Crisi del I Governo D'Alema e formazione del II Governo D'Alema



12 dicembre 1999

Nella replica conclusiva al primo congresso dei Socialisti democratici italiani (SDI) di Fiuggi, il presidente del partito, on. Boselli, chiede di aprire formalmente la crisi di governo a gennaio, evitando un rimpasto, e di sostituire il Presidente del Consiglio D’Alema, per designare un nuovo premier in grado di guidare con maggiori possibilità di vittoria il centro-sinistra alle elezioni del 2001.


13 dicembre 1999

Il Presidente della Repubblica Ciampi riceve al Quirinale il Presidente del Consiglio, il quale gli manifesta la sua intenzione di intervenire in Parlamento per una verifica della maggioranza.


14 dicembre 1999

Il Presidente della Repubblica riceve al Quirinale i Presidenti delle Camere Mancino e Violante, i quali riferiscono sullo stato dei lavori parlamentari e dell’iter di approvazione della legge finanziaria.
Il Presidente del Consiglio invia una lettera ai Presidenti delle Camere, che la leggono alle rispettive Assemblee, con la quale comunica la sua intenzione di riferire in Parlamento subito dopo l’approvazione della legge finanziaria.
Riunione dei leader del Trifoglio Cossiga, Boselli e La Malfa, i quali chiedono l’apertura di una crisi formale indispensabile per avviare il chiarimento e si esprimono criticamente nei confronti della formula, sostenuta da PPI, UDEUR e I Democratici, di un incarico a D'Alema fino alla fine della legislatura.


15 dicembre 1999

Il segretario dei Democratici di sinistra Veltroni invia una lettera ai segretari degli altri partiti della maggioranza in cui ribadisce il carattere strategico dell’alleanza di centro-sinistra e la pari dignità di tutte le forze politiche che ne fanno parte, comprese quelle del Trifoglio.


16 dicembre 1999

Dopo che da alcuni giorni sono circolate notizie di stampa su proposte corruttive nei confronti di parlamentari, l'on. Bampo, inizialmente appartenente al gruppo della Lega Nord e ora componente del gruppo Misto, dichiara al quotidiano La Repubblica di essere stato contattato da un esponente dell’UDEUR, l’on. Bagliani, anche lui eletto nelle liste della Lega Nord, il quale gli avrebbe offerto 200 milioni per passare nel gruppo dell’UDEUR. L’on. Bagliani smentisce e annuncia querele.
Il Presidente del Consiglio interviene sulla questione, chiedendo al Presidente della Camera Violante di fare subito piena chiarezza sulla vicenda.
In serata la Camera approva la legge finanziaria, che passa all’esame del Senato.


18 dicembre 1999

Il Senato approva definitivamente la legge finanziaria per il 2000.
In apertura di seduta alla Camera viene annunciata la nomina e la convocazione di una commissione di indagine a norma dell’art. 58 R.C. (giurì d'onore), richiesta dall’on. Manzione, presidente del gruppo dell’UDEUR, con il compito di accertare la fondatezza delle accuse nei confronti dei deputati del gruppo dell’UDEUR contenute in dichiarazioni dell’on. Bampo, confermate dallo stesso nel suo intervento per fatto personale nella seduta del 17 dicembre.
Alle ore 17 il Presidente del Consiglio si presenta alla Camera per rendere comunicazioni sulla situazione politica.
Dopo le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri, la seduta viene sospesa e l'onorevole D'Alema si reca al Senato per svolgere le sue comunicazioni. D'Alema replica al Senato l'intervento fatto alla Camera, con alcune aggiunte a braccio.
Al termine del discorso al Senato, il Presidente del Consiglio torna alla Camera, dove inizia il dibattito sulle comunicazioni del Governo.
Il dibattito alla Camera si conclude in serata con la replica del Presidente del Consiglio, il quale, dopo aver preannunciato la sua volontà di rassegnare le dimissioni, dichiara di aver preso atto della volontà, espressa dai gruppi della maggioranza, di continuare e di rilanciare l’azione del centro sinistra.
Il Consiglio dei Ministri si riunisce alla Camera. Il Presidente D'Alema, a seguito delle comunicazioni rese alla Camera e al Senato della Repubblica, informa i ministri che si recherà dal Capo dello Stato per rassegnare le dimissioni del Governo. Il Consiglio prende atto e condivide l'iniziativa del Presidente del Consiglio.
Il Presidente del Consiglio si reca al Quirinale e presenta le dimissioni al Capo dello Stato.
Il Presidente della Repubblica si riserva di decidere sulle dimissioni rassegnate dal Presidente D'Alema e invita il Governo a rimanere in carica per il disbrigo degli affari correnti.
Il Presidente del Consiglio, dopo l' incontro con il Capo dello Stato al Quirinale viene ricevuto dal Presidente del Senato Mancino e, successivamente, dal Presidente della Camera Violante, ai quali comunica la decisione di rassegnare le dimissioni. 


19 dicembre 1999

Il Presidente della Repubblica inizia le consultazioni: riceve i Presidenti del Senato Mancino e della Camera Violante; i rappresentanti del gruppo misto del Senato e della Camera; della Vallee d'Aoste; del Partito sardo d'azione; della Liga Alleanza Autonomista-Veneto; del Centro-Unione popolare democratica; della SVP; dell’Unione autonomista ladina; del Patto Segni; dei Riformatori liberaldemocratici; del CDU; degli Autonomisti e Federalisti; di Rifondazione comunista; della Lega Nord.


20 dicembre 1999

Si concludono le consultazioni: Ciampi incontra le rappresentanze parlamentari dei Socialisti democratici italiani e dell’UPR; di Forza Italia, Alleanza nazionale e CCD; dei Democratici di sinistra, Popolari, UDEUR, Comunisti Italiani, I Democratici, Verdi, Rinnovamento italiano e Federalisti liberaldemocratici repubblicani. Sono infine ascoltati gli ex Presidenti della Repubblica Leone, Cossiga e Scalfaro.
Nella serata il Presidente della Repubblica affida l'incarico di formare il nuovo Governo al Presidente del Consiglio dimissionario D’Alema, il quale accetta con la rituale riserva.
L’on. D'Alema, dopo essersi recato dai Presidenti delle Camere per comunicare l'incarico ricevuto, inizia immediatamente le consultazioni per la formazione del nuovo Governo, incontrando a Palazzo Chigi i leader della coalizione.


21 dicembre 1999

Il Presidente del Consiglio incaricato ha colloqui con i rappresentanti di UPR, SDI e PRI. Prosegue quindi con gli esponenti della Lega Nord, di Rifondazione Comunista, delle minoranze linguistiche e del Polo.


22 dicembre 1999

Il Presidente del Consiglio incaricato si reca al Quirinale per sciogliere la riserva e presentare al Capo dello Stato la lista dei ministri. La crisi di governo si conclude dopo 4 giorni.

Con tre distinti D.P.R. emanati il 22 dicembre 1999 il Presidente della Repubblica: accetta le dimissioni che il Presidente del Consiglio D’Alema ha presentato il 18 dicembre in nome proprio e dei Ministri del Governo da lui presieduto; accetta le dimissioni dalle rispettive cariche dei Sottosegretari di Stato, i quali restano in carica fino alla nomina dei nuovi Sottosegretari; nomina l’on. D’Alema Presidente del Consiglio.
Con altro decreto in pari data, adottato su proposta del Presidente del Consiglio, il Presidente della Repubblica nomina i 25 Ministri (rispetto ai 26 del Governo uscente) del nuovo Gabinetto; 7 sono i Ministri senza portafoglio.

Al Quirinale prestano giuramento nelle mani del Capo dello Stato il Presidente del Consiglio e, successivamente, i Ministri.
Prima riunione del Consiglio dei Ministri: il Consiglio esprime parere favorevole sulle proposte, avanzate dal Presidente D'Alema, di nomina a Sottosegretario di Stato per la Presidenza del Consiglio, con le funzioni di Segretario del Consiglio medesimo, dell’on. Micheli; di conferimento degli incarichi ai Ministri senza portafoglio (per le pari opportunità, per la funzione pubblica, per gli affari regionali, per i rapporti con il Parlamento, per le riforme istituzionali, per le politiche comunitarie, per la solidarietà sociale) ed al Ministro dell'Interno (incarico per il coordinamento della protezione civile); di nomina dei 65 Sottosegretari di Stato (tale numero non comprende il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio già nominato all’inizio della seduta) presso i vari dicasteri (10 in più rispetto ai 55 presenti nel precedente Governo) concertate con i singoli Ministri che i Sottosegretari sono chiamati a coadiuvare. Non vengono attribuite le funzioni di Vicepresidente del Consiglio. Successivamente il Presidente espone al Consiglio le linee generali delle dichiarazioni programmatiche che illustrerà al Senato. Il Consiglio condivide ed approva all'unanimità il programma di Governo.
Una parte dei Sottosegretari presta giuramento a Palazzo Chigi nelle mani del Presidente del Consiglio. La cerimonia si concluderà il giorno successivo.
Il Presidente del Consiglio si presenta al Senato per esporre le linee fondamentali del programma del Governo; la seduta viene sospesa per consentire al Presidente del Consiglio di recarsi alla Camera e consegnare, secondo la prassi, il testo del discorso programmatico.
Riprende la seduta al Senato con la discussione sulle comunicazioni del Governo.
Il dibattito si conclude nella tarda serata; dopo la replica del Presidente del Consiglio e le dichiarazioni di voto, viene posta in votazione per appello nominale la mozione di fiducia n. 1-00480 (sen. Angius, Elia, Pieroni, Roberto Napoli, Papini, Marino e Fiorillo) per la fiducia al secondo Governo D'Alema, (risultato della votazione: presenti: 282; votanti 281; maggioranza 141; favorevoli 177; contrari 100; astenuti 4).


23 dicembre 1999

A Palazzo Chigi si svolge il giuramento degli altri 56 Sottosegretari. L’on. Pinza, nominato Sottosegretario di Stato al Tesoro, non presta il prescritto giuramento e presenta le dimissioni dalla carica.
Subito dopo inizia alla Camera il dibattito sulle comunicazioni del Governo. I Presidenti dei gruppi di Forza Italia, on. Pisanu, e di AN, on. Selva, dichiarano che i deputati del Polo delle libertà non parteciperanno alla discussione, senza comunque abbandonare l'aula, e lasceranno ai leader del Polo il compito di manifestare le ragioni dell'opposizione nelle dichiarazioni di voto.
Si conclude il dibattito sulle comunicazioni del Governo. Dopo la replica del Presidente del Consiglio e le dichiarazioni di voto, viene posta in votazione la mozione di fiducia n. 1-00427 (on. Mussi, Soro, Mastella, Piscitello, Grimaldi, Paissan, Bastianoni, Brugger, Mazzocchin) per la fiducia al secondo Governo D'Alema, di contenuto analogo a quella votata al Senato (risultato della votazione: presenti: 615; votanti 597; astenuti18; maggioranza 299; favorevoli 310; contrari 287).


24 dicembre 1999

Il sen. Misserville, esponente dell'Udeur, in precedenza appartenente al gruppo di AN, si dimette dalla carica di Sottosegretario alla Difesa, dopo che la sua nomina era stata oggetto di contestazioni nella maggioranza.


29 dicembre 1999

Riunione del Consiglio dei Ministri: Il Consiglio accetta le dimissioni dei Sottosegretari Misserville (Difesa) e Pinza (Tesoro), per i quali non si procede alla sostituzione, e approva le proposte del Presidente D’Alema circa la nuova assegnazione di alcuni Sottosegretari.