PROGETTO DI LEGGE - N. 4334




        Onorevoli Colleghi! - La nuova normativa sul territorio extradoganale di Livigno nasce dall'esigenza di regolamentare in maniera più adeguata questa situazione anomala all'interno del diritto doganale italiano, i cui presupposti di esistenza sono mutati nel corso del tempo e i cui effetti hanno provocato, da un lato, la fioritura economica di questa zona originariamente isolata e povera, dall'altro, una serie di inconvenienti a cui la presente proposta di legge intende rimediare.
        Il territorio di Livigno fu dichiarato zona extradoganale con la legge 17 luglio 1910, n. 516. La relazione con cui l'allora Ministro delle finanze Arlotta presentò il disegno di legge alla Camera dei deputati, dopo aver spiegato le condizioni di isolamento territoriale del comune di Livigno e l'estrema povertà dei suoi pochi abitanti, esprimeva la certezza sulla convenienza finanziaria del disegno proposto perché se il Governo avesse dovuto in seguito trasportare la sua linea doganale sul confine politico per comprendervi il territorio di Livigno, la spesa sarebbe stata di oltre 50 mila lire, a fronte di una entrata di appena un migliaio di lire. La franchigia da sanzionarsi a Livigno fu ritenuta quindi ugualmente utile ai cittadini livignaschi, quanto economica per lo Stato. Lo Stato si riservava quindi piena libertà d'azione, per l'avvenire, di estendere al comune di Livigno il regime generale, quando le mutate condizioni di viabilità lo avessero reso opportuno.
        La legge n. 516 del 1910 estese la franchigia al dazio di consumo e ai generi di privativa dello Stato.
        Oggi le condizioni di isolamento territoriale non sussistono più, grazie anche alla legge 11 giugno 1954, n. 384, e alla successiva legge 1^ novembre 1973, n. 762, che, istituendo un diritto speciale a favore del comune di Livigno sui generi che fruiscono di particolari agevolazioni fiscali, hanno permesso di reperire i fondi necessari alla realizzazione di opere viarie che attualmente collegano questa zona al resto del Paese.
        Contemporaneamente al superamento degli ostacoli naturali, negli ultimi venti anni si è assistito ad una profonda trasformazione socio-economica del Paese; si è passati, infatti, da un'economia fondata per tradizione sulla pastorizia, a uno sviluppo turistico-commerciale che ha trasformato Livigno in una stazione di richiamo internazionale, grazie anche ai facili collegamenti con la Svizzera e con il centro-Europa. E' soprattutto d'inverno che Livigno attira turisti italiani e stranieri, con i suoi 100 chilometri di piste e una ricettività di 8.000 posti tra alberghi ed esercizi extra alberghieri. La stagione sciistica dura normalmente da novembre a maggio, ma grazie anche al progressivo miglioramento delle vie di comunicazione con i grandi centri urbani lombardi, Livigno registra oggi massicce presenze anche durante la stagione estiva. Il turismo estivo, comunque, si concentra soprattutto durante il fine settimana. Il regime di extradoganalità di Livigno e, più precisamente, gli innumerevoli negozi che offrono la possibilità di acquistare una serie di prodotti esenti da IVA e da tasse doganali (sigarette, tabacchi, liquori, apparecchi fotografici e audiovisivi, benzina, eccetera) costituiscono infatti l'attrazione prima del turista della domenica.
        Il comune di Livigno conta oggi 4.700 abitanti, la maggior parte dei quali lavora nel settore turistico-alberghiero e, soprattutto, in quello commerciale che offre, a ogni stagione, più di 1.000 posti di lavoro a persone non residenti nel comune.
        Questo rapido sviluppo economico non ha mancato di produrre anche una serie di disagi. I prezzi bassissimi della benzina e delle sigarette inducono infatti molte persone, provenienti da zone anche abbastanza lontane, ad andare a Livigno per i rifornimenti e questo implica code interminabili di vetture e di camion che rendono spesso difficoltosi gli spostamenti di coloro che invece transitano sulla strada statale 301 del Foscagno per motivi di lavoro e di studio o per casi di urgenza. Il degrado ambientale che ne risulta sta incominciando a destare preoccupazioni nella popolazione locale. A questo si aggiungono le proteste di coloro che, abitando ai confini della zona extradoganale, si vedono letteralmente invasi dal transito dei consumatori diretti a Livigno, senza trarre benefìci economici al di là di quelli che derivano dalle possibilità occupazionali nel settore turistico. E' evidente che, nel raggio di parecchi chilometri, nessun esercizio commerciale di generi di privativa dello Stato o pompa di benzina può lavorare normalmente e produrre reddito. D'altro lato le agevolazioni fiscali relative a questi beni creano ora problemi anche agli stessi abitanti di Livigno i quali vedono concentrarsi ingenti ricchezze nelle mani di una minoranza esigua di abitanti.
        Il contingente annuo di sigarette in esenzione dai diritti di monopolio, benché cospicuo (120.000 chili annui, pari a 6 milioni di pacchetti) risulta sempre insufficiente, specie per quei negozianti a cui il comune di Livigno assegna una parte esigua del contingente. A fronte di una elevata richiesta del mercato, il ridotto quantitativo di merce assegnato dal comune di Livigno induce a comportamenti illegali quali il contrabbando e lo strozzinaggio. Può essere utile rilevare che il commercio delle sigarette rende ogni anno circa tre miliardi di lire al comune e ai negozianti, mentre costa all'erario circa 20 miliardi di lire.
        La considerazione dei benefìci economici che il regime di extradoganalità di Livigno ha apportato ad una zona tradizionalmente povera, nonché alle vallate circostanti, sconsiglia di abolire completamente queste condizioni particolari, anche se i presupposti su cui si fondavano al tempo della sua istituzione, oggi non sussistono più. Si impone però la necessità di rivederne le modalità di attuazione, rendendole più adatte a soddisfare le necessità di coloro che si intendono tutelare con il mantenimento della zona extradoganale.
        Grazie ai diritti speciali riscossi dal comune di Livigno sui generi che usufruiscono di agevolazioni fiscali, molto è stato fatto sotto il profilo della viabilità, del recupero ambientale e dell'occupazione, ma molto resta ancora da fare per il rilancio turistico e occupazionale delle zone limitrofe. Alcune di queste necessitano di consistenti interventi per la salvaguardia e la manutenzione del patrimonio forestale, nonché di opere viarie che le rendano più facilmente raggiungibili in funzione di un futuro sviluppo turistico, decisamente auspicabile sotto il profilo occupazionale.
        E' sembrato quindi opportuno rivedere il sistema di riscossione dei diritti speciali, attribuendo l'onere della riscossione all'ufficio doganale competente per territorio in favore del comune di Livigno e della provincia di Sondrio, entrambi con il vincolo di destinare i fondi a opere o infrastrutture di interesse pubblico e interventi a tutela dell'ambiente, attraverso una ripartizione progressiva a partire dall'anno 1998 per arrivare a regime nell'anno 2002, con una ripartizione che prevede la destinazione del 50 per cento al comune di Livigno e del restante 50 per cento alla provincia di Sondrio.
        E' stato altresì introdotto un meccanismo di innalzamento per così dire "automatico" dei prezzi di quei prodotti, nazionali ed esteri, il cui differenziale di costo alla fonte è pari o superiore al 25 per cento dei relativi prezzi fissati dalla camera di commercio di Sondrio e praticati sul territorio doganale italiano.
        Con questa manovra si intende disincentivare il fenomeno del "rifornimento a Livigno" da parte di consumatori provenienti anche da aree geograficamente distanti, riportando entro limiti accettabili lo smercio dei prodotti di privativa dello Stato, nonché il traffico automobilistico sulla strada statale 301 ed il conseguente impatto ambientale che esso genera.
        Si è ritenuto opportuno attribuire al dipartimento delle dogane le competenze relative alla delicata questione della riscossione dei diritti speciali, riconducendoli nell'ambito dei diritti doganali, non solo perché la problematica relativa al comune di Livigno investe attualmente una superficie più vasta di quella del comune stesso, ma anche in funzione di una futura ridefinizione delle zone franche a livello comunitario. E' in preparazione infatti presso l'Unione europea un progetto relativo all'individuazione di un certo numero di zone franche, da istituirsi o già istituite, con uno statuto economico di base il più possibile uniforme.
        Coerentemente con quanto esposto, appare doveroso individuare come beneficiaria dei proventi relativi ai diritti doganali, oltre al comune di Livigno, anche la provincia di Sondrio che, per sua natura, è l'ente politico territoriale più competente a gestire il fenomeno economico nell'interesse delle popolazioni direttamente coinvolte.
        L'articolo 4 della proposta di legge istituisce una commissione paritetica composta dal sindaco di Livigno, dal presidente della provincia, dal presidente della locale camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura e da due funzionari del Ministero delle finanze, uno dei quali in rappresentanza della circoscrizione doganale. La commissione paritetica svolge una funzione calmieratrice dei prezzi praticati a Livigno e si qualifica, in prospettiva, come organo di raccordo fra la realtà locale e il Governo. Onde evitare ulteriori problemi nell'assegnazione dei contingenti di sigarette, l'articolo 6 della proposta di legge attribuisce alla commissione paritetica la competenza a decidere sui ricorsi presentati dai titolari delle licenze di cui all'articolo 1 del decreto ministeriale 9 ottobre 1934, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 244 del 17 ottobre 1934.




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