Comitato parlamentare Schengen-Europol

Relazione al Parlamento
sull’attuazione della Convenzione EUROPOL
per l'anno 1999

(Legge 23 marzo 1998 n. 93- art. 6)

Signor Presidente, Onorevoli colleghi,

il mio compito oggi, davanti a questo Comitato parlamentare, è svolgere la relazione annuale del Governo sull’attuazione della Convenzione Europol, prevista dall’art. 6 della legge 23 marzo 1998, n. 93, integrata con le valutazioni richjeste ai sensi dell’art. 3 della legge 7 giugno 1999, n. 182, di ratifica del Protocollo sui privilegi e le immunità di Europol.

E’, questo, un appuntamento istituzionale importante per il Governo e, in particolare, per il Ministero dell’Interno, che proprio in quèst’ occasione può compiutamente riferire circa l’attività svolta, le difficoltà incontrate, le prospettive future della struttura a cui il Trattato di Amsterdam ed il vertice di Tampere hanno attribuito un ruolo significativo nel quadro della creazione di uno spazio comune di libertà, sicurezza e giustizia.

Lo svolgimento della relazione si colloca quest’anno nel più ampio contesto dell’indagine conoscitiva che questo Comitato parlamentare sta da tempo conducendo per definire e rendere più efficace, anche alla luce della più recente evoluzione della normativa e della prassi comunitaria, il proprio ruolo di vigilanza e controllo sull’attuazione delle Convenzioni Schengen ed Europol.

Nel corso delle molteplici ed approfondite audizioni (ricordo, fra le altre, quelle del Ministro dell’Interno Bianco, del Commissario Europeo Vitorino, del Direttore di Europol Storbeck, dell’allora Capo della Polizia, Prefetto Masone), il Comitato ha avuto modo di acquisire una mole considerevole di dati e documenti, sicché credo di potermi limitare a tracciare un quadro generale sullo stato di attuazione della Convenzione per poi concentrare l’attenzione su alcune questioni di fondo che ritengo rivestano particolare interesse per quest’Organismo parlamentare.

Com’è noto, la Convenzione istitutiva dell’Ufficio Europeo di Polizia (Europol), sottoscritta dai 15 Stati dell’Unione Europea il 26 luglio 1995, e ratificata dall’Italia con la legge n. 93 del 23 marzo 1998, è entrata in vigore il 10 ottobre 1998. Solo dal 10 luglio dello scorso anno, dopo l’entrata in vigore di tutti gli atti previsti nell’art.45, paragrafo 4, della Convenzione istitutiva, la struttura ha iniziato a svolgere la propria attività.

Europol è, infatti, uno strumento di intelligence a supporto degli Stati membri, con sede a L’Aja, che dialoga con le Forze di polizia di ciascun Paese attraverso le Unità Nazionali. Queste ultime sono le strutture preposte ad assicurare il raccordo tra l’Ufficio europeo di polizia ed i Servizi nazionali competenti (ossia gli Organismi pubblici che all’mtérno degli Stati membri sono deputati alla prevenzione e repressione della criminalità).

E’ ben noto, inoltre, che le sfere di competenza attribuite ad Europol dalla Convenzione riguardano il traffico degli stupefacenti, di materiale nucleare e radioattivo, di autoveicoli di provenienza furtiva, nonché l’immigrazione clandestina e la tratta degli esseri umani, quest’ultima estesa, con decisione del Consiglio dei Ministri degli Affari Interni e Giustizia del 3 dicembre 1998, al contrasto dei reati relativi alla "produzione, vendita e distribuzione di materiale pornografico infantile".

Ancora, Europol è competente per i reati di riciclaggio di denaro collegati alle sopra elencate attività criminali, nonché per i reati, preparatori, strumentali o conseguenti che siano ad esse connessi.

Nel corso del 1999 le aree del mandato sono state estese al terrorismo ed alla contraffazione monetaria e di altri mezzi di pagamento, sulla base di decisioni assunte dal Consiglio dei Ministri della Giustizia e degli Affari Interni (GAI) il 3 dicembre 1998 ed il 29 aprile dello scorso anno.

Sempre nell’aprile del 1999 è stata decisa la costituzione presso l’Ufficio Europeo di Polizia di un Gruppo di progetto, con il compito di individuare gli strumenti e le procedure più efficaci affinché le nuove competenze devolute ad Europol in materia di contraffazione monetaria possano essere esercitate valorizzando ogni possibile sinergia con gli altri Organismi internazionali interessati.

Nel corso del 1999 sono entrati nel pieno dell’attività tutti gli organi di Europol (Consiglio di Amministrazione, Direttore, Controllore finanziario e Comitato finanziario), come anche dell’Aùtorità Comune di Controllo - al cui interno opera il Comitato per i ricorsi - ed il Comitato per la Sicurezza, mentre il Project Board ha proseguito nell’opera di realizzazione del Sistema Informatico Europol.

In particolare, il Consiglio di Amministrazione, dopo il suo insediamento nell’ottobre del 1998, ha definito le attività legate alla successione nelle funzioni e nelle attività amministrativo-finanziarie dall’Unità Antidroga Europol (UDE) ad EUROPOL. Il Consiglio di Amministrazione ha, inoltre, definito l’ambito e la metodologia delle attività di intelligence ed ha messo a punto gli aspetti tecnico-informatici.

Nel corso del 1999, su disposizione del Consiglio di Amministrazione, appositi Gruppi di lavoro, composti da personale ed analisti di Europol, nonché da ufficiali di collegamento ed esperti nazionali degli Stati interessati allo specifico settore, hanno aperto i primi archivi di analisi (Analitical Work Files), sulla scorta delle elaborazioni delle informazioni inviate dagli Stati membri o immesse direttamente da Europol: in tale attività, particolare attenzione è stata prestata alle aree della criminalità internazionale, sia tradizionale, sia di tipo "emergente".

 

A questo proposito, segnalo che l’Italia ha già aderito lavoro per l’analisi relativa a settori di competenza di Europol: due sono relativi al traffico di immigrazione clandestina, uno al traffico di sostanze stupefacenti, uno all’area del terrorismo, mentre altri due si riferiscono contestualmente a più forme di criminalità.

Per quanto riguarda l’informatica, durante il 1999 sono proseguiti i lavori per la realizzazione del Sistema Informatico di Europol, composto dagli elementi strutturali - il sistema d’analisi, il sistema di indice ed il sistema d’informazione e da un sistema di collegamento.

Con il sistema di analisi, già funzionante, Europol svolge l’attività di intel/igence che le è propria. Negli archivi di analisi confluiscono dati provenienti da Stati membri e - tramit~ Europol - da Stati od Organismi terzi. I dati in questione sono resi accessibili solo ad Europol ed agli Stati membri coinvolti nello specifico progetto di analisi.

Il sistema indice (attivato anch’esso durante lo scorso anno) è lo strumento tecnico che nel rispetto della necessaria riservatezza dell’attività di intelligence -consente a tutti gli ufficiali di collegamento Europol di sapere, in forma sintetica, se presso i Gruppi di lavoro cui non partecipa lo Stato di appartenenza vengano trattati informazioni o dati relativi al proprio Paese, che’ in tal modo sarà messo in condizione di valutare l’opportunità di prender parte agli ulteriori lavori di quel Gruppo di analisi.

Il sistema di informazione verrà alimentato dai Paesi membri (e da Europol, per i dati forniti da Stati e Organismi terzi e per quelli risultanti da analisi condotte), secondo le rispettive procedure nazionali, e comprenderà i nominativi ed altri elementi utili sui soggetti indagati o condannati per un reato che gli Stati membri valuteranno di competenza di Europol. Secondo l’attuale programmazione, il sistema entrerà in funzione nel gennaio 2002 nella versione minimale (peraltro, già comprensiva dei dati correlati alla lotta alla contraffazione dell’EURO), mentre una versione più avanzata sarà disponibile a partire dal gennaio 2003. E’ da segnalare che il sistema sarà corredato di una funzione di ingegneria linguistica, che permetterà agli operatori di leggere le principali informazioni nella loro lingua madre.

Sempre nel 1999, a seguito dell’approvazione del Manuale per la sicurezza, l’apposito Comitato ha approvato, tra l’altro, lo strumento tecnico che individua i requisiti di sicurezza del Sistema Informativo Europol.

Il sistema di collegamento garantisce lo scambio di informazioni tra gli ufficiali di collegamento e le rispettive Unità Nazionali, nonché tra gli ufficiali di collegamento di tutti gli Stati membri e il personale di Europol a L’Aja. In attesa di una scelta tecnologica definitiva, su proposta dell’Italia è stato concordato il provvisorio utilizzo della tecnologia digitale, idonea alle attuali esigenze di impiego, conveniente enei costi e utilizzabile anche in futuro in funzione di back-up. Sulla linea digitale è stato installato un apparato cifrante, approvato dal Comitato per la sicurezza Europol.

In ordine ai profili finanziari, premetto che, nel 1999, è stato adottato un bilancio suppletivo - senza aggravio di spesa, poiché finanziato grazie alle economie di gestione - al fine di garantire lo svolgimento dei nuovi compiti affidati ad Europol in materia di lotta al terrorismo e alla contraffazione monetaria.

La predisposizione del bilancio 2000 è stata oggetto di un vivace negoziato da parte italiana, che si è battuta insieme alla Francia, per un significativo contenimento delle spese. A fronte di una previsione iniziale pari ad oltre 30 milioni di EURO,dopo approfondite valutazioni economico-finanziarie, dalle quali è emerso che la percentuale di incremento non era in sintonia con il programma di lavoro presentato da Europol, la cifra originaria è stata ridotta a circa 27,5 milioni di EURO. La quota-parte del nostro Paese risulta pari a circa 3,5 milioni di EURO.

Desidero far presente, poi, che dopo l’entrata in vigore del Trattato di Amsterdam e l’adozione del correlato Piano di Azione del Consiglio e della Commissione sul modo migliore per attuare le disposizioni del Trattato concernenti uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia, i competenti fori hanno avviato gli studi in ordine all’ulteriore evoluzione che Europol potrà avere sulla base dell’art. 30 del Trattato dell’Unione.

Questi lavori hanno ricevuto un nuovo impulso dalle conclusioni del Consiglio Europeo Straordinario di Tampere dello scorso ottobre che, nell’ambito della cooperazione di polizia, ha sottolineato la centralità dell’Ufficio Europeo di Polizia nel quadro della lotta al crimine internazionale. In tale quadro, in particolare, è stata sottolineata la necessità di rafforzare, secondo le indicazioni del Trattato di Amsterdam, il ruolo dell’Ufficio Europeo di Polizia, di prevedere un’autonoma estensione del mandato al riciclaggio, di cooperare con l’istituenda Task force operativa dei Capi della polizia, di istituire squadre investigative comuni.

Il Consiglio dei Ministri della Giustizia e degli Affari Interni del dicembre 1999 ha dato mandato ai gruppi di lavoro di attuare le decisioni assunte dal Consiglio Europeo Straordinario di Tampere.

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Permane l’impegno dell’Italia al fine di garantire la democraticità e la trasparenza dell’attività di Europol, cosi da porre le Camere (e questo Comitato in particolare) nelle migliori condizioni per poter svolgere il loro delicato ruolo.

A questo riguardo, desidero sottolineare che il nostro Paese, sin dalle primeriunioni del Consiglio di Amministrazione di Europol, ha avanzato la richiesta (tuttora parzialmente inevasa) di sancire la distribuzione, al termine di ogni turno di Presidenza, di un quadro generale dei documenti approvati, indicando quelli che possono essere resi disponibili per informazione dei Parlamenti nazionali.

Con vivo interesse viene, inoltre, seguita l’miziativa del mediatore europeo -attualmente al vaglio del Consiglio di Amministrazione - di elaborare norme sull’accesso del pubblico ai documenti di Europol non classificati.

Sempre nel medesimo ordine di idee ed in attuazione di un preciso impegno assunto dal Governo innanzi alla Camera dei Deputati, la delegazione italiana presso il Gruppo di lavoro Europol (operante in sede di Consiglio dell’ Unione Europea), ha formalmente sollecitato una verifica del sistema dei privilegi e delle immunità apprestate, a favore dell’Ufficio Europeo di Polizia e del personale dipendente, dal Protocollo che il nostro Paese ha ratificato con legge n. 182/1999.

Questi privilegi ed immunità sono funzionali all’adempimento dei doveri di Europol e del suo personale, e sono destinati ad assicurare che il controllo dell’Organismo venga effettuato secondo norme concordate dagli Stati membri. Si tratta, in pratica, di una sorta di guarentigie (immunità giurisdizionale e da perquisizioni, sequestri, requisizioni, confisca, ecc., mviolabilità degli archivi, esenzione da imposte e dazi, ecc.) equiparabili a quelle ordinariamente spettanti alle Organizzazioni internazionali ed al relativo personale.

Il Governo confida, comunque, nella sollecita assunzione di iniziative per individuare misure idonee (compresa la rinegoziazione, ancorché parziale, del testo) ad impedire che l’attuazione del Protocollo determini una diminuzione del livello di tutela offerto dalla Convenzione e dalle leggi costituzionali e dalle leggi italiane di protezione dei dati.

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Con riguardo al profilo quantitativo dell’attività svolta dall’Unità Nazionale Europol durante il 1999, segnalo che gli scambi di informazioni (attuati via posta elettronica) sono stati 2617 ed hanno riguardato 611 casi: di questi, n.501 derivano da richieste provenienti da Europol - L’Aja indirizzate agli organismi di polizia, mentre n. 110 sono le richieste inoltrate agli omologhi Servizi degli altri Paesi dell’Unione Europea.

Dall’esame globale dei casi trattati risulta che tutte le aree di competenza di Europol hanno trovato espressione operativa, anche se con valori percentuali diversi. Infatti anche per il 1999 si conferma la netta prevalenza, già emersa negli anni precedenti, dello scambio informativo relativo al traffico di sostanze stupefacenti (58%), dell’immigrazione clandestina (16%), autovetture rubate (15%), riciclaggio (7%), tratta di esseri umani (3,8%) e nucleare (0,2%);

Desidero evidenziare, infine, che lo scambio informativo tra Europol ed i Servizi di polizia nazionali nei diversi settori del mandato, ha consentito all’Unità Nazionale nel corso dell’anno 1999 di contribuire, allo sviluppo di importanti indagini e di fornire un sensibile apporto al buon esito di varie operazioni: tra di esse, ricordo quelle, denominate "Emissario" e "Page", con le quali sono state smantellate due reti criminali dedite al traffico internazionale di stupefacenti, rispettivamente, tra Italia, Olanda e Sud America e tra Italia, Olanda e Regno Unito.

A conclusione di questo intervento desidero aggiungere alcune notazioni sull’Unità Nazionale Europol. Come ho ricordato all’inizio, questo Comitato ne conosce dettagliatamente l’attività, i problemi e, probabilmente, anche le possibili soluzioni. Ampie ed approfondite sono state, infatti, le audizioni del Capo della Polizia, dei Comandanti Generali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, ,dei Direttori della Direzione Centrale dei Servizi Antidroga e della Direzione Investigativa Antimafia, dei Vertici di Europol.

Mi limiterò, pertanto, a dare atto degli elementi più significativi della volontà del Ministero dell’Interno di rafforzare il ruolo dell’Unità Nazionale, calibrando gli organici e le dotazioni tecnico-logistiche alle reali esigenze della struttura.

In primo luogo, segnalo che è ormai prossimo l’insediamento del Colonnello dei Carabinieri Antonio GAGLIARDO quale Direttore dell’Unità Nazionale Europol. Si attuerà così, nel rispetto delle previsioni del Decreto istitutivo, la rotazione tra Polizia di Stato ed Arma dei Carabinieri al vertice della struttura.

Dal punto di vista tecnologico, la Direzione Centrale della Polizia Criminale (nel cui ambito è, di fatto, incardinata l’Unità Nazionale Europol) nello scorso dicembre si è dotata di una moderna rete digitale che, nel sostituire la precedente connessione, consente il collegamento diretto tra l’Unità Nazionale e la sede centrale de L’Aja. La nuova rete consente, poi, di rendere ancor più rapido lo scambio infooperativo tramite posta elettronica, anche in relazione all’immissione ed alla. trasmissione dei dati da inserire negli archivi di analisi.

E’, inoltre, all’esame dei competenti organi uno studio per la predisposizione di una nuova rete informatièa dell’Unità Nazionale, che consentirà un collegamento integrato tra l’Unità stessa (designata dalla Convenzione quale unico punto di contatto nazionale con Europol), gli Organi referenti (Carabinieri, SCO della Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Direzione Investigativa Antimafia, Direzione Centrale dei Servizi Antidroga) ed,il Sistema informatico di Europol.

Da un punto di vista squisitamente logistico segnalo, poi, che proprio a motivo del recente rafforzamento del personale impegnato presso l’Unità Nazionale, ma anche nella prospettiva di future, ulteriori, assegnazioni, il Dipartimento della pubblica sicurezza ha già individuato nuove e più funzionali strutture ove saranno trasferiti quanto prima il personale e le dotazioni tecniche.

 

Roma, 12 giugno 2000

 

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