano riappropriarsi in
condizioni di sicurezza e liberta' del loro diritto/dovere di cittadinanza rispetto a
ciò che è patrimonio di tutti.
Migliorare le città vuol dire anche
migliorare i servizi, potenziarli, renderli più moderni ed
efficaci, capaci d'ascolto e valutazione per rispondere davvero alle esigenze delle
famiglie, dei bambini, delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze.
Migliorare le città è pensare alla musica e agli spazi che sono loro
necessari, allo sport, alla valorizzazione del nostro patrimonio artistico che
è la vera dote delle nuove generazioni di italiani e italiane. Spazi ed occasioni in cui
dar vita ad un concreto patto civico tra il mondo degli adulti
e delle nuove generazioni, in cui sperimentare
responsabilità, partecipazione ed anche forme di autogestione dei
cittadini piu' giovani.
Tuttavia il cambiamento dei luoghi di vita
esige azioni forti ed incisive ed un coinvolgimento molto più
ampio del mondo delle imprese, delle professioni, delle
organizzazioni dei cittadini ed indirizzi chiari per gli amministratori delle città.
Particolare attenzione va rivolta al tema della
formazione delle nuove generazioni. Il che implica
innanzi tutto dare una grande rilevanza al tema della riforma della scuola per
le conseguenze e le implicazioni decisive che, per il presente ed il
futuro del nostro Paese, essa può avere. Si tratta di una catena
di avvenimenti di tale complessità e delicatezza che sarebbe
riduttivo considerare esaurita all'atto dell'emanazione
delle disposizioni di legge relative.
Il Governo si impegna a dare pieno sostegno ai
protagonisti della riforma scolastica: agli studenti non meno che agli insegnanti ed
ai dirigenti scolastici.
Significa pero' anche sviluppare una rilevante
attenzione a tutto il tema della formazione extrascolastica, che puo' essere
affrontato dando spazio alle iniziative degli studenti
stessi (vedi Statuto degli studenti e delle studentesse) degli enti locali e
del privato sociale. La formazione extrascolastica deve, inoltre,
sfruttare le enormi opportunita' offerte dai nuovi mezzi di comunicazione per
la crescita globale delle nuove generazioni. Questa e' la ragione per la quale
il Governo non intende far leva su un inutile
argomento oscurantista secondo il quale l'uso della
televisione o degli strumenti multimediali e' in se' foriero di pericoli: sarebbe come se
all'avvento della carta stampata qualcuno avesse detto che i libri
facevano male ai bambini. Al contrario, deve rilevarsi l'importanza ed il
valore di questi strumenti della vita quotidiana delle famiglie italiane, a
cui tuttavia occorre garantire livelli qualitativi e di rispetto sempre
piu' elevati. Il Governo sa di poter contare su
professionisti disposti a capire e condividere questi
obiettivi, reclamati da tutti i cittadini e le cittadine di buon senso non solo in
Italia, ma in tutto il mondo.
Fenomeni quali la pedofilia, le
violenze ed i maltrattamenti a danno di bambini e bambine destano grande
preoccupazione in tutti. Tuttavia occorre cominciare a discriminare i fenomeni ed
organizzare risposte differenziate ed efficaci,
tanto sul versante della prevenzione quanto su quello della
repressione dell'illegalita'. Ci si trova tra l'altro in
presenza di situazioni molto diverse tra loro: da un lato la miseria di alcune
situazioni di sottosviluppo e degrado di cittadini italiani
che colpiscono duramente - e quasi sempre all'interno delle
mura domestiche - chi e' piu' piccolo ed indifeso; dall'altro ci
si trova in presenza di vere e proprie organizzazioni
criminali che sfruttano con ferocia e determinazione la condizione dei minori
stranieri.
La complessita' delle situazioni richiede strategie
diversificate che, con i nuovi strumenti legislativi a disposizione, si e' in grado
di attivare. Non e' il caso di creare inutili e
controproducenti allarmismi, perche' questo atteggiamento crea piu' danni ai
bambini di quanti non ne risolva; occorre invece
aumentare la corretta informazione, rafforzare
la rete dei servizi, migliorare la competenza
delle varie figure professionali a partire da quelle piu' a diretto contatto con
l'infanzia e l'adolescenza.
Grande attenzione deve suscitare
infine il tema del lavoro dei bambini e delle bambine
in Italia e nel mondo, che deve essere oggetto di un'azione
diversificata ed ampia in grado di contrastare ogni forma di
sfruttamento. L'Italia, poi, vuole continuare con determinazione
e coerenza il suo impegno affinche' venga affrontato in tutte le
sedi il fenomeno del lavoro in condizioni disumane di bambini e bambine in Paesi
anche molto lontani dal nostro.
3. Quello che si propone ora con questo nuovo
Piano d'azione - che significativamente connota con un particolare
impegno a favore dei piu' piccoli l'inizio di questo nuovo millennio -
e' di realizzare una serie di cose molto concrete.
Tuttavia e' bene sottolineare l'esigenza
di consapevolezza ed informazione nei cittadini e nelle
cittadine italiani. Per queste ragioni questo Piano d'azione si rivolge
direttamente alle donne e agli uomini, alle famiglie, ai
ragazzi e alle ragazze. L'Italia, infatti, e' un Paese con leggi
all'avanguardia che sono espressione di una realta' che e'
tutt'altro che arretrata socialmente e culturalmente.
Ma e' anche un Paese difficile da far progredire
omogeneamente. Per farlo e' necessario che i genitori, gli educatori e le
educatrici, gli insegnanti e le insegnanti e tutti gli adulti in genere -
indipendentemente dalla loro collocazione professionale rispetto
all'infanzia e all'adolescenza - sappiano e condividano
quali sono i diritti, le opportunita' e certamente anche i doveri,
che sono propri di chi e' piu' giovane. L'Italia, inoltre,
e' un Paese ricco di volontariato e di mille esperienze di mutualita' ed e' per
questo che ci sono tutte le condizioni perche' questo Piano
d'azione abbia proprio nei cittadini e nelle cittadine il primo e
piu' importante sostegno.
Ma ancora di piu' questo Piano d'azione si
rivolge direttamente alle nuove generazioni esplicitando in forma chiara
quali sono gli obiettivi su cui le istituzioni intendono lavorare. E'
auspicabile, quindi, che il Piano d'azione abbia la massima diffusione su tutto il
territorio e che sia in grado di "parlare" direttamente alle
nuove generazioni. E' inoltre auspicabile che esso promuova analoghi piani d'azione
regionali e che su una serie di temi si realizzi una fase di confronto e
di ascolto con i ragazzi e le ragazze, per
avere suggerimenti su come migliorare le nostre politiche a loro favore. Si
vorrebbe, infatti, anche con questo Piano contribuire al superamento di
quelle barriere comunicative che purtroppo spesso si instaurano tra
generazioni diverse. Il Piano vorrebbe perseguire l'obiettivo di ristabilire
condizioni di maggiore equita' ed un piu' diffuso senso di
partecipazione e di appartenenza alla vita civile che e' poi la vita di
tutti: dei bambini, dei giovani, degli adulti, delle persone anziane, delle
donne e degli uomini. Oggi si puo' contare - anche grazie al
lavoro iniziato con il Piano d'azione del 1996 - su un quadro
organico di interventi da parte degli enti locali, delle
associazioni di volontariato, della cooperazione sociale e di tutte
le altre istituzioni pubbliche. Cio' consente
di individuare opportunamente alcune priorita'
d'intervento nel Piano d'azione 2000-2001, senza per questo tornare alla
cultura dell'emergenza, fine a se stessa, che ha caratterizzato
per decenni l'attenzione delle istituzioni pubbliche nei confronti dell'infanzia e
dell'adolescenza.
E' infine da sottolineare la coralita' con cui tutti i
Ministeri e le istituzioni hanno partecipato alla
redazione di questo Piano d'azione, dando ciascuno il proprio importante
contributo. Si tratta di un fatto che dimostra la capacita' di trovare,
proprio sui temi dell'infanzia e dell'adolescenza, un metodo di lavoro
sinergico ed efficace.
L'Osservatorio nazionale per l'infanzia
- che e' l'organismo istituito dalla legge n.
451/1997 proprio per esercitare questa funzione - ha a lungo lavorato
all'individuazione di temi e soluzioni di questioni, unanimamente ritenute
prioritarie, su cui concentrare impegno e attenzione per i
prossimi due anni. A tutti vada un ringraziamento
particolare per il lavoro svolto e le preziose
indicazioni fornite.
Apriamo insieme alle generazioni piu' giovani
un nuovo millennio all'insegna dell'attenzione e della
concretezza, e ci sembra di riconoscere proprio in questi attributi le
caratteristiche ed i volti reali delle persone piu' giovani. Volti di persone
attente, curiose, concrete che vogliono vivere bene il loro presente ed il loro futuro.
In conclusione, sia consentito ancora un volta di
sottolineare che i tanti passi avanti compiuti non si
sarebbero potuti realizzare senza la collaborazione e la sensibilita' dell'intero
Parlamento e in particolare della Commissione
bicamerale per l'infanzia e l'adolescenza che si
rivela sempre di piu' strumento fondamentale per perseguire una sempre
migliore tutela e promozione delle nuove generazioni.
Parte seconda: gli impegni del Governo.
Sulla base delle riflessioni che le commissioni dell'Osservatorio
nazionale per l'infanzia e l'adolescenza hanno effettuato sui temi
ritenuti prioritari per il Piano d'azione 2000-2001 - riflessioni che vengono
riportate nell'appendice - sono stati individuati gli
specifici impegni che il Governo italiano,
nelle sue varie componenti, intende assumere per il prossimo biennio al
fine non solo di eliminare o quanto meno ridurre le carenze personali, familiari o
sociali che impediscono a tanti ragazzi di costruirsi un'adeguata
personalita', ma anche per stimolare e sostenere il normale processo di
sviluppo di ogni ragazzo verso la maturita', e quindi verso la reale e
non fittizia autonomia.
Prima delle indicazioni relative agli
specifici impegni, appare opportuno sottolineare alcune delle linee
strategiche di fondo, che il Governo intende seguire per sviluppare
un'adeguata politica per l'infanzia e l'adolescenza.
1. Una significativa politica per l'infanzia deve necessariamente svilupparsi in un quadro piu' generale di impegno politico per lo sviluppo democratico e sociale dell'intera comunita' italiana: la lotta alla poverta', l'impegno per assicurare lavoro e ridurre la disoccupazione, lo sviluppo della solidarieta' sociale contro tutti gli egoismi di singoli o di gruppi, il riconoscimento di maggiori diritti di cittadinanza, l'incremento della partecipazione alla vita sociale e politica, lo sforzo per assicurare pari opportunita' anche alla donna, lo sviluppo della cultura e dell'istruzione nel Paese, l'impegno per assicurare sempre meglio la salute, nel senso non di mera cura e prevenzione della malattie, ma di realizzazione di un effettivo benessere, non possono e non debbono ritenersi obiettivi estranei anche alla realizzazione di una politica per le nuove generazioni. Quest'ultima si sviluppa principalmente attraverso una politica generale attenta alle esigenze di crescita di tutti gli uomini e della comunita' nel suo insieme.
2. Un'effettiva politica dell'infanzia non puo' svilupparsi se si affrontano solo le situazioni di emergenza, nel momento in cui i problemi esplodono (la tossicodipendenza, la criminalita' minorile; la pedofilia) cercando interventi tampone ovvero assumendo singole iniziative estemporane, fuori da un'organica visione dei problemi di fondo e senza un'adeguata conoscenza globale della reale condizione dell'infanzia e dell'adolescenza. Una strategia adeguata esige non solo una documentazione sicura della condizione di vita del pianeta infanzia nel nostro Paese, ed un serio approfondimento preventivo dei problemi esistenti, ma anche l'elaborazione di un piano globale ed organico di sviluppo che delinei le linee strategiche da attuare progressivamente, che assicuri i coordinamenti necessari per la realizzazione del piano a tutti i livelli, che mobiliti le energie istituzionali e del privato sociale in una glbbale ed efficace collaborazione per la sua attuazione, che preveda ed attui verifiche periodiche per riscontrare l'efficacia dell'intervento ed adattare il piano sulla base delle difficolta' che possono incontrarsi nel corso della sua esecuzione. Cio' deve valere a livello centrale ma deve valere anche a livello locale. Pertanto il Governo auspica che anche su base regionale vengano elaborati Piani regionali per l'infanzia e l'adolescenza, mutuando la metodologia di coinvolgimento di tutte le amministrazioni interessate e del privato sociale, adottata per la redazione di questo piano nazionale.
3. Una politica di tutela e di promozione dell'infanzia e dell'adolescenza non puo' essere sviluppata solo attraverso la predisposizione di un, sia pur necessario, adeguato assetto legislativo. Occorre che le leggi in favore dei soggetti in formazione possano, attraverso la predisposizione di strumenti adeguati di applicazione, realmente incidere nella realta'; che l'attivita' legislativa sia coniugata con una prassi amministrativa attenta alle esigenze del soggetto in formazione e rispettosa della sua personalita' e dei suoi interessi; che si sviluppino sul territorio iniziative non solo per la tutela, ma anche per la promozione dei soggetti di eta' minore attraverso una mobilitazione sia delle risorse istituzionali che di quelle del privato sociale, rese capaci di collaborare attivamente; che si faciliti la partecipazione alla vita comunitaria del cittadino di eta' minore per superare la sua sostanziale emarginazione.
4. Una reale politica di tutela non puo' limitarsi alle situazioni patologiche. Per promuovere tutti i diritti dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze, dei giovani e delle giovani e' necessario che la politica non prenda in considerazione solo le situazioni di disagio o di devianza ma si faccia carico di assicurare anche al bambino che non presenta particolari problemi lo sviluppo armonico della propria identita' personale e sociale. Una politica per l'infanzia non puo' essere sinonimo di politica per la tutela dei soli soggetti a rischio o gia' in gravi difficolta', ma deve essere una politica di sviluppo per tutti coloro che vanno costruendo faticosamente la propria compiuta personalita'.
5. La
prevenzione - essenziale in questo settore
perche' l'attivita' di recupero e' sempre non del tutto
soddisfacente in quanto le ferite riportate difficilmente
non lasciano cicatrici profonde - non puo' significare
solo individuare situazioni di gravissimo rischio e intervenire perche' il
rischio non si traduca in danno. Significa predisporre condizioni
per consentire che, per tutti, il complesso percorso
di crescita non sia ostacolato ma facilitato; che
l'identita' originale sia rispettata e valorizzata, che gli apporti
siano positivi e strutturanti. Il che implica
costruire una comunita' che sia veramente educante e
che sappia aiutare il fanciullo a costruire la sua personalita' nello
spirito degli ideali proclamati nello Statuto dalle
Nazioni Unite ed in particolare nello spirito di pace, di
dignita', di tolleranza, di liberta', di eguaglianza
e di solidarieta' (preambolo della Convenzione ONU). Questa
funzione educativa non puo' essere delegata solo alla famiglia o
alla scuola: tutte le agenzie di formazione, anche quelle informali,
devono sentirsi responsabili di questa funzione;
tutti gli adulti che, professionalmente o non, hanno
contatti con soggetti in eta' evolutiva, devono farsi carico
del compito di agevolare l'itinerario di crescita e maturazione di cloro che
si affacciano alla vita. E la politica deve stimolare questo
impegno.
Saranno di seguito indicati gli
impegni del Governo nei vari settori: e' pero' subito da sottolineare
come non vengano ripetuti i programmi gia' previsti nel precedente Piano
d'azione e che devono essere portati a compimento: essi continuano ad avere valore e
fanno pertanto parte integrante del presente Piano.
A. Interventi legislativi.
Il Governo si impegna, innanzi tutto, a proporre al Parlamento
una serie di riforme legislative per rendere piu'
coerente con la Convenzione ONU del
1989 il nostro ordinamento giuridico,
riconoscendo nel modo piu' ampio possibile i diritti dell'infanzia e
dell'adolescenza ed istituendo organi piu' efficaci di tutela di tali diritti. In
particolare:
1. Sul versante del
riconoscimento dei diritti il governo si impegna:
a presentare un disegno di legge di ratifica e
attuazione della Convenzione europea di Strasburgo
sull'esercizio dei diritti dei bambini e quindi
sulle modalita' di ascolto dei minori nei
procedimenti, non solo giudiziari ma anche
amministrativi, per consentire loro di far sentire la loro voce e di
essere considerati non oggetto del contendere ma soggetti di una situazione di vita
che pesantemente li coinvolge;
a presentare, un disegno di legge
che preveda una delega al Governo per la redazione di un testo unico
dei diritti riconosciuti ai minori e delle norme protettive nei loro riguardi
che raccolga e renda coerenti tra loro e con i principi della
Convenzione ONU le varie normative ora esistenti disperse tra una
pluralita' di testi normativi, anche non riguardanti i minori;
a presentare in Parlamento un disegno di legge per una
delega al Governo, al fine di modificare l'attuale legislazione civile e penale
nelle parti in cui essa si rilevi non perfettamente coerente con i
principi della Convenzione sui diritti dei minori dell'ONU;
a provvedere, raccogliendo il pressante
invito della Corte Costituzionale, a predisporre uno specifico
ordinamento penitenziario per i minori.
2. Sul versante della strutturazione di
adeguati organi di tutela di diritti dei minori il Governo si impegna:
a presentare al Parlamento un disegno di legge per
l'istituzione di un Ufficio di tutela del minore, in attuazione
delle pressanti richieste in tale senso di organismi internazionali;
a predisporre un'organica riforma della magistratura minorile che
unifichi competenze oggi disperse tra una pluralita'
di organi giudiziari diversi, non sempre specializzati, che
delinei con piu' chiarezza e maggiori garanzie per tutte le parti
le procedure che l'organo giudiziario minorile deve adottare, che
coordini l'azione degli organi giudiziari per minori con quella degli organi giudiziari
per adulti che intervengono su situazioni che
coinvolgono anche indirettamente minori, che disciplini
in maniera organica gli indispensabili rapporti tra giudice
dei minori e servizi, attivando strumenti concreti di comunicazione tra
servizi sociali degli enti locali e
organi giudiziari, che porti
all'approvazione dell'ordinamento per i servizi minorili, essendo
opportuno, ferma restando l'iniziativa legislativa rimessa ai competenti
ministeri, per predisporre le riforme, un
coordinamento di competenze appartenenti a ministeri
ed organi istituzionali diversi, tale impegno deve
essere assunto dall'Osservatorio, organo specifico
istituito dall'ordinamento per coordinare le iniziative a favore dei minori,
in cui e' assicurata la compresenza di tutti i soggetti
istituzionalmente preposti (ministeri e
rappresentanti delle autonomie locali), delle agenzie di supporto
addette all'attuazione del piano nonche'
del privato sociale impegnato in favore dell'infanzia
e dell'adolescenza.
B. Interventi per migliorare la condizione di vita dei
minori.
Il Governo si sente impegnato, anche sul piano amministrativo,
per assicurare al soggetto in formazione
condizioni di vita che consentano un regolare itinerario di crescita
umana.
L'intervento del Governo si realizzera', per
raggiungere questo
scopo, su diversi versanti.
1. Innanzi tutto, il Governo promuovera' un'azione di monitoraggio e valutazione sui programmi sviluppati con la legge n. 285/1997 al fine di valutarne l'impatto e l'efficacia.
2. Sul versante del sostegno alle famiglie per
assicurare al minore relazioni soddisfacenti, il Governo:
A diffondere la conoscenza nel paese
sulla nuova legge dei congedi parentali tutta a orientare a
sostenere la maternita' e la paternita' e per armonizzare i
tempi di lavoro, di cura e della famiglia;
valutera' attentamente i risultati della sperimentazione in
atto in materia di reddito minimo garantito di inserimento;
sosterra', in sede di applicazione e di rilancio
della legge n. 285/1997, progetti tendenti a sostenere le relazioni
familiari del minore;
operera' per rilanciare i
Consultori familiari nelle loro funzioni di
assistenza non sanitaria alla famiglia ed al minore, anche
realizzando forme di monitoraggio e verifica delle attivita' esistenti
e azioni di formazione del personale; in particolare le
attivita' consultoriali dovranno privilegiare la
globalita' e l'unitarieta' delle risposte ai bisogni
emergenti nei vari ambiti d'azione (tutela dell'eta' riproduttiva ed
evolutiva, tutela della famiglia, delle fasce
socialmente deboli, dell'handicap) e l'integrazione
con le Unita' Operative Territoriali e le Unita'
Operative Ospedaliere afferenti al Dipartimento della Prevenzione e al
Dipartimento Materno Infantile;
cerchera' di responsabilizzare le famiglie - compresi
i nonni - anche con una campagna informativa che aiuti a comprendere i problemi
dell'infanzia, i suoi diritti, le sue difficolta', l'importanza per i bambini
di significative relazioni parentali. In particolare si
intensifichera' l'attivita' lavorativa gia' svolta
tendente a predisporre materiale illustrativo dei diritti del
fanciullo sia da consegnare alle famiglie all'atto dell'iscrizione
anagrafica di un nuovo figlio, sia da diffondere nelle scuole
dell'obbligo (e' gia' stato predisposto dal Centro Nazionale di documentazione un
volumetto per i bambini della scuola materna) sia da diffondere nelle
scuole secondarie. A tale proposito si sottolinea come il Centro Nazionale
di Documentazione stia gia' predisponendo una versione
ridotta e adeguata agli interessi dei giovani del rapporto dell'Italia all'ONU
sull'attuazione della Convenzione dei diritti del
fanciullo nel nostro paese, da utilizzare per riflessioni ed
approfondimenti in ambito scolastico.
3. Sul versante dell'ambiente di vita del minore il
Governo intende impegnarsi per sviluppare progetti che rendano la
citta' non solo piu' vivibile per il bambino, ma anche piu' capace di essere luogo di
crescita armonica, anche attraverso iniziative educative e culturali. Il che significa non
solo una qualificazione degli spazi urbani (aree gioco, spazi verdi,
piste ciclabili, isole pedonali), ma anche lo sviluppo di una
politica dei tempi di vita che consenta relazioni familiari piu' intense e
significative. In particolare:
il Ministero dell'ambiente sviluppera'
ulteriormente la sua azione per promuovere e
sostenere i progetti "Citta' sostenibili delle bambine e dei
bambini"; il Ministero per i beni e le attivita' culturali sviluppera'
ulteriormente progetti per la realizzazione di aule didattiche, di
laboratori, di strutture atte ad accogliere i bambini, di percorsi museali che
avvicinino i bambini all'arte e che li mettano in condizione di comprenderne il fascino;
il Ministero dei lavori pubblici proseguira' nella sua
azione per realizzare i "Contratti di Quartiere";
il Dipartimento per gli Affari Sociali, nell'ambito della
nuova formulazione degli interventi suggeriti ai comuni sulla base della
legge n. 285/1997, porra' particolare attenzione al finanziamento di progetti
in questo settore sulla base delle indicazioni esplicitate nella parte precedente di
questo piano;
si intende anche attivare un tavolo
interistituzionale tra Ministero per la solidarieta'
sociale, Ministero dell'ambiente, Ministero dei lavori pubblici,
Ministero della pubblica istruzione, Ministero dei trasporti,
Ministero dei beni culturali, Conferenza Stato-Regioni, Conferenza Stato-Citta' per
l'elaborazione di linee di indirizzo finalizzate all'attuazione da parte
degli Enti locali di progetti innovativi sui temi della fruizione dell'ambiente
urbano ai sensi delle leggi nn. 285/1997 e 344/1997.
4. Sul versante dei servizi alla persona, il
Governo e' impegnato anche a sostenere lo
sviluppo e l'organizzazione di servizi innovativi ed efficienti a
favore della famiglia e dei minori.
In particolare:
a dare piena attuazione, se il Parlamento approvera' la legge sui
servizi per i bambini di eta' inferiore ai tre anni ed alle
loro famiglie, alla legge stessa
anche attraverso azioni di accompagnamento sul piano
istituzionale e culturale in collaborazione con regioni ed enti locali;
a elaborare linee di indirizzo sui nidi e i servizi
integrativi per l'infanzia;
a definire criteri essenziali e
indicatori di qualita' dei servizi per la prima infanzia;
a definire indirizzi e a realizzare
azioni di supporto per iniziative di formazione e sperimentazione
delle figure tecniche di sistema a sostegno della qualita' dei servizi;
a elaborare linee di indirizzo ed
azioni di promozione per sostenere l'attivazione e l'utilizzo di fondi
europei da parte degli enti di governo locale e dei soggetti del privato sociale;
a elaborare linee guida per la qualita' dei servizi per minori;
a promuovere e sostenere iniziative di
formazione congiunta - attraverso azioni coordinate e
concertate tra Ministero della solidarieta' sociale, Ministero della
pubblica istruzione e Ministero del lavoro e tra essi
e le Regioni - rivolte agli operatori dei servizi sociali, sanitari e educativi;
5. Sul versante della
tutela della salute intesa come benessere l'impegno del Governo si
concretizza nell'attuazione del Piano Sanitario Nazionale.
Attraverso lo specifico strumento del Progetto Obiettivo Materno
Infantile, che viene, ovviamente, a far parte integrante
del piano di azione e che prevede tra
l'altro una particolare attenzione al percorso nascita, alla pediatria di libera
scelta, alla promozione della salute in eta'
evolutiva nella comunita', al bambino in ospedale, all'assistenza al
bambino in U.O. pediatrica, all'assistenza al bambino
con malattie croniche o disabilitanti,
all'urgenza-emergenza pediatrica, alle malattie genetiche o
rare, all'assistenza neuropsichiatrica in eta' evolutiva, alla salute degli adolescenti,
ai maltrattamenti abusi e sfruttamenti sessuali dei minori, alla salute della
donna in tutte le fasi della vita, ai Consultori familiari. Nello specifico
del piano il Governo punta:
a garantire l'unitarieta'
dell'intervento attraverso l'istituzione del Dipartimento materno
infantile;
a garantire un livello essenziale ed
appropriato di assistenza ostetrica e pediatrica neonatologica;
a garantire che il bambino sia curato in
ospedale soltanto nel caso in cui l'assistenza di cui ha bisogno non possa essere fornita
a pari livello a domicilio o presso ambulatori, garantendo comunque la
presenza in ospedale dei genitori o persone ad essi
gradita, il ricovero in strutture idonee all'eta' dei minori e comunque
non in strutture dedicate agli adulti, la possibilita' di usufruire anche di spazi
ludici e di studio, la continuita' dell'assistenza da parte
dell'e'quipe ospedaliera pediatrica, l'informazione
corretta e completa adeguata alla capacita' del minore e dei genitori;
a garantire adeguata assistenza al bambino con malattie
croniche e disabilitanti, accentuando la tendenza alla deospedalizzazione con
adeguati piani di assistenza sul territorio;
ad assicurare in ogni ospedale
delle aree (intese come spazi fisici e come competenze pediatriche) a cui
accedano, in condizioni di urgenza-emergenza, soggetti in eta'
evolutiva e di attivare in ambito regionale strutture
ospedaliere di riferimento per l'urgenza-emergenza
pediatrica;
a realizzare un'ottimizzazione di una rete di servizi di genetica
medica distribuiti uniformemente sul territorio;
a sviluppare la prevenzione, la diagnosi e il
trattamento delle patologie neurologiche e psichiatriche nell'eta' evolutiva;
a sviluppare interventi anche di tipo
legislativo per ottenere ambienti "in door" sani e sicuri (abitazioni, scuole,
ospedali, ecc.) nonche' ridurre l'esposizione
dell'infanzia e delle donne in gravidanza al
fumo passivo ed all'inquinamento in genere e per ridurre
l'incidenza delle malattie allergiche all'infanzia.
Gli interventi previsti di competenza di diversi ministeri trovano
il finanziamento nell'ambito degli ordinari capitoli di
bilancio degli stessi. Per quanto riguarda gli
interventi a sostegno dei minori e delle loro famiglie di
competenza degli Enti locali, il finanziamento avverra' attraverso la legge n. 285
del 1997 nel 2000. Tale contributo non puo' tuttavia eludere l'impegno delle
autonomie locali a trovare nei propri bilanci fonti dirette di finanziamento e ad
utilizzare risorse europee.
Al fine di accompagnare e sostenere i processi
cosi' delineati viene affidato al Centro Nazionale di documentazione lo
svolgimento di un'indagine e di un censimento sulla presenza
dei servizi per l'infanzia sul territorio nazionale. Si sottolinea in
proposito che il Centro ha gia' iniziato una
indagine in questo senso per realizzare quest'anno
una mappatura completa dei servizi educativi per la prima infanzia (asili nido) e
una mappatura dei servizi per la preadolescenza e l'adolescenza e che l'impegno e' di
proseguire anche in altri settori stimolando e supportando le
regioni affinche' si dotino di quegli osservatori regionali
previsti dalla legge n. 451/1997 che dovrebbero raccogliere
dati non solo sulla condizione dell'infanzia e dell'adolescenza ma
anche sulle risorse per dare risposte alle esigenze di questa fascia di eta'. Il
Centro inoltre ha gia' in programma la redazione di un manuale
sulla metodologia di piano per aiutare gli Enti locali a utilizzare la legge
n. 285/1997 per sviluppare progetti innovativi nel campo dei
servizi e delle risorse e sta sviluppando - su mandato del gruppo tecnico
presso la Conferenza Stato-Regioni e in stretta collaborazione con le stesse -
una ampia azione di formazione e aggiornamento proprio nel
campo della qualificazione dei servizi per l'infanzia.
C. Interventi per l'adolescenza.
Il Governo intende sviluppare
un'attenzione particolare nei confronti dell'adolescenza, fascia d'eta' non
sempre sufficientemente considerata nei suoi bisogni
peculiari. Anche in questo campo il Governo operera' su diversi versanti.
1. Il Governo intende
innanzi tutto operare per assicurare agli adolescenti una reale cittadinanza attiva.
In particolare il Governo si impegna:
a promuovere in sede locale
"patti civici" tra adulti e nuove generazioni per
l'autogestione degli spazi dedicati alle nuove generazioni;
a sviluppare la conoscenza da
parte degli studenti e la piu' compiuta attuazione dello
Statuto degli studenti della scuola secondaria
nonche' rendere sempre piu' efficienti le Consulte
provinciali degli studenti;
a verificare prima
l'attuazione, e poi a sviluppare
ulteriormente, la direttiva del Ministero della pubblica istruzione n.
133 del 1996, nonche' il recentissimo Statuto delle studentesse e degli
studenti della scuola secondaria stabilito con decreto del
Presidente della Repubblica del 29 maggio 1998 per consentire un piu' incisivo
protagonismo dei giovani nella vita scolastica;
a favorire - con altra direttiva
del Ministero della pubblica istruzione - l'attivazione di gruppi studenti-insegnati per
ripensare l'organizzazione e l'utilizzazione degli spazi scolastici;
sostenere e valorizzare i luoghi di
aggregazione giovanile spontanea, promuovere interventi di educazione
itinerante (educatori di strada) in grado di aprire relazioni significative
con il gruppo dei pari promuovere la messa in
rete di servizi scolastici ed extrascolastici e delle risorse sul territorio;
a stimolare i
comuni perche' realizzino nuove forme di
partecipazione dei giovani anche alle attività
politico-amministrative locali (Statuto cittadino degli adolescenti,
referendum consultivi locali, conferenza
annuale cittadina sull'adolescenza, patti per l'uso del
territorio);
a promuovere iniziative di formazione congiunta per gli operatori
dei servizi sociali, sanitari, educativi e scolastici ed appartenenti alle
comunita' straniere e nomadi per l'integrazione dei cittadini stranieri.
2. Sul versante del
sostegno e della prevenzione in questa particolare e
delicata fase di vita il Governo intende:
promuovere nei luoghi
di aggregazione spontanea - anche attraverso la
collaborazione dei consultori familiari - "Spazi
Giovani", (pienamente inseriti nella rete dei servizi territoriali)
orientati alla prevenzione informazione ed educazione sanitaria, in cui
siano previsti e privilegiati interventi a carattere psicologico e formativo;
realizzare un sistema formativo
integrato scuola - formazione professionale - lavoro;
assicurare, per l'avvio al mondo del lavoro, la
disponibilita' di strutture di conoscenza e di informazione, sostenendo anche
progetti per l'orientamento;
sostenere e incentivare il
processo di individuazione delle competenze
all'interno di un sistema di crediti
didattici e formativi, giungendo ad una loro definizione e certificazione;
promuovere sempre piu' l'adozione di procedure e strumenti
tesi a realizzare la continuita' educativa, nelle sue dimensioni orizzontali e
verticali, tra le diverse esperienze e contesti formativi;
sostenere la sottoscrizione di
patti territoriali educativi realizzando quella concertazione
territoriale che sola consente una lettura dei bisogni formativi cui consegua una
programmazione mirata;
promuovere e incentivare nuove
forme di coinvolgimento della famiglia favorendone la consapevole e attiva
partecipazione alla vita della scuola e dando piena
a'ttuazione alla riforma degli Organi collegiali;
ampliare, nella scuola,
le finalita' e la metodologia dell'educazione alla
salute sia informando sugli aspetti psicologici, sessuali e sanitari,
che coordinando l'intervento con tutti quei servizi che
operano nella scuola come i Sert o i servizi di salute mentale, la
riabilitazione dell'eta' evolutiva, la pediatria di comunita';
riqualificare i vari interventi
professionali nel mondo della scuola.
3. Per migliorare le
condizioni di vita degli adolescenti il Governo intende:
considerare con particolare attenzione gli
atteggiamenti estremi di alcuni adolescenti, spesso legati a difficili dinamiche
sociali e di gruppo, promuovendo adeguati approfondimenti
dei fenomeni di "disagio dell'agio" e di violenza degli adolescenti che
si esprimono, ad esempio, in forme di bullismo scolastico, di violenza negli stadi, di
costituzione di bande ...;
rifinanziare la legge n. 216/1991 per il sostegno ed
il recupero dei minori a rischio immediato di devianza sociale anche
attraverso la creazione di piu' numerosi centri di accoglienza per minori e di
centri di socializzazione nei quartieri a rischio;
operare per ridurre l'abbandono
scolastico, e per estendere e sostenere corsi di recupero
per i giovani che, dopo una fase di abbandono, intendano riprendere la
formazione scolastica;
istituire, da parte del Dipartimento
della Pubblica Sicurezza, mirati servizi preventivi nei luoghi abituali di ritrovo
dei ragazzi che tendono ad eludere la scolarita' e nelle
zone in cui possono realizzarsi fenomeni di impiego di
minori in attivita' illecite, spaccio e consumo di sostanze stupefacenti;
potenziare le opportunita' formative rivolte a minori
prosciolti dall'obbligo scolastico, ma con alle spalle un'esperienza scolastica
sofferente e mortificata;
monitorare le situazioni di disagio giovanile
ed effettuare una formazione specifica degli insegnanti perche' siano in grado non solo
di percepire le situazioni di disagio, ma anche di parlare
con i giovani;
incrementare, nei confronti
dei giovani coinvolti in comportamenti
penalmente rilevanti, interventi di risocializzazione che favoriscano
la responsabilizzazione, la consapevolezza e la maturazione del
minore anche attraverso un incremento dell'esperienza della mediazione penale;
creare, all'interno degli ospedali,
poli di neuropsichiatria infantile per evitare che gli adolescenti con disturbi
psichici acuti vengano ricoverati nei reparti psichiatrici per adulti.
D. Strumenti ed interventi di tutela a favore di
minori vittime di abusi e sfruttamento sessuale.
Il Governo e' anche impegnato a realizzare strumenti e
interventi di tutela nei confronti degli abusi e degli sfruttamenti dei minori.
1. Contro le violenze sessuali di cui sono vittime i
minori il Governo intende:
realizzare un'intensa attivita' di coordinamento
delle attivita' svolte da tutte le pubbliche amministrazioni
per la prevenzione, l'assistenza anche in sede legale e la tutela dei minori
vittime di sfruttamento sessuale;
prevenire il fenomeno,
incrementando l'azione dei nuclei di polizia
giudiziaria istituiti presso le questure,
anche in collaborazione con analoghi organismi esistenti
negli altri Paesi europei.
2. Piu' in generale,
contro i maltrattamenti e gli abusi nei confronti dei minori il Governo
intende impegnarsi:
nel reperimento dei dati
relativi a questo fenomeno e nella mappatura dei servizi e delle risorse
disponibili nel settore;
in una campagna di sensibilizzazione nei confronti
delle persone su questo tema;
in una campagna di sensibilizzazione e
avvio di una formazione specifica di concerto tra diversi
Ministeri nei confronti dei professionisti che
hanno particolari rapporti con l'infanzia (operatori
scolastici, operatori sanitari, in particolare pediatri) perche'
siano in grado di percepire il disagio
dei bambini maltrattati o abusati;
nel facilitare la stipulazione di
protocolli di intesa tra le varie istituzioni che si occupano di questo
problema, per disegnare una comune metodologia di intervento;
nella riqualificazione del sistema delle accoglienze
residenziali per minori attraverso la fissazione di standard e linee operative;
nel promuovere l'attivazione di
servizi dove inesistenti, o potenziarli
attraverso l'adozione di interventi
integrati sociosanitari e socioeducativi, con
l'attivazione di e'quipe territoriali di raccordo specializzate.
3. Per quanto riguarda lo
sfruttamento dei minori nel lavoro il Governo si impegna:
a proseguire la lotta contro le
forme piu' intollerabili di lavoro minorile e contro il lavoro nero degli
adolescenti attuando un azione sinergica tra ispettorati di
lavoro, pubblica sicurezza, insegnanti, ecc;
a promuovere programmi di sostegno alla
frequenza scolastica, prevedendo forme flessibili di rientro
a scuola e percorsi di formazione mirati, con metodi
e forme di apprendimento che possano vincere l'atteggiamento di
scarsa motivazione di coloro che hanno sperimentato insuccessi scolastici;
a riformulare, grazie anche
alla riforma dei cicli
dell'istituzione, un sistema formativo flessibile che
consenta processi di sinergia tra scuola e lavoro e/o esperienze di alternanza
scuola-lavoro nel ciclo secondario;
a introdurre nei corsi e nei programmi scolastici precisi
momenti di conoscenza del mondo del lavoro e di educazione ai propri diritti e
doveri anche nel futuro settore lavorativo;
a porre attenzione ai lavori
femminili non sempre considerati tali;
ad appoggiare l'autonomia scolastica che
permette di far fronte alle diversita' del fenomeno nei differenti territori;
a sostenere la formazione di operatori che, in
diversi settori, si occupano della problematica, in particolare ispettori del
lavoro, assistenti sociali, educatori, insegnanti, ma
anche agenti di pubblica sicurezza, ecc.;
ad incentivare interventi di
tutoraggio nell'inserimento lavorativo degli e delle adolescenti;
a rilanciare il tavolo di
concertazione tra Governo e Parti Sociali;
a proseguire in ambito internazionale le attivita'
gia' previste nella Carta degli Impegni, in particolare a promuovere il
ricorso a forme di incentivi/disincentivi affinche'
gli investimenti industriali all'estero comportino l'assunzione da parte delle
imprese dell'impegno a non ricorrere allo sfruttamento del lavoro minorile.
4. Per quanto riguarda i rapporti tra
mondo dell'infanzia e mondo delle comunicazioni sociali,
affinche' quest'ultimo costituisca un'effettiva risorsa per la
crescita delle nuove generazioni, e non occasione di abuso, il Governo si impegna:
a rilanciare la funzione di
impulso e di coordinamento del Comitato sui rapporti tra media e
mondo minorile, con il compito di definire i cardini della tutela nei confronti dei
minori rispetto ai media, di indicare gli elementi di pericolosita' e danno alla luce di
una concezione contemporanea di temi quali la violenza, l'erotismo,
la spettacolarizzazione del dolore,
l'intolleranza etnica e culturale, il pregiudizio razziale, di
"ripensare" i criteri presenti nella Commissione censura del 1963,
ridefiniti in forma sintetica da poche frasi nella legge Mammi' del 1990
e continuamente evocati da piu' parti nel nostro Paese;
a promuovere l'adozione di un
unico segnale di interruzione pubblicitaria riconoscibile su tutte le reti
durante i programmi per bambini;
ad elaborare una norma legislativa sulla base sia dei presupposti
indicati dalla commissione precedente sia
delle indicazioni provenienti dall'Europa;
ad istituire un
Comitato permanente di valutazione delle trasgressioni normative
con possibilita' sanzionatoria. Tale Comitato potrebbe coincidere con il
Consiglio Consultivo degli utenti presso
l'autorita' garante;
favorire l'istituzione,
da parte del Ministero dei beni
culturali, di premi di qualita' per programmi
televisivi che presentino forti valenze
educative o artistiche, destinati all'infanzia
ed alla adolescenza, con l'obiettivo di contrastare la corsa
all'audience a scapito della qualita' anche in questo tipo di programmazione;
a promuovere l'attivazione dei comitati regionali
radiotelevisivi con compiti di analisi, monitoraggio e controllo
permanente della programmazione di tutte le
emittenti presenti sul territorio nazionale. Tali
comitati dovrebbero trasmettere al Consiglio degli utenti le trasgressioni compiute
dalle televisioni, nei confronti dei minori. L'Autorita' Garante
dovrebbe infine applicare le sanzioni (multe, oscuramento, chiusura della rete
temporanea e definitiva);
a promuovere la diffusione di una mentalita'
del rispetto per i minori a partire dalla formazione professionale degli
operatori dei media, auspicando l'avvio di corsi di
"educazione ai media" nelle facolta' di
scienza della formazione, sociologia, lettere,
giurisprudenza, scienze politiche e scuole di giornalismo, scienza
della comunicazione, DUS, psicologia, DAMS, corsi di aggiornamento per
giornalisti e personale degli enti radiotelevisivi e editoriali;
a favorire il rapporto fra Rai Educational ed
il Ministero della pubblica istruzione per la diffusione
nell'ambito della materia "educazione all'immagine" di una
educazione ai media, per i media e con i media, al fine di predisporre nei bambini
capacita' critiche ed atteggiamento lungimirante nei confronti della televisione, dei
mezzi telematici, del cinema, della stampa e dell'editoria;
a promuovere la stipula di protocolli d'intesa fra la
Federazione Nazionale della Stampa,
l'ordine dei giornalisti, gli enti radiotelevisivi,
la FIEO, l'UPA, le agenzie di stampa e le case editrici;
a sostenere la produzione italiana ed europea di programmi,
libri e stampa per bambini;
a raccogliere in sede di
attuazione dei presenti impegni le indicazioni piu'
specifiche della Commissione parlamentare per l'infanzia.
E. Minori stranieri.
Il Governo non puo' preoccuparsi
solo dei minori cittadini italiani, trascurando
i bambini che vivono nel nostro Paese
provenendo da Paesi stranieri o che vivono in gravi difficolta' in
Paesi lontani. Pertanto anche in questo campo il governo
intende intervenire su piani diversi.
1. Interventi di protezione
e integrazione nei confronti dei bambini stranieri che sono
in Italia. Il fenomeno della presenza di minori stranieri nel
nostro territorio nazionale e' in grande espansione e
richiede un deciso intervento di protezione da parte del Governo
in attuazione dei principi sanciti
dall'ONU con la Convenzione del 1989 sui diritti del bambino. Un
intervento che deve articolarsi su vari versanti:
a) Per i minori
stranieri non accompagnati presenti sul territorio il
Governo, in collaborazione con il privato sociale, e' impegnato a
garantire loro cure tempestive e protezione anche dai pericoli di
sfruttamento e a ricercare un'adeguata sistemazione. In vista dell'adozione
dei necessari provvedimenti - innanzi tutto di rimpatrio - il Comitato minori
stranieri provvedera':
ad un tempestivo accertamento dell'identita' del
minore ed alla identificazione, anche attraverso organismi internazionali quali
la CRI, l'Unicef, l'Unhcr del suo nucleo familiare in patria e dei suoi congiunti;
alla predisposizione delle
condizioni indispensabili per un rimpatrio sicuro ed
assistito del minore, fornendogli anche - se adolescente - un certo previo
bagaglio professionale che gli consenta un migliore reinserimento nel suo Paese.
Il Governo è anche intenzionato ad
attuare programmi di prevenzione nei Paesi da cui provengono
la maggior parte di minori non accompagnati (Albania, Marocco, Romania,
Bangladesh, ecc.) ed a stipulare protocolli d'intesa con quei Paesi per la messa
appunto di adeguate procedure di rimpatrio.
Per i minori stranieri non accompagnati che
richiedono asilo, il Governo intende dare piena attuazione alla risoluzione del
Consiglio d'Europa del 26 giugno 1997, garantendo un'adeguata sistemazione in
centri di accoglienza o in famiglie, realizzando
colloqui con i minori che consentano un'esatta percezione dei problemi
personali, attraverso funzionari con esperienza e formazione adeguata, valutando la
domanda di asilo con particolare riguardo al prevalente interesse del minore
e tenendo conto dell'esigenza di un ricongiungimento familiare.
b) Inoltre, per tutti i bambini stranieri regolarmente immigrati
e soggiornanti nel nostro Paese occorre sviluppare adeguate politiche dell'integrazione,
gia' indicate nel documento programmatico relativo alla politica
dell'immigrazione e degli stranieri. Il Governo e' pertanto
fortemente impegnato a consentire una piu' significativa
integrazione scolastica di questi
bambini, sia vigilando sull'adempimento dell'obbligo
scolastico, sia adattando i programmi, sia attuando interventi individuali o di gruppo per
il superamento di particolari difficolta', sia sviluppando nella scuola
un'educazione attenta alla multiculturalita'. Inoltre il
Governo cerchera' di promuovere iniziative di formazione congiunta per
gli operatori dei servizi sociali, sanitari, educativi e scolastici e
per gli adulti appartenenti alle comunita' straniere e nomadi, per
l'integrazione dei bambini stranieri.
E necessario quindi:
ridurre il piu' possibile i problemi di carattere
linguistico e culturale, attraverso un insegnamento mirato della cultura
e della lingua italiana;
dotare l'organico funzionale della scuola
di figure che si occupino, in specifico, di seguire l'accoglienza
e l'inserimento dei bambini stranieri e dei bambini
zingari, coordinare progetti ed effettuare valutazioni sugli
stessi, cosi' da organizzare in modo efficace ed
efficiente gli interventi attuati
a favore dell'inserimento e per la promozione di
atteggiamenti favorevoli all'integrazione;
favorire l'inserimento dei minori attraverso
l'aggiornamento costante del corpo insegnanti e l'utilizzo di
figure quali i mediatori culturali;
prevedere per i bambini e per le bambine, ma
anche per le madri che spesso li seguono nei compiti e sono le piu'
dirette coinvolte nella loro educazione, un sostegno per l'apprendimento della
lingua italiana nei primi anni di inserimento scolastico in
modo da non compromettere il successo degli studi e,
allo stesso tempo, la traduzione in lingua delle principali
comunicazioni tra la scuola e la famiglia;
promuovere l'adozione di
moduli e materiali didattici che rispondano ai
concreti bisogni di bambini che hanno alle spalle condizioni e
situazioni diverse;
creare un contesto
positivo rivolto all'accoglienza delle differenze, in
un'ottica di integrazione, con attenzione anche agli aspetti non
strettamente didattici ma di tipo "ambientale", come
l'utilizzo di giocattoli multietnici, di poster, ecc.
Il Governo si impegna a sollecitare l'istituzione sul piano locale di
servizi che da una parte facilitino l'accesso alla
scuola e dall'altra realizzino un'integrazione sociale, anche extrascolastica, di
questi bambini, attraverso la predisposizione di
luoghi di incontro con bambini
italiani e di comuni attivita'
ricreative-culturali.
c) Per i minori stranieri sottoposti a provvedimenti
coercitivi un numero di ragazzi non del tutto irrilevante, a causa
anche del loro sfruttamento da parte delle organizzazioni criminali adulte il
Ministero della giustizia si impegna a:
sviluppare la presenza di
mediatori culturali nelle carceri minorili per consentire ai minori di
svolgere attivita' di studio, apprendimento, formazione professionale;
individuare famiglie o strutture
disposte ad accogliere i giovani coinvolti
in procedimenti penali, per assicurare la
possibilita' di beneficiare di misure alternative al carcere;
sviluppare strumenti per l'inserimento,
dopo la carcerazione, di questi ragazzi nel sistema scolastico, nel lavoro, in
famiglie o strutture educative di accoglienza;
promuovere una specifica formazione
e aggiornamento degli operatori, dato che
il minore straniero in carcere presenta problematiche
peculiari.
d) Contro lo sfruttamento del minore straniero il Governo, anche
in applicazione della legge n. 269/1998, si impegna a intervenire sia con
azioni di polizia, per colpire l'utilizzo del minore
nella pedofilia, nella prostituzione e nelle attivita' criminali sia con
azioni di sostegno volte al recupero ed al suo rientro assistito, se
possibile, nel Paese di origine o alla sua integrazione
sociale. Nell'ambito della legge n. 285/1997, particolare
attenzione sara' rivolta ai programmi degli enti
locali per raggiungere tale finalita'. Analoghe iniziative
di particolare attenzione e sostegno saranno rivolte alle
comunita' nomadi per la migliore attuazione delle legge
regionali in questo settore. Il Governo si impegna a riunire i
responsabili della comunita' nomadi a livello nazionale - e a stimolare
le regioni a fare altrettanto a livello locale - per stipulare un patto
per avviare a risoluzione i problemi dell'evasione scolastica, della
tutela della salute, dell'integrazione sociale, della residenzialita',
dell'accattonaggio.
e) Per la tutela del minore straniero nei conflitti familiari. Il
Governo nazionale si impegna alla individuazione di
strumenti e
risorse indispensabili per garantire i diritti dei bambini figli di
genitori appartenenti a nazionalita', etniche, religioni e culture
diverse nel caso di rottura dell'unita' familiare e di conflitto tra i genitori,
sollecitando in tale prospettiva anche gli Enti locali.
2. Interventi di sostegno nei
confronti dell'infanzia in difficolta' in altri Paesi nel mondo. Il Governo
ritiene doveroso, in attuazione dei principi sanciti dalle
convenzioni internazionali, esprimere la sua
solidarieta' internazionale nei confronti
dell'infanzia e dell'adolescenza in difficolta' in
altri Paesi, attraverso una serie di
interventi per promuoverne migliori condizioni di
vita e per alleviare situazioni di particolari
sofferenze.
a) Il Governo si impegna
a sviluppare la cooperazione internazionale a favore dei minori:
predisponendo un
ricorso piu' sistematico a programmi
multisettoriali integrati che si sviluppino in campo
non solo sanitario ma anche educativo,
tecnico professionale, sociale, ambientale;
promuovendo iniziative di sensibilizzazione
perche' si sviluppi nei Paesi di origine una cultura a favore dell'infanzia;
stimolando i Paesi beneficiari ad identificare
le necessita' e le priorita' nella trattazione delle problematiche minorili;
riservando, nell'ambito degli stanziamenti per la
realizzazione di vari programmi nei Paesi beneficiari, una quota dei finanziamenti
per iniziative a favore dell'infanzia;
investendo particolari
risorse nel settore educativo (educazione di
base, formazione tecnico professionale, sostegno alle famiglie e alle madri, servizi
sanitari);
prevedendo, nel contesto di programmi di
cooperazione, anche il problema della lotta
al lavoro minorile, con strategie di incentivazione a
favore dei paesi in via di sviluppo;
realizzando un efficace
coordinamento tra gli interventi di cooperazione governativa
promossi a livello centrale e quelli di cooperazione
decentrata, nonche' tra gli interventi di cooperazione sviluppati dalle
istituzioni pubbliche e quelli promossi dal privato sociale.
b) Assai rilevante, in un programma di
solidarieta' verso l'infanzia sofferente nel mondo, e' lo sviluppo
di quelle forme di sostegno a distanza di singoli minori in difficolta' che la comunita'
italiana spontaneamente ha fortemente incrementato in questi anni
(ben 1.500 miliardi ogni anno sono raccolti e avviati
nei Paesi assistiti).
Il Governo operera' con tutti gli
organismi e i coordinamenti operanti nel settore. Il sostegno a distanza si dovra'
primariamente orientare al miglioramento delle
condizioni generali di vita dell'ambiente in cui il bambino
e' inserito e quindi, innanzitutto, della famiglia. Si
dovra' poi considerare con attenzione la
necessita' di migliorare gli interventi
nelle strutture di accoglienza residenziale oltre che favorire la
nascita di una rete di promozione e protezione locale dei diritti dei bambini.
Occorrera', inoltre, prendere in considerazione
non solo le difficolta' dei bambini nella prima
infanzia ma anche quelle della fascia dell'adolescenza, e assicurare continuita'
alle iniziative di sostegno anche attraverso
un intervento sussidiario della cooperazione
governativa, che sia assicurata la massima trasparenza nella gestione
dei fondi e dei progetti. All'uopo potranno essere stipulati protocolli di
intesa, stimolati e facilitati dal Governo.
c) L'affidamento in loco, come ulteriore
declinazione del sostegno a distanza di un minore, rappresenta un terreno
ancora poco praticato che il Governo si impegna a sviluppare per
sensibilizzare la consapevolezza di quelle
famiglie che possono sostenere l'accoglimento di un
minore localmente, unitamente alla formazione degli operatori, delle
autorita' di giustizia e amministrative impegnate nel settore
minorile.
d) Si sono sviluppate in questi anni anche forme di sostegno a
ragazzi stranieri attraverso l'ospitalita' temporanea nel
nostro Paese. Il Comitato per i minori stranieri, che gia' istituzionalmente ha
una competenza in questa materia dovendo autorizzare l'ingresso, deve essere
impegnato in un'adeguata selezione delle famiglie e delle strutture di
accoglienza dei minori stranieri e nella segnalazione, ai servizi sociali locali, delle
situazioni di temporanea ospitalita' per un adeguato sostegno
alle famiglie e ai minori. Inoltre, il comitato dovra' curare la
definizione dei livelli di responsabilita' dei diversi organismi
che intervengono nella realizzazione dei programmi
di accoglienza, dovra' realizzare
controllo sulle associazioni che predispongono tali programmi, anche per
assicurare trasparenza alla loro azione ed evitare, per
quanto possibile la eccessiva reiterazione dei soggiorni in Italia degli stessi
bambini, anche per assicurare ad un maggior numero di essi la opportunita' di
esperienze stimolanti.
e) In materia di adozione internazionale,
a seguito della ratifica con legge della
Convenzione dell'Aja, il Governo e' impegnato a
dare seguito agli adempimenti previsti dalle norme di adeguamento
e dalle disposizioni della convenzione, anche
in considerazione di quanto stabilito nella Risoluzione del Parlamento
Europeo A4-0392/96 del 12 dicembre 1996 per il "Miglioramento
del diritto e della cooperazione tra gli Stati membri
in materia di adozione dei minori". Nello spirito
della legge di ratifica, il Governo si impegna a
diffondere informazioni e conoscenze sui principi
riconosciuti dalla Convenzione. In particolare, attraverso la Commissione per
le adozioni internazionali si svilupperanno forme idonee di
sensibilizzazione e promozione di una piu' autentica
cultura della solidarieta' internazionale che considera l'adozione
internazionale quale strumento di cooperazione
internazionale e quindi profondamente collegata alle altre forme di aiuto.
Il Governo si impegna inoltre a realizzare una
rete di intese bilaterali per rendere le procedure adozionali
efficaci, snelle e trasparenti.
F. Modalita' di finanziamento.
In riferimento alla indicazione delle modalita' di
finanziamento degli
interventi previsti dal presente Piano, come richiesto
dall'art. 2 della legge n. 451/1997, si precisa
che le azioni richiamate e da attuarsi nell'ambito
della legislazione vigente
risultano finanziabili nei limiti degli stanziamenti previsti, mentre gli
impegni assunti alla presentazione alle Camere
di nuovi
provvedimenti legislativi saranno condizionati al rispetto
della disciplina ordinaria in tema di programmazione finanziaria.
Parte terza.
PROGRAMMA
di azioni mirate per il periodo maggio 2000 giugno 2001
Nel presentare il piano d'azione
pluriennale previsto dalla legge 23 dicembre 1997, n. 451, il Governo
ritiene opportuno specificare alcuni degli obiettivi che
intende perseguire con particolare incisivita' nel corso del periodo
maggio 2000-giugno 2001.
Si tratta innanzitutto dell'applicazione
piena delle leggi approvate dal 1997 ad oggi:
la legge 23 dicembre 1997, n. 451, che istituisce
l'Osservatorio Nazionale sull'infanzia e l'adolescenza;
la legge 28 agosto 1997, n. 285, che finanzia la realizzazione di
progetti per l'infanzia e l'adolescenza;
la legge 31 dicembre 1998, n. 476, che recepisce la
Convenzione dell'Aja sulle adozioni internazionali;
la legge 3 agosto 1998, n. 269, contro lo
sfruttamento sessuale dei minori;
la legge 6 marzo 1998, n. 40, e il decreto legislativo 25
luglio 1998, n. 286, sulla disciplina dell'immigrazione, nella
parte cheriguarda i minori stranieri;
la legge n. 53 del 2000, per il sostegno della maternita' e della
paternita'.
Resta pieno l'impegno del Governo alla
concreta ed integrale realizzazione degli
interventi indicati dal Piano di azione pluriennale.
L'OSSERVATORIO NAZIONALE
Grazie alla legge
n. 451 del 1997, l'Italia dispone ormai di un vasto ed organico sistema di
conoscenze sulle condizioni di vita dei minori, costituito da una
rete di osservatori regionali collegati all'Osservatorio nazionale per
l'infanzia e al Centro nazionale di documentazione ed analisi sull'infanzia e
l'adolescenza. Il Governo intende nei prossimi mesi completare
l'attivazione di questa rete, anche al fine di predisporre il prossimo Rapporto al
Parlamento sulla condizione dell'infanzia in Italia.
Sara' inoltre valorizzata la funzione di studio
e progettazione dell'Osservatorio nazionale per facilitare
l'avvio delle riforme previste dal Piano d'azione.
Il rilancio della legge n. 285 del 1997
In attuazione della legge n. 285 del 1997 sono stati trasferiti 880
miliardi, a Regioni e Comuni per la realizzazione di servizi per le
famiglie ed i bambini. Dall'applicazione di questa legge, che per la
prima volta nel nostro Paese
destina consistenti risorse all'infanzia, sono nati piu' di 3000
progetti e circa 7000 interventi a favore dei cittadini piu'
piccoli: servizi di sostegno alla relazione
genitori-figli; di contrasto della poverta' e della
violenza; misure alternative al
ricovero negli istituti assistenziali;
sperimentazione di nuovi servizi socio-educativi per la prima infanzia; servizi
ricreativi e per il tempo libero, ecc.
Il Governo trasferira' nel corso dei prossimi due mesi la quota del
2000, pari a 320 miliardi per la prosecuzione e il rafforzamento di
tutte queste iniziative. Con la legge n. 285 e' in corso una vera e propria
ridefinizione dello stato sociale dell'infanzia nelle realta' locali. Il
Governo nei prossimi mesi dara' vita ad un'intensa
attivita' di rilancio, promozione e monitoraggio
della legge affinche' lo sforzo progettuale raggiunga tutti
i territori, anche quelli che nel primo triennio hanno avuto difficolta' applicative.
Per il nuovo triennio di applicazione della legge n. 285
del 1997 le indicazioni del Parlamento,
dell'Osservatorio e del Centro Nazionale convergono sulla
necessita' che i progetti locali tengano conto di alcune priorita':
rafforzare la promozione di citta' sostenibili per i
bambini e le bambine, attraverso l'intensificazione delle risorse destinate
alla lotta al degrado ambientale e sociale, la creazione di spazi di gioco e
di incontro tra le persone, la valorizzazione dei cortili, dei
giardini, delle strutture scolastiche, la promozione di percorsi di
partecipazione diretta delle nuovissime generazioni alla discussione ed
alla decisione su temi di rilevante e diretto interesse per la loro vita
di cittadini;
estendere la sistematica prevenzione delle forme di
violenza e di sfruttamento sui bambini e le bambine, attraverso il potenziamento e
la riqualificazione di tutti i servizi
territoriali sociali, educativi e sanitari, che devono essere impegnati in
prima linea nel sostegno dei genitori in difficolta', e valorizzando
l'affidamento familiare e l'adozione;
avviare la
trasformazione degli ospedali affinche' siano
garantiti adeguati spazi per i piccoli pazienti che tengano conto
delle loro esigenze di gioco, di studio, di affetto, di amicizia e di rapporto con i
genitori;
attivare azioni e
servizi rivolti all'adolescenza e alla pre-adolescenza,
in particolare quelli che favoriscano la salute fisica e
mentale, la crescita dell'autonomia, della responsabilita', della
partecipazione alla vita civile anche attraverso un diverso
atteggiamento nei confronti del tempo libero, dei percorsi formativi, di
preparazione al lavoro, di confronto con la dimensione europea.
Secondo l'Unicef, infatti, il tema
dell'adolescenza e della preadolescenza e' tra i piu'
importanti nella strategia globale di sviluppo dei diritti umani;
sostenere lo sviluppo e la
creazione di servizi di mediazione familiare generalizzando le
esperienze positive gia' compiute in alcuni comuni.
La nuova legge sulle adozioni internazionali
Con la
nuova disciplina delle adozioni internazionali (legge n. 476 del 1998)
le coppie che intenderanno adottare dei bambini vedranno ridursi l'attesa per
conseguire l'idoneita' da 20 a 9 mesi, godranno di un nuovo sistema di astensione
dal lavoro, potranno dedurre nella dichiarazione dei redditi le spese
sostenute, e soprattutto avranno la sicurezza di agire
davvero nell'interesse dei bambini senza rischiare di alimentare il
mercato, della disperazione.
La commissione per le adozioni
internazionali ed il centro nazionale di
documentazione saranno impegnati in una campagna
capillare di informazione pubblica
sulle nuove procedure dell'adozione internazionale.
E' necessario inoltre che l'Italia si attivi verso i Paesi dell'Est
e, in particolare, verso quelli da cui provengono la maggior parte dei
minori adottati nel nostro Paese: Russia, Bielorussia ed Ucraina.
Il Governo italiano, anche in collaborazione con la Commissione per
le adozioni internazionali, si impegna ad
avviare i contatti necessari al fine di proporre una
serie di accordi bilaterali con questi Paesi. Scopo degli accordi sara' quello di definire
interventi di cooperazione e di aiuto oltre che le forme della
collaborazione fra le rispettive autorita' in materia di adozione.
Contro lo sfruttamento e la violenza sessuale
Sara' consegnata al
Parlamento la prima Relazione sullo stato di applicazione della legge n. 269 del
1998 contro lo sfruttamento e la violenza sessuale, la pedofilia,
la pornografla, la prostituzione minorile ed il turismo sessuale. Il Governo e'
impegnato a garantire a tutti i livelli istituzionali ed operativi la massima
attivita' di coordinamento e monitoraggio sull'applicazione della nuova legge.
Inoltre il Governo si impegna a
realizzare una campagna di informazione e
sensibilizzazione rivolta a tutti i genitori,
finalizza alla valorizzazione della maternita' e paternita' ed al
sostegno della responsabilita' genitoriale.
Rifinanziare la legge n. 216 del 1991
Per garantire la possibilita' di interventi tempestivi e straordinari di fronte a situazioni particolarmente gravi per la condizione minorile, il Governo intende procedere nella prossima finanziaria al rifinanziamento della legge n. 216 del 1991 destinata alla realizzazione di interventi di prevenzione della criminalita' dei minorenni.
Contro il lavoro minorile
Il Governo intende
riaprire il dialogo con le parti sociali affinche'
sia data applicazione alla "Carta di impegni contro il
lavoro minorile" del 1998 e sia
intensificata l'attivita' di controllo degli ispettorati.
Il Ministero della pubblica
istruzione, in sintonia con l'applicazione
della riforma dei cicli scolastici e d'intesa con il Ministro per
la solidarieta' sociale, promuovera' una campagna di informazione
diffusa e capillare per la promozione della formazione scolastica da
realizzarsi entro i prossimi mesi, cosi' come vanno sostenute
tutte le iniziative contro l'evasione e la dispersione scolastica.
A questo riguardo va particolarmente sostenuta
l'esperienza dei "maestri di strada", progetto, gia' finanziato dalla legge n.
285 del 1997 e sperimentato in alcune citta', che ha dimostrato di
essere efficace nel recupero dei ragazzi che hanno abbandonato la scuola.
Il progetto obiettivo materno infantile
Il Progetto obiettivo materno infantile e' lo strumento operativo, all'interno del Piano sanitario nazionale, per una politica di tutela dell'infanzia, della maternita' e della salute della donna piu' in generale. La sua strategia e' quella dell'integrazione tra interventi sanitari e interventi sociali, collegando i diversi servizi presenti sul territorio. Cio' ha riguardo, ad esempio, alla prevenzione delle gravidanze a rischio, valutando anche il rischio sociale, determinato dall'emarginazione e dall'isolamento; alla prevenzione del disagio adolescenziale e dei comportamenti devianti spesso determinati da esperienze di violenza e di sfruttamento sessuale; alla cura e alla riabilitazione dei bambini con malattie croniche o gravi patologie, favorendo il piu' possibile la loro permanenza in famiglia. Per la concreta realizzazioni di questi importanti obbiettivi sono essenziali i consultori familiari e i pediatri di base. E' la sensibilita', il dinamismo, la capacita' operativa di queste figure la piu' importante garanzia per la salute dei bambini e delle bambine ed uno dei fattori piu' significativi di sostegno dei genitori.
Il comitato minori stranieri
Il Comitato per
la tutela dei minori stranieri, previsto dalla legge
sull'immigrazione, procedera' a realizzare un censimento
nazionale sulla presenza dei minori stranieri non accompagnati, allo scopo
di mettere a punto standard di accoglienza
uniformi sul territorio nazionale e di avviare opportuni rapporti con i Paesi
di provenienza. Sara' inoltre attivata un'agenzia nazionale che si fara' carico
di esaminare, caso per caso, l'opportunita' di avviare un
processo di integrazione del minore nel
nostro Paese o di organizzarne il rientro in
famiglia. A tal fine saranno avviate due attivita': una in Italia,
con l'stituzione di una rete di centri attivi nell'accoglienza;
una seconda nei Paesi di origine, per prevenire le partenze
illegali e favorire i rientri in famiglia.
Si reputa inoltre opportuno
stipulare protocolli operativi specifici, il primo
dei quali con il CONI e la Federcalcio, per affrontare il
tema dei numerosissimi minori stranieri che ogni anno vengono a contatto
con il sistema delle societa' sportive nella speranza di un ingaggio.
Si intende, infine, avviare d'intesa con
le associazioni degli immigrati, in particolare
quelle femminili, una campagna di informazione e
sensibilizzazione presso le famiglie immigrate contro le mutilazioni genitali delle
bambine, perseguite dalle nostre leggi, ma ancora troppo raramente
denunciate perche' legittimate dalle tradizioni delle comunita' di
provenienza.
Bambini nel mondo
Sostegno a distanza e
cooperazione allo sviluppo sono due pilastri dell'intervento umanitario italiano nel
mondo. In questi ultimi anni si sono moltiplicate le situazioni di crisi con un
impatto diretto e devastante sulla popolazione minorile: guerre, catastrofi
naturali, poverta' e sottosviluppo.
Sono temi al centro della riflessione mondiale che si svolgera' nel
2001 nel corso del Summit dei Capi di Stato e di Governo sul futuro della
Convenzione di New York sui diritti del fanciullo.
L'Italia ha sempre avuto un ruolo
di primo piano in tutte le circostanze grazie alla
generosita' ed intraprendenza dei suoi cittadini e delle
famiglie.
Il Governo si impegna a dar
vita ad un coordinamento "Pro Infanzia",
unitario e permanente per la gestione dell'intervento
umanitario in caso di emergenze, cui saranno invitate a partecipare tutte le
organizzazioni attive nel settore degli aiuti umanitari, del sostegno a distanza e della
cooperazione.
Il Governo si impegna inoltre con la prossima legge finanziaria
ad aumentare i fondi per la cooperazione allo sviluppo finalizzata ad
interventi a favore di migliori condizioni di vita e di sviluppo per l'infanzia in
difficolta'.
A. Bambini e TV
Sulla scorta delle indicazioni dell'Osservatorio nazionale, il Governo auspica con decisione che il servizio pubblico radiotelevisivo voglia dedicare sforzi ed impegno al fine di garantire un'offerta televisiva di grande qualita' e spessore educativo, soprattutto promuovendo una produzione autonoma di programmi misurati sulle esigenze dei bambini che vivono in Italia e differenziando l'offerta a seconda del target: bambini e bambine, pre-adolescenti e adolescenti. Un'offerta che sia sempre piu' in linea con le indicazioni contenute nella Convenzione di New York, che vedono i mezzi di comunicazione non come realta' da cui difendersi, ma come strumenti che possono svolgere un ruolo cruciale nello sviluppo delle nuove generazioni.
Un piano d'azione Europeo
Il Governo italiano
infine si impegna a proporre all'Unione una
strategia europea a favore dei diritti dell'infanzia e
dell'adolescenza. In primo luogo avviando una modifica del trattato
istitutivo, volta a riconoscere anche formalmente il tema delle nuove generazioni e
dei loro diritti, e iniziando a mettere in cantiere un vero e proprio piano d'azione
europeo per l'infanzia e l'adolescenza.
Sono molti infatti i problemi che possono
trovare una soluzione adeguata solo attraverso un Governo europeo: la tratta di
minorenni, gli stranieri non accompagnati, le
politiche di sviluppo e di sostegno per i Paesi dell'Est, le
strategie di contrasto delle nuove criminalita' informatiche, i problemi
legati al consumo di alcool e di nuove droghe, l'affiorare del fenomeno del nomadismo di
minorenni. Ma non ci sono solo questi gravi problemi a
legittimare un piano d'azione: c'e' la profonda necessita'
che si attivino politiche comuni rivolte alle nuove generazioni, nuove
politiche di welfare ed azioni concrete con l'obiettivo di
far crescere una cittadinanza europea reale e non solo virtuale,
attraverso il protagonismo e la partecipazione dei piu' giovani tra gli europei.
Il pubblico tutore dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza
Pur nella
consapevolezza dell'oggettiva difficolta', in questo scorcio di
legislatura, di realizzare nuovi interventi normativi, il Governo intende
onorare un impegno europeo con l'istituzione della figura del pubblico
tutore dei bambini e delle bambine. In coerenza con un disegno
politico federalista, si individueranno in capo a questa figura compiti
attualmente esercitati dallo Stato, all'interno di una collocazione territoriale piu'
vicina alle persone.
I compiti principali saranno quelli dell'ascolto dei problemi
delle persone in formazione, della difesa dei loro
interessi, della promozione delle azioni positive per l'infanzia e
l'adolescenza, del potenziamento della tutela dei relativi diritti. E' una
innovazione istituzionale che vuole anche inaugurare
una fase nuova e piu' incisiva di azione per il rispetto e
la valorizzazione dei diritti sanciti dalla Convenzione di
New York. Sara' di fondamentale importanza a
questo riguardo la collaborazione e l'impegno delle regioni.
L'ascolto dei cittadini piu' piccoli
Sono necessarie ed urgenti
delle norme di adeguamento del nostro ordinamento
affinche' siano concretamente
realizzabili le disposizioni di principio
contenute nella Convenzione europea sull'ascolto dei minori, ratificata
dal nostro Paese lo scorso anno.
Il Governo si impegna a presentare al
Parlamento il testo di un disegno di legge che consentira' l'ascolto dei
minori non solo nei procedimenti giudiziari ma anche in quelli amministrativi.