16 maggio 1998


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Discussione della proposta di legge di iniziativa dei ragazzi Daniele Borrani, Sara Casarotto, Maura Corti, Daniele Gamberucci e Antonio Leo, dell'Istituto tecnico commerciale geometri «P. Calamandrei» di Sesto Fiorentino, Firenze (Toscana): «Integrazione e modifica della legge quadro 5 febbraio 1992, n. 104 per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate» (85).

PRESIDENTE. Passiamo ora all'esame della proposta di legge n. 85, di iniziativa dei ragazzi Daniele Borrani, Sara Casarotto, Maura Corti, Daniele Gamberucci e Antonio Leo, dell'Istituto tecnico commerciale geometri «Calamandrei» di Sesto Fiorentino (Firenze): «Integrazione e modifica della legge quadro 5 febbraio 1992, n. 104 per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate» (per il testo della proposta di legge vedi l'allegato).
Dichiaro aperta la discussione.
Ha facoltà di parlare la studentessa Sara Casarotto che, in qualità di relatore, illustrerà la proposta.

SARA CASAROTTO, Relatore. Onorevole Presidente, gentilissimi colleghi, con la nostra proposta chiediamo che sia realizzato fino in fondo il principio di integrazione scolastica degli studenti handicappati, cioè chiediamo che siano realizzati pienamente quegli articoli della Costituzione secondo i quali i capaci e meritevoli hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi senza distinzioni di condizioni personali.
Noi riteniamo giusto quindi che siano offerte anche agli studenti universitari disabili quelle opportunità che la legge n. 104 del 1992 assicura agli studenti disabili delle scuole medie inferiori e superiori, cioè l'assistenza didattica specifica e l'ausilio di prove equipollenti in sede d'esame. A tale fine abbiamo previsto un'integrazione ed una modifica della legge.
L'integrazione consiste nell'aggiunta del comma 6-bis all'articolo 13 della legge in vigore. Con questo comma intendiamo garantire due diritti ai portatori di handicap iscritti all'università, in primo luogo la disponibilità di sussidi tecnici e didattici specifici, sussidi che le università possono fornire anche mediante convenzioni con centri specializzati. Pensiamo a strumenti tradizionali come i testi in Braille, ma anche a strumenti informatici come computer con sintesi vocale e adattati, nell'hardware e nel software a seconda della tipologia di handicap.
In secondo luogo vogliamo garantire l'assegnazione di un tutor specializzato, che, anche all'università, sia il punto di riferimento per la didattica e per le attività di integrazione dello studente disabile. Proponiamo anche una modifica della legge n. 104: l'attuale comma 5 dell'articolo 16 lascia che sia il docente della materia a decidere se gli studenti disabili possano sostenere gli esami universitari con gli ausili loro necessari. Noi non riteniamo giusto che la garanzia di un diritto sia lasciata alla sensibilità dei singoli docenti universitari, perciò abbiamo scritto un nuovo comma 5, che prevede il diritto di sostenere esami, con ausili e prove equipollenti sulla base di una dettagliata documentazione e del parere del tutor specializzato.
Per evitare equivoci su sconti di programma abbiamo precisato che le prove equipollenti consistono nell'utilizzo di mezzi tecnici o modi diversi di verifica, quali per esempio test al computer.
In conclusione, come cittadini di questa Repubblica, abbiamo voluto dare il nostro contributo a favore del pieno sviluppo delle potenzialità degli studenti disabili. Grazie (Applausi).

PRESIDENTE. Il primo iscritto a parlare è lo studente Christian Bariani, dell'Istituto tecnico industriale statale «Maserati» di Voghera (Pavia). Ne ha facoltà.

CHRISTIAN BARIANI, (Istituto tecnico industriale statale «A. Maserati» di Voghera - Pavia). La nostra Costituzione annovera tra i principi fondamentali l'uguaglianza giuridica e sociale di tutti i

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cittadini, soprattutto tramite la promozione dell'esercizio del pluralismo e della democrazia all'interno del quale ci riconosciamo.
Nonostante l'impegno di assicurare l'effettivo adempimento di questo diritto inderogabile ed inviolabile di ogni cittadino, ancora molte sono le situazioni discriminatorie, come i molti ostacoli che rendono difficoltoso il pieno esercizio del diritto allo studio e all'integrazione sociale, in primo luogo, degli studenti universitari disabili.
Per questo ritengo di dover sostenere la proposta che mira ad estendere agli studenti universitari portatori di handicap tutte le opportunità consistenti in ausili tecnici, quindi materiali, ma soprattutto morali, in modo da poter garantire anche a loro quelle opportunità che invece sono garantite con certezza nelle scuole di grado inferiore.
Troviamo infatti sensate le proposte di modifica della legge quadro n. 104 del 1992, perché garantendo l'assegnazione di sussidi specifici, l'utilizzo di assistenza didattica e l'accesso a prove equipollenti per il superamento degli esami universitari, qualificano come diritto soggettivo opportunità altrimenti usufruibili solo mediante la ricerca di intese, non sempre raggiungibili perché lasciate alla discrezione e alla sensibilità dei docenti, che purtroppo non sono sempre presenti. Grazie (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare lo studente Carlo Bragiola dell'Istituto tecnico industriale statale «De Pretto» di Schio (Vicenza). Ne ha facoltà.

CARLO BRAGIOLA, (Istituto tecnico industriale statale «S. De Pretto» di Schio - Vicenza). Gentili colleghi, ancora oggi nei nostri atenei le lezioni vengono svolte in ambienti non idonei alla didattica, come per esempio le sale cinematografiche, con un numero sicuramente troppo elevato di studenti per raggiungere un'adeguata valenza didattica.
Peraltro detti ambienti non assolvono al compito della trasmissione del sapere e presentano caratteristiche ed ostacoli che limitano fortemente la partecipazione, soprattutto degli studenti con handicap fisico.
Pertanto si chiede di introdurre l'obbligo di istituire aule universitarie che non presentino ostacoli per tutti gli studenti e, in particolar modo, per chi è stato colpito da una menomazione.
Dopo aver esaminato la proposta di modifica e di integrazione della legge n. 104, presentata dai colleghi dell'Istituto tecnico commerciale per geometri «P. Calamandrei» di Sesto Fiorentino, esprimerò su di essa un voto favorevole. Grazie (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare lo studente Valentino Labarile dell'Istituto tecnico commerciale «Fiore» di Modugno (Bari). Ne ha facoltà.

VALENTINO LABARILE, (Istituto tecnico commerciale «T. Fiore» di Modugno - Bari). Onorevoli colleghi, abbiamo scelto di intervenire a favore della proposta in esame perché la nostra scuola, l'Istituto tecnico commerciale «Tommaso Fiore» di Modugno, ha da tempo percorso la difficile strada per garantire la piena integrazione dei soggetti in situazioni di handicap e ne ha fatto uno dei punti di forza del proprio progetto di istituto.
Siamo fortemente convinti del valore della diversità: come affermato dal Consiglio di Stato, non esiste graduazione di dignità e di importanza fra le persone. Lo sviluppo di chi è originariamente meno dotato è uno degli obiettivi primari dello Stato.
Riteniamo che gli articoli 13 e 16 della legge n. 104 del 1992 vadano integrati così come proposto, affinché il diritto allo studio della persona handicappata sia garantito anche all'università.
Pertanto, chiediamo di votare a favore della proposta in esame. Vorrei concludere con una frase di un nostro compagno di classe, dotato di una notevole memoria e di tanta buona volontà: «Un ragazzo che ha voglia di continuare a studiare e ad imparare, anche se ha un difetto più o

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meno grave, ha il diritto di realizzare i suoi sogni.» (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la studentessa Raffaella Parrella dell'Istituto tecnico commerciale «Cerboni» di Portoferraio (Livorno). Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PARRELLA, (Istituto tecnico commerciale «G. Cerboni» di Portoferraio - Livorno). Signor Presidente, nell'intervenire a favore della proposta di legge presentata dall'Istituto tecnico commerciale per geometri «Calamandrei», di Sesto Fiorentino - «Integrazione e modifica della legge quadro 5 febbraio 1992, n. 104 per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate» -, vorrei richiamare la vostra attenzione sui seguenti punti.
Pur ritenendo che la legge n. 104 del 1992 abbia compiuto un notevole passo in avanti rispetto alla legislazione precedente, rimane troppo discrezionale, in quanto ci si affida alla sensibilità dei docenti e delle singole università rispetto ai sussidi e all'assistenza da fornire ai colleghi meno fortunati che vogliono intraprendere gli studi universitari.
Fermo restando che sono stati fatti notevoli passi avanti nella possibilità di garantire un buon grado di scolarizzazione e di formazione anche ai portatori di handicap, soprattutto nelle regioni del centro-nord, riteniamo tuttavia che il nostro paese, che ha raggiunto negli ultimi anni i grandi obiettivi europei, si debba dotare anche in questo settore di una legislazione avanzata e moderna, che garantisca a tutti le stesse possibilità.
Deve essere il merito e non la forma a far interrompere o a far proseguire il percorso scolastico. Già nel 1947 i costituenti si posero il grande problema del pieno sviluppo della persona, in base all'articolo 3 della Costituzione. Per questo, proponiamo un voto favorevole alla proposta di legge: «Integrazione e modifica della legge-quadro 5 febbraio 1992, n. 104 per l'assistenza, l'integrazione sociale dei diritti delle persone handicappate», con la quale non ci si limita ad indicare una possibilità di accesso agli istituti universitari, ma si individuano le strategie valide e necessarie affinché quei 20 mila ragazzi handicappati che hanno avuto la possibilità ma anche la fortuna di terminare gli studi secondari superiori possano vedersi garantito il loro diritto allo studio, non solo limitatamente alla scuola secondaria, dell'obbligo e non, ma anche all'università. Pertanto, la legge deve indicare gli ausili necessari, gli strumenti e i materiali, ma anche e soprattutto la figura del docente specializzato che affianchi i ragazzi in tutto il percorso universitario, in modo tale che si realizzi nell'intero ambito scolastico quel diritto del pieno sviluppo dell'uguaglianza dei cittadini che la nostra Costituzione ha sancito cinquant'anni fa (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la studentessa Gianna Borciani del Liceo classico-scientifico statale «Ariosto-Spallanzani» di Reggio Emilia. Ne ha facoltà.

GIANNA BORCIANI, (Liceo classico-scientifico statale «Ariosto-Spallanzani» - Reggio Emilia). Noi studenti del Liceo classico «Ariosto» di Reggio Emilia abbiamo constatato che le modifiche proposte agli articoli 13 e 16 della legge n. 104 del 1992 tutelano gli studenti universitari portatori di handicap, affinché venga loro garantita una piena assistenza didattica ed un trattamento equivalente in sede di esame.
A tal fine, noi siamo d'accordo nel garantire a tutti coloro che si trovano in tali condizioni le stesse opportunità che hanno nelle scuole superiori, come tutti gli altri studenti. L'articolo 3 della Costituzione, infatti, mette in evidenza come tutti i cittadini siano uguali davanti alla legge e non debbano essere discriminati per questioni di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali o sociali.
Riteniamo pertanto necessaria la modificazione o l'eventuale introduzione di una legge che provveda all'assistenza, all'integrazione sociale e ai diritti delle persone handicappate, evitando, come ac

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cade oggi, che sia affidata all'iniziativa dei singoli docenti delle singole università la garanzia di tali diritti.
Prendendo in considerazione infine l'articolo 34 della nostra Costituzione, vorremmo che fosse modificato, in funzione dei capaci e meritevoli, non solo qualora siano privi di mezzi, ma anche se portatori di handicap (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare lo studente Daniele Chiappini dell'Istituto tecnico «Giordano Bruno» di Perugia. Ne ha facoltà.

DANIELE CHIAPPINI, (Istituto tecnico «Giordano Bruno» - Perugia). Come portavoce della classe II A ad indirizzo scientifico e tecnologico dell'Istituto tecnico «Giordano Bruno» di Perugia mi dichiaro a favore della presente proposta di legge per i seguenti motivi. In primo luogo, la proposta di legge recepisce le affermazioni contenute nelle risoluzioni del Consiglio europeo e del Consiglio dei ministri dell'istruzione della Comunità europea del 31 maggio 1990, volte a garantire la qualità della vita e quindi dell'educazione del disabile, il rispetto delle differenze, la flessibilità e l'innovazione delle metodologie di studio. In secondo luogo, essa, attraverso l'assunzione di nuovi principi, non solo mira a sancire diritti ma vuole essere anche punto di partenza per lo sviluppo di una cultura di integrazione che può essere garantita non solo dalla sensibilità del singolo ma anche dall'assunzione di responsabilità che permette di collegare ed integrare la pratica educativa e la ricerca scientifica.
Siamo a favore, consapevoli però che le leggi che sanciscono diritti non sono sufficienti; allo stesso tempo c'è bisogno di rendere concreto uno sforzo comune per far sì che le leggi siano punto di partenza per lo sviluppo di una cultura dell'integrazione, la quale esige che all'affermazione di principi segua un concreto esercizio degli stessi (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la studentessa Carmen D'Amico dell'Istituto magistrale di Bojano (Campobasso). Ne ha facoltà.

CARMEN D'AMICO, (Istituto magistrale di Bojano - Campobasso). Signor Presidente, onorevoli colleghi, premetto che noi siamo favorevoli a questa proposta che va a collocarsi in uno scenario politico, istituzionale e sociale che da qualche anno mira alla realizzazione della qualità della vita e all'attuazione della qualità dei servizi, promuovendo così la cultura della politica dei diritti che intervenga in situazioni di maggiore criticità. Basti pensare, per esempio, alla legge Bassanini e ai relativi decreti attuativi, alla legge n. 142, eccetera. Si avverte, considerato l'attuale vuoto legislativo, l'urgenza e la necessità di una nuova legge quadro nazionale che disciplini l'attività socioassistenziali e che favorisca l'emanazione di una legge regionale.
Al momento, infatti, nella nostra regione - il Molise - come in altre, c'è solo una proposta di legge che comunque contempla azioni per l'assistenza di disabili. La legge n. 104 del 1992, infatti, pur avendo il merito di promuovere azioni ed interventi per i disabili, non è stata esaustiva di tutte le problematiche ad essa connesse e pertanto le integrazioni proposte dagli onorevoli colleghi vanno a salvaguardare il diritto all'istruzione dei giovani disabili universitari, favorendone il graduale processo di acculturazione mediante idonei e specifici percorsi di studio.
Perché ciò concretamente si verifichi è indispensabile il collegamento operativo delle istituzioni interessate, la cosiddetta pluralizzazione degli attori sociali (università, scuola, ASL, terzo settore, eccetera) rendendo possibile anche la formulazione di una carta dei servizi dello studente universitario che indichi le scelte educative, didattiche ed organizzative adeguate a tali soggetti, così come già avviene nelle scuole secondarie superiori (Applausi).

PRESIDENTE. Tutti gli intervenuti hanno espresso parere favorevole. C'è qualcuno che intende prendere la parola per parlare contro la proposta di legge in esame? Mi sembra di no.


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Non essendovi altri iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione.
Ha facoltà di parlare il ministro per la solidarietà sociale, onorevole Livia Turco, per esprimere il parere sulla proposta.

LIVIA TURCO, Ministro per la solidarietà sociale. Nell'esprimere il parere favorevole alla proposta di legge in esame, voglio rivolgere un ringraziamento per la sensibilità che è stata manifestata nel presentare una proposta che ritengo giusta ed importante. Essa interpella direttamente la responsabilità della funzione di coordinamento del Ministero della solidarietà sociale e più precisamente la funzione del ministro della pubblica istruzione, che è qui presente.
Come è stato ricordato, questa proposta integra la legge n. 104 del 1992.
Vorrei sottolineare che la legge n. 104 è di straordinaria importanza. È giusto vederne le difficoltà applicative, ma si tratta di una delle leggi più grandi della nostra Repubblica, proprio per la cultura che ne è alla base: la valorizzazione della differenza, l'integrazione della persona disabile. Come hanno messo giustamente in rilievo parecchi interventi, per applicare la legge non servono soltanto norme meno discrezionali; serve soprattutto la costruzione di questa cultura in tutta la società.
Consentitemi di salutare l'onorevole Rosa Russo Jervolino, che oggi è presente e che era il ministro responsabile quando fu approvata la legge n. 104.
Il parere favorevole su questo progetto di legge è motivato dal fatto che propone di mettere a disposizione opportunità per abbattere le barriere, non solo architettoniche, che ancora si frappongono alla piena integrazione della persona disabile.
Oltre a raccogliere i suggerimenti che voi avete avanzato, vorrei fare due sottolineature. La prima è che dobbiamo fare grande attenzione alle opportunità che l'innovazione tecnologica mette a disposizione, sapendole utilizzare a pieno. La seconda riguarda una proposta che mi è stata avanzata da una studentessa disabile nel corso di un incontro che ho avuto con lei, una proposta molto utile che può integrare il progetto di legge da voi presentato: la possibilità di favorire il sostegno e l'aiuto da parte degli studenti. Questa ragazza suggeriva di prevedere, ad esempio, come forma concreta per favorire l'aiuto ed il sostegno da parte degli studenti verso quelli che hanno particolari difficoltà, la defiscalizzazione delle spese scolastiche. Pongo questo suggerimento alla vostra attenzione perché mi sembra interessante e, lo ripeto, mi è stato avanzato da una studentessa che vive direttamente l'esperienza dell'università in condizioni di disabilità.
Credo sia molto giusto sottolineare anche l'importanza delle leggi regionali, così com'è stato detto nell'ultimo intervento, perché il senso della legge n. 104 è proprio quello di sollecitare l'intervento e l'iniziativa di una pluralità di soggetti, prima di tutto gli enti locali.
A conclusione, dichiaro che il Governo è impegnato per la piena applicazione della legge n. 104, soprattutto per quanto riguarda l'integrazione scolastica ma anche per l'integrazione lavorativa, l'abbattimento delle barriere architettoniche, la promozione del diritto alla mobilità, il sostegno alle famiglie con portatori di handicap gravi. Credo sia importante la recente approvazione di una legge che rifinanzia la legge n. 104 e che finalizza questo finanziamento proprio all'aiuto ed al sostegno di coloro i quali sono in maggiori difficoltà, cioè i portatori di handicap grave. Questa legge, come voi avete detto, per funzionare ha bisogno di una forte crescita culturale e del concorso di più attori - e in questo senso gli enti locali sono decisivi - ma anche di risorse; quindi, il rifinanziamento della legge è un atto concreto di volontà politica.
Ringrazio dunque per il vostro suggerimento, che raccogliamo e sul quale esprimiamo un parere favorevole (Applausi).

PRESIDENTE. Si è così concluso l'esame della proposta di legge.
Passiamo ora al voto.


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Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sulla proposta di legge n. 85, testé esaminata.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Integrazione e modifica della legge-quadro 5 febbraio 1992, n. 104 per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate» (85):

Presenti 512
Votanti 462
Astenuti 50
Maggioranza 232
Hanno votato 420
Hanno votato no 42
(È approvata - Applausi).