GIOVANNI GIURIATI č nato a Venezia il 4 agosto 1876 ed č morto a Roma il 6 maggio
1970.
Dopo aver conseguito la laurea in legge si dedica con successo alla
professione forense ma svolge anche un'intensa attivitą irredentistica: nel 1903 si fa
socio della «Trento e Trieste» e nel 1913 ne diviene presidente. Tra la fine del 1914 ed
i primi del 1915 riunisce i molti irredenti, disertori dall'Austria, che affluiscono a
Venezia e nel gennaio del 1915 li guida ad Avezzano in soccorso delle popolazioni locali
colpite dal terremoto. Richiamato alle armi ai primi di maggio č subito al fronte e resta
per tutta la durata del conflitto in zona di operazioni; il 21 novembre 1915 a Oslavia č
ferito e decorato di medaglia d'argento, il 22 maggio 1917 č promosso maggiore per meriti
di guerra ed il 19 agosto dello stesso anno, nuovamente ferito sulla Bainsizza, riceve una
seconda medaglia d'argento. Congedato, a guerra finita, riprende a Venezia la professione
ma poi segue D'Annunzio a Fiume ed č suo capo gabinetto sino al dicembre 1919 quando va a
Zara a comandare il battaglione (la legione del Carnaro) che il comandante aveva
convenuto con l'ammiraglio Millo di lasciare in cittą. Nel 1920 č inviato a perorare la
causa fiumana alla conferenza della pace di Parigi. Dopo il trattato di Rapallo aderisce
al fascismo e viene eletto deputato nelle elezioni del 1921 ed č uno dei firmatari della
tregua con i socialisti. Dopo la marcia su Roma entra a far parte del nuovo governo come
ministro delle Terre Liberate; successivamente č ministro dei Lavori Pubblici dal 1925 al
1929, incarico che lascia quando viene eletto il 29 aprile (con 348 voti e due schede
bianche su 350 votanti) presidente della Camera.
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Il 7 ottobre 1930 č nominato segretario del Partito Nazionale Fascista succedendo ad
Augusto Turati; lontano dagli intrighi e dalle gelosie che dividevano i gerarchia ai primi
di giugno dell'anno successivo rassegna le dimissioni che inizialmente vengono respinte;
poi, il 7 dicembre lascia definitivamente la carica. Viene insignito del Collare
dell'Annunziata e, nel 1934, č nominato senatore. Firmatario, il 24 luglio 1943,
dell'ordine del giorno Grandi, č condannato a morte in contumacia al processo di Verona.
Assolto nel 1947 in un processo per profitti di regime trascorre il resto della vita
lontano dalla vita pubblica.