Allegato B
Seduta n. 466 del 12/5/2004


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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
VIII Commissione:

REALACCI, MOLINARI e IANNUZZI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio. - Per sapere - premesso che:
la salvaguardia ambientale delle aree urbane da ogni forma di inquinamento rientra tra i compiti che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio dovrebbe perseguire come proprie finalità principali;
in questo contesto, emerge con evidenza la necessità che il citato Ministero promuova ogni possibile azione per la tutela dall'inquinamento elettrico, magnetico ed elettromagnetico;
il Parlamento ha approvato, nella scorsa legislatura, una importante legge-quadro in materia di inquinamento elettromagnetico, la legge n. 36 del 2001, che prevede la fissazione di criteri per la tutela delle popolazioni da tale forma di inquinamento, ispirandosi ai principi di cautela e di prevenzione;
numerosi comuni d'Italia presentano, sul proprio territorio, situazioni che potrebbero ricadere nell'ambito di applicazione delle prescrizioni della legge e dei vari decreti vigenti in materia, alcuni dei quali fissano peraltro precise indicazioni circa la distanza delle sorgenti elettriche e magnetiche dalle abitazioni e, in generale, dagli edifici privati e pubblici;
tra questi comuni ricade anche il comune di Potenza, nel quale, in località via del Gallitello, è ubicata una cabina elettrica ENEL di dimensioni particolarmente significative, che provoca un impatto ambientale di notevole entità;
tale struttura, nel momento in cui venne realizzata, si trovava collocata alla periferia della città, mentre oggi, a seguito dell'espansione urbanistica, è inserita in pieno nel tessuto urbano, tanto che tralicci e cavi sono posti in prossimità di abitazioni ed uffici a distanze che, per quanto risulta agli interroganti, sono certamente inferiori a quelle previste dalla normativa vigente;
il problema della delocalizzazione della struttura elettrica è stato posto da cittadini, associazioni e dalla stessa amministrazione comunale -;
se il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio sia a conoscenza della situazione descritta in premessa e quali iniziative, per quanto di sua competenza, intenda adottare, anche presso l'ENEL, al fine di promuovere la tutela e la salvaguardia delle popolazioni da qualsiasi


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forma di inquinamento elettrico ed elettromagnetico, nel rispetto dei principi di precauzione e di cautela, valutando in particolare l'ipotesi di favorire la delocalizzazione della struttura ENEL dalla località via del Gallitello.
(5-03206)

LION, NANNICINI e BIELLI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio. - Per sapere - premesso che:
il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, si estende nel territorio toscano del Casentino e nel tratto appenninico della Romagna e rappresenta un importante elemento per l'economia di quella zona, oltre a essere uno straordinario paesaggio dell'Italia Centrale;
in questo momento, la struttura politico-gestionale di questo Ente è completamente azzerata, venendosi a creare una situazione gravissima a livello istituzionale;
oltre ai tagli finanziari, subiti da questa struttura negli ultimi anni, attualmente il Parco è privo del Direttore, dimessosi nell'agosto del 2003 e non ancora sostituito, del Consiglio Direttivo, il cui mandato è scaduto il 30 novembre 2003, e del Presidente, il cui mandato (conclusa anche la prorogatio) è scaduto il 18 marzo 2004;
praticamente l'Ente è paralizzato e impossibilitato a svolgere anche la ben che minima attività di ordinaria amministrazione;
da mesi, prima il Presidente del Parco, successivamente la Regione Emilia Romagna (attraverso l'Assessore Regionale dell'Ambiente) e più recentemente il Presidente della Comunità del Parco, hanno formalmente ricordato al Ministro la situazione che si stava creando e lo hanno sollecitato a provvedere alle nomine del Direttore e del Consiglio;
rispetto al Presidente fino ad ora il Ministro non ha intrapreso nessuna azione (lettera, incontro o altro) nei confronti delle due Regioni per ricercare l'intesa per la sua nomina;
da questo punto di vista la recente sentenza della Corte Costituzionale, relativa alla vicenda del Commissariamento dell'Arcipelago Toscano, è stata chiarissima: il Ministro non può nominare il Commissario nei Parchi se prima non ha avviato, e soprattutto proseguito, nei tentativi per raggiungere l'intesa con le Regioni interessate per la nomina del Presidente;
secondo l'interrogante il tentativo, molto palese, che il Ministero sta ponendo in essere è quello di non concludere il procedimento per la nomina del Consiglio del Parco;
procedimento iniziato fin dal 9 giugno 2003 attraverso le richieste a tutti i soggetti (Ministero dell'Agricoltura, Ass.ni Naturalistiche, Istituzioni scientifiche e Comunità del Parco) che per legge debbono fare le designazioni dei nomi per il Consiglio;
inoltre non risulta che il Ministro abbia ricercato l'intesa con le Regioni per la nomina del Presidente con la conseguenza di essere così «costretto», si fa per dire, a nominare un Commissario, evento che infatti si è realizzato, secondo quanto comunicato dal Ministro al Parlamento ed annunciato alla Camera in data 19 aprile 2004;
si tratta di un vero e proprio aggiramento della legge e della stessa, recente, sentenza della Corte Costituzionale;
la cosa che appare agli interroganti più grave è la nomina di un Commissario e la conseguente mancata nomina del Consiglio, in questo modo si fa venire meno l'organismo più importante dell'Ente Parco e si impedisce così agli Enti locali di potere avere una propria rappresentanza nella sede decisionale e deliberativa del Parco, che è appunto quella del Consiglio;
è inoltre il Consiglio l'unico organismo che poteva proporre al Ministro la


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terna di nomi per la nomina del Direttore, deliberare in merito al Piano del Parco, al Bilancio, al Conto Consuntivo eccetera;
secondo gli interroganti Commissariandi i Parchi, ce ne sono già cinque e con il provvedimento del 19 aprile se ne sono aggiunti altri, il Ministro tende a «svuotarli dal di dentro» del loro significato di soggetto attivo per la tutela e la valorizzazione del territorio, per imporre così un suo potere politico e connotandoli, in questo modo, come uffici periferici del Ministero, delegittimandoli e facendoli sentire come un corpo estraneo alle Comunità locali -:
se intende procedere con sollecitudine alla revoca dell'atto di nomina del Commissario straordinario e del sub-commissario del Parco delle Foreste Casentinesi, e procedere così alle intese con le Regioni interessati per nominare il presidente e terminare la procedura di nomina del Consiglio rispettando la legge e tenendo conto dell'ultima sentenza della Corte Costituzionale.
(5-03207)

VIANELLO, VIGNI, PIGLIONICA, MARTELLA e ZANELLA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio. - Per sapere - premesso che:
in data 31 ottobre 2001 lo Stato nelle persone del Presidente del Consiglio dei Ministri On. Silvio Berlusconi, del Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio On. Altero Matteoli e l'Amministratore Delegato della Montedison SpA, Dott. Guido Angiolini è stata firmata una transazione «a tacitazione della pretesa risarcitoria del danno ambientale ai sensi dell'articolo 18 della legge 349/86»;
la transazione si riferisce alla costituzione di parte civile da parte dello Stato nei confronti della Montedison come «risarcimento del danno patrimoniale ed ambientale ... nei confronti di Cefis Eugenio e degli altri imputati nel procedimento penale n. RG 115/98 pendente avanti il Tribunale di Venezia»;
conseguentemente la Montedison si obbligava a mettere a disposizione dello Stato una cifra pari a 525 miliardi di vecchie lire, oltre a rimborsare le spese di consulenza tecnica pari a un importo di 652.412.160 milioni di vecchie lire; tali risorse sarebbero state destinate ad interventi nelle zone «pubbliche» dell'area di Porto Marghera pesantemente inquinate dalle attività della Montedison;
l'elenco delle opere era stato individuato dalla Montedison sulla base di «schede degli interventi a Venezia-Porto Marghera oggetto di un possibile accordo tra Stato e Montedison SpA» e delle schede illustrative «redatte dal Magistrato alle Acque di Venezia-Consorzio Venezia Nuova concessionario»;
all'articolo 5 della transazione «a tacitazione transattiva di ogni altro ulteriore profilo di danno» la Montedison SpA si impegnava a versare «entro il termine improrogabile del 12 novembre 2001 ... sul competente capitolo del bilancio dello Stato in entrata a favore del Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio in un'unica soluzione la somma di 25 miliardi» ai quali vanno sommati i già citati 652.412.160 milioni sempre da versare a favore del Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio;
la situazione ambientale di Porto Marghera appare pesantemente compromessa a causa della presenza di sostanze inquinanti nei terreni e nella falda, sostanze rilasciate nell'acqua e nei sedimenti lagunari; l'emergenza ambientale di Porto Marghera, affrontabile solo attraverso rilevanti e costosi investimenti nelle bonifiche ambientali, è una priorità per lo Stato;
Porto Marghera, ai sensi della legge 9 dicembre 1998 n. 426, è stata inserita tra le «aree industriali e siti ad alto rischio ambientale», cosicché, nel corso di questi anni, gli interroganti si sono rivolti al Governo in numerose occasioni per seguire l'evoluzione degli interventi di bonifica previsti dalla citata transazione;
il Governo, per giustificare il ritardo con il quale procedono tali interventi ha


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adotto motivazioni inerenti i ritardi progettuali di competenza del Magistrato alle Acque di Venezia-Consorzio Venezia Nuova e l'incertezza nei finanziamenti; particolarmente, in data 18 marzo 2004 il Sottosegretario all'Ambiente On. Nucara, così rispondeva: «In altre parole, con l'importo garantito dall'Accordo Transattivo Stato/Montedison saranno eseguiti, secondo i relativi progetti esecutivi, gli interventi, ..., come previsto dall'atto attuativo in corso di perfezionamento tra Magistrato alle Acque di Venezia e Concessionario dello Stato (Consorzio Venezia Nuova) ex articolo 3 legge 798/84. Attualmente, lo stato di avanzamento degli interventi anzidetti è la seguente:
1. i fondi dovuti da Edison, pari a 71,1 milioni di euro, non sono ancora pervenuti;
2. in attesa dei predetti fondi è stato avviato un intervento per 19,55 milioni di euro,...»;
il settimanale l'Espresso (6 maggio 2004 «Veleni senza antidoto» di Riccardo Bocca) riporta la seguente notizia: «Venticinque miliardi di lire versati nel 2001 da Montedison SpA al Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio. È di questo che l'Espresso ha parlato con il capo di gabinetto Paolo Togni, braccio destro del titolare Altero Matteoli (An). La domanda era d'obbligo: come sono stati spesi questi soldi? Meno prevedibile la risposta registrata: «Esattamente non lo so. Diciamo che è stato un finanziamento al nostro ministero, depositato tramite quello dell'Economia, per svolgere varie attività. Il bilancio dello Stato è come un lago: c'è acqua che entra e acqua che esce. Non si può mai dire dove vada a finire» -:
a quale voce del bilancio del Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio sono state iscritte e come sono state utilizzate le risorse destinate alla bonifica di Porto Marghera.
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