Allegato B
Seduta n. 719 del 14/12/2005

TESTO AGGIORNATO AL 17 GENNAIO 2006


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ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:

La Camera,
considerato che:
vi sono eventi nella storia di una comunità che fungono da spartiacque: l'alluvione che colpì drammaticamente la città di Firenze, il 4 novembre del 1966 è certamente uno di questi. A 39 anni di distanza è quasi irresistibile il desiderio di soffermarsi a meditare su un evento che ha indiscutibilmente rafforzato l'identità nazionale. Di fronte ad una terribile tragedia la solidarietà nazionale e internazionale rappresenta la risposta più importante a quell'evento drammatico, che rimane ancora oggi inciso nel ricordo e nell'animo dei fiorentini;
emerse in modo sempre più chiaro tra coloro che ogni giorno stavano con le mani immerse nel fango l'idea che non si stava lavorando soltanto per risolvere nell'immediato l'emergenza, ma che si mettevano anche i primi e fondamentali mattoni per costruire la Firenze del futuro, dei nostri figli e dei nostri nipoti. Molto semplicemente, quel che si stava facendo era dettato dal desiderio di riconsegnare alle generazioni future tracce della storia passata che potessero servire alla crescita spirituale di persone che forse non erano neppure nate. Una presa di coscienza collettiva sulla necessità di mettere in salvo quel patrimonio unico al mondo che il nostro Bel Paese custodisce, una responsabilità di tutela non solo verso l'Italia, ma verso il mondo intero;
fu il cosmopolitismo l'altro aspetto importante e assolutamente innovativo: in quei giorni non c'erano più italiani, francesi, tedeschi o statunitensi, ma solo una comunità internazionale che lavorava fianco a fianco per la riconsegna di quel bene unico, proprietà del mondo, che è Firenze;
oggi, anche grazie all'opera degli «Angeli del Fango», che viene ricordata a Firenze ogni anno con celebrazioni e dibattiti pubblici, esiste in Italia una importante realtà rappresentata da uomini e donne che si impegnano giornalmente per la pace, per la solidarietà, per una migliore qualità della vita. Negli ultimi anni le associazioni di protezione civile stanno svolgendo un opera sempre più importante di controllo e manutenzione del territorio, di informazione e sensibilizzazione rivolta ai cittadini per la mitigazione dei tanti rischi cui l'Italia è sottoposta. Queste qualificate e insostituibili nuove energie messe a disposizione delle regioni, degli enti locali e del sistema nazionale di protezione civile, rappresentano un vero e proprio fiore all'occhiello del nostro Paese e nel mondo;
dall'esperienza di Firenze si è sviluppato in Italia una specializzazione nel campo della protezione civile proprio sulla salvaguardia del ricco patrimonio culturale, di quell'immenso museo diffuso che il nostro Paese custodisce. Un'eccellenza tutta italiana che ha permesso di mettere in salvo importanti pezzi della nostra storia e della nostra memoria che altrimenti sarebbero andati persi per sempre dal terremoto che nel 1997 ha colpito l'Umbria e le Marche sino al sisma che nel 2002 sconvolse il Molise;
questo impegno, che va oltre l'orizzonte del tornaconto personale, si riallaccia alla nostra migliore tradizione culturale e spirituale e, come aveva affermato Giovanni Paolo II «...Seguendo con attenzione il cammino di questa grande Nazione, sono indotto a ritenere che, per meglio esprimere le sue doti caratteristiche, essa abbia bisogno di incrementare la sua solidarietà e coesione interna...»;
anche il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, è tornato più volte sulla necessità di tutelare e incentivare, con politiche adeguate, le forme di assistenza e di tutela a favore dei cittadini «...Unità nelle comunità locali, unità nazionale, non fatta di retorica, ma di solidarietà concreta...»;


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anche nella Costituzione Europea viene affermato con forza l'importante principio che «...L'Unione incoraggia la cooperazione tra gli Stati membri al fine di rafforzare l'efficacia dei sistemi di prevenzione e di protezione dalle calamità naturali o provocate dall'uomo. L'azione dell'Unione è intesa a: a) sostenere e completare l'azione degli Stati membri a livello nazionale, regionale e locale concernente la prevenzione dei rischi, la preparazione degli attori della protezione civile negli Stati membri e l'intervento in caso di calamità naturali o provocate dall'uomo all'interno dell'Unione; b) promuovere una cooperazione operativa rapida ed efficace all'interno dell'Unione tra i servizi di protezione civile nazionali; c) favorire la coerenza delle azioni intraprese a livello internazionale in materia di protezione civile...»;
l'Italia è all'avanguardia per le esperienze di servizio civile volontario e di cittadinanza attiva e che altri Paesi membri dell'Unione europea hanno sviluppato forme altrettanto ricche di volontariato. Ma ogni Paese ha la sua storia: in alcuni ci sono condizioni più favorevoli per sviluppare nuove forme di cittadinanza attiva e volontariato (laddove la leva obbligatoria non esiste più), in altri continua il servizio civile alla vecchia maniera (dove permane la leva obbligatoria), in altri ancora non è nato un equivalente del servizio civile, nonostante l'abolizione della leva. Lo sviluppo comune di strumenti di solidarietà europea è un'azione ad alto valore morale e culturale. Per questo è fondamentale promuovere un servizio civile volontario europeo condiviso e omogeneo attraverso, anche, lo scambio di informazioni e l'intreccio di esperienze tra i vari Paesi membri;
ricordare ciò che accadde 39 anni fa a Firenze è fondamentale per accrescere la consapevolezza della funzione primaria della cittadinanza attiva e del volontariato per rendere meno fragile e più compatibile con l'ambiente il nostro territorio,

impegna il Governo

ad adottare iniziative di carattere politico diplomatico, affinché l'anniversario dell'alluvione che colpì drammaticamente nel novembre 1966 Firenze, diventi la Giornata internazionale del volontariato europeo da tenersi ogni anno nella città di Firenze.
(1-00506)
«Realacci, Chiti, Michele Ventura, Giacomelli, Vigni, Raffaella Mariani, Villari, Giachetti, Reduzzi, Vianello, Iannuzzi, Franceschini, Melandri, Susini, Migliori, Verdini».

Risoluzioni in Commissione:

La IV Commissione,
premesso che:
la legge 10 aprile 1954, n. 113, articolo 53 consente il transito da un'Arma ad un Servizio solo nel caso in cui il richiedente sia un militare in congedo, escludendo, paradossalmente, il personale in Servizio permanente effettivo in possesso del titolo di studio previsto dalla legge;
il decreto legislativo 30 dicembre 1997, n. 490 e successive modificazioni all'articolo 30 (transito tra ruoli) preclude la possibilità di transito nel ruolo della Sanità militare al personale in possesso di laurea specifica ovvero di specializzazione all'esercizio della professione di medico;
alcuni ufficiali nel corso della loro carriera hanno completato il previsto iter di studi universitari con acquisizione della laurea in medicina ed abilitazione all'esercizio della professione e successiva specializzazione in chirurgia d'urgenza;
il citato personale potrebbe trovare corretta ed idonea collocazione nel Servizio Sanitario di F.A., andando a sopperire fra l'altro alle carenze di organico del citato servizio;

impegna il Governo

ad adottare le opportune iniziative di carattere normativo affinché il Ministro


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della difesa possa disciplinare con atto di natura regolamentare il transito di ruolo degli Ufficiali dall'Arma al Servizio Sanitario Militare.
(7-00731)«Ascierto».

La XIII Commissione,
premesso che:
Unire rappresenta il punto di riferimento significativo per il sistema economico e sociale che fa riferimento al cavallo;
l'Ente pubblico di primo livello, attraverso una serie di riordini legislativi ha aggiornato le sue funzioni, e il legame stretto che ha l'allevamento degli equini, nel loro incremento con l'agricoltura, l'ambiente, il turismo e le tematiche della sostenibilità;
le attenzioni verso attività di maggiore sensibilità sociale, come l'ippoterapia, il benessere animale, l'ippoturismo, il rapporto con il territorio o la lettura moderna che danno le città degli spazi legati alle attività agonistiche del cavallo, come nuovi spazi urbani aperti e vissuti e connessi alla realtà urbana, richiedono, a parere dei firmatari del presente atto di indirizzo, un ulteriore salto di qualità dell'ente;
le stesse pratiche agonistiche, la razionalità e la certezza del calendario annuo delle manifestazioni, la congruità del monte premi e la trasparenza dell'assegnazione delle singole dotazioni, e il nesso stretto che esse hanno con le attività del gioco e delle scommesse, non possono essere affrontate attraverso una lettura routinaria dell'attività, o lasciate a regole incerte che sottopongono le strutture regolative a tensioni che pongono limiti alla trasparenza e alla certezza programmatica dell'ente;
i relativi disagi finanziari dell'ente, la mancata continuità della gestione, lo spirito neocorporativo presente nel settore e nelle scelte di governo, hanno alimentato una crisi di fiducia che ha limitato anche le professionalità tecniche interne e ha messo in tensione lo sviluppo delle attività legate al settore del cavallo;
è necessario avviare un'azione di riordino del settore che, prendendo spunto dalle potenzialità e valutando le difficoltà operative e quelle determinatasi per processi gestionali, predisponga il settore per una nuova stagione;
a tal fine è necessario costituire una società (in cui l'ente abbia la titolarità di almeno il 51 per cento) che si occupi del sistema promozionale e comunicativo ed anche del segnale televisivo. La società potrà prevedere la partecipazione degli enti più importanti del sistema promozionale che ruota intorno al cavallo, gli enti locali, dove si svolgono le più significative attività fieristiche ed espositive ed alcuni partners privati;
occorre utilizzare al meglio lo strumento televisivo non solo nel mondo dell'ente, ma in modo che riguardi anche la diffusione della cultura del cavallo a tutela nello stesso tempo del benessere animale e delle biodiversità agricole alle quali vanno assegnati spazi di attività negli enti sportivi nei confronti della legge;
tale società deve promuovere la cultura del cavallo nelle iniziative nel territorio e con funzioni di carattere educativo e turistico. A questo scopo potrà costituire partenariati attivi con la pubblica istruzione, con le associazioni che si preoccupano di promuovere queste attività: dalle ippovie, all'ippoturismo, alle esperienze di cavalcar giovando;
è necessario realizzare insieme ad un partner finanziario, scelto attraverso una pubblica selezione, la società di investimenti nel settore delle infrastrutture che si occupi di sostenere progetti di qualità inerenti il miglioramento degli impianti dedicati al cavallo: ippodromi centri ippici, centri per l'ippoterapia, aree di sosta, centri di allevamento e allenamenti per la doma dolce, attività legate alla


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selezione dei cavalli del trotto, galoppo e sella, anche dell'angloarabo e delle biodiversità equine;
è necessario promuovere al meglio l'attività dell'Unire-Lab in direzione soprattutto del sistema di prevenzione e cura del cavallo oltre alle attività di Istituto che riguardano la lotta al doping sui cavalli e sui fantini e il relativo controllo. Il settore del benessere animale e le relative certificazioni potranno essere di certo delle nuove attività;
è necessario, inoltre, che Unire-Lab sviluppi insieme ad Istituti nazionali, Università,e centri di ricerca, progetti in direzione della qualità, selezione e valorizzazione del farmaco, promuovendo anche incubatori che possano sviluppare attività economiche per la riproduzione. In questa direzione, specialmente percorrendo strade, di specialistica in cui il sistema Paese ed i settori universitari e produttivi sono in difficoltà di fiducia;

impegna il Governo:

a rilanciare la concertazione tra i diversi interessi e categorie dell'Ente in un nesso stretto con le rappresentanze sociali, costituendo, a tale scopo, un tavolo di concertazione dell'ente, istituzionalizzato attraverso un vero e proprio atto amministrativo, che sia il riferimento degli organi (Presidente, Consiglio, Segretario Generale) per le politiche di indirizzo annuale e pluriennale, superando con tale tavolo le strutture corporative con le Consulte e le riunioni intercategoriali, con la partecipazione di allevatori, proprietari, guidatori, sindacati del settore, organizzazioni agricole, rappresentanti delle società di corse e concessionari di scommesse;
a riordinare le strutture di gestione dell'ente attraverso i necessari interventi sullo statuto e sul regolamento che, da una parte, valorizzi le professionalità dell'Ente stesso e ne curi la riqualificazione e le progressioni delle carriere, dall'altra dia un nuovo impulso tecnico scientifico;
ad adottare iniziative dirette alla costituzione di un'agenzia dell'Unire che si occupi delle scommesse, dei calendari sportivi e di gestione degli enti legati al trotto, al galoppo ed alla promozione di altre attività sportive legate all'angloarabo ed alla biodiversità, comprese le questioni inerenti la giustizia sportiva, potendo così la medesima agenzia regolare la promozione, utilizzare le professionalità esterne ed interne ed avvalersi delle strutture di AMS - che si continuerà ad occupare delle questioni fiscali e di trasparenza al sistema dei giochi -, nonché condurre con forza progetti ed ipotesi di gestione condivise e le risposte alle sfide del mercato per garantire adeguate risorse economiche e dare certezza al monte premi, alla riqualificazione ed allo sviluppo del settore, dovendo comunque concorrere alla struttura operativa dell'ente, come comitato tecnico di supporto, tecnici designati dai concessionari delle scommesse, dalle società di corse, dagli allevatori e dei proprietari, allenatori, guidatori e fantini ed organizzazioni sindacali dei lavoratori del settore in base alla loro professionalità;
a mantenere come pilastro fondamentale dell'Unire l'attività di allevamento quale caposaldo per la quale si auspica che le politiche allevatoriali di promozione e di selezione possano utilizzare l'esperienza del sistema associativo uscendo dalla frammentazione categoriale e promuovendo progetti di filiera unitari;
a ricondurre la responsabilità sul versante delle attività ricreative sportive del cavallo attraverso progetti che prevedano il coinvolgimento delle Regioni e associazione agricole e allevatoriali per definire un orientamento generale sul cavallo anche nell'ambito della programmazione regionale dei fondi europei che riguardano lo sviluppo rurale.
(7-00732)
«Rava, Borrelli, Rossiello, Preda, Sedioli, Gerardo Oliverio, Stramaccioni, Franci».