Commissione di vigilanza servizi radiotelevisivi

"1) La Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi ribadisce i contenuti del proprio documento di indirizzo in tema di pluralismo del 13 febbraio 1997, e sottolinea come vi fossero in quel documento pressanti richiami alla necessità per il servizio pubblico di comportamenti rispettosi del pluralismo.

2) La Commissione, sulla base delle audizioni svoltesi e dopo aver visionato i telegiornali di maggior ascolto del periodo, valuta che nel caso della recente crisi di governo si sono verificati da parte dei TG una serie di comportamenti lesivi del pluralismo così come definito dagli indirizzi della Commissione;

 

a) in particolare la Commissione ritiene che una serie di episodi di distorsione delle posizioni di soggetti sociali e politici, di enfatizzazione degli effetti di talune scelte politiche e di partecipazione |militante| all'evolversi della crisi, abbiano fornito ai telespettatori del servizio pubblico una informazione viziata dello sviluppo dei rapporti politici;

b) la Commissione sottolinea come l'informazione Rai abbia teso, anche in questa occasione, a sovrarappresentare o sottorappresentare, a seconda dei TG, le posizioni dell'uno o dell'altro polo, e, soprattutto all'interno di ciascun polo, i leader e le posizioni di alcune forze politiche. Tali comportamenti, soprattutto se attuati nei TG di maggiore ascolto, come spesso succede, costituiscono vere e proprie menomazioni del pluralismo politico;

c) la Commissione manifesta preoccupazione per la tendenza riscontratasi ad utilizzare momenti importanti della vita associativa, sindacale e culturale del paese in funzione del confronto partitico, determinando anche in questo senso una riduzione di pluralismo.

Il Consiglio di amministrazione e il Direttore generale sono tenuti ad intervenire, con misure ed iniziative adeguate, sulle anomalie rilevate anche al fine di evitare il ripetersi di tali violazioni degli indirizzi espressi dalla Commissione.

3) La Commissione ribadisce che, nell'ambito del servizio pubblico radiotelevisivo, la necessaria autonomia dei singoli giornalisti, dei direttori di rete e di testata, dei dirigenti Rai non può che articolarsi nell'ambito dei criteri fissati dagli indirizzi della Commissione.

La Commissione si impegna a definire proprie modalità e strutture di lavoro per ottemperare al meglio ai compiti previsti dalla legge, al fine anche di distinguere le funzioni istituzionali dai comportamenti politici dei singoli membri della Commissione.

4) La tradizionale differenziazione delle testate giornalistiche per aree politico-culturali deve essere definitivamente superata. È auspicabile che in questa direzione vengano proposte al più presto anche nuove forme di organizzazione editoriale-giornalistica. Il pluralismo, la completezza ed obiettività dell'informazione devono essere garantiti in riferimento a ciascuna delle varie platee di telespettatori.

Essendoci pubblici differenti tra le tre reti Rai e pubblici differenti nelle varie fasce orarie di ascolto servono nuove forme di misurazione qualitativa e quantitativa del pluralismo in Rai.

5) Il sistema dell'informazione in Italia attraversa una fase di forte mutazione resa complessa anche dal permanere di problemi irrisolti quali il conflitto di interessi. Anche per questo la Commissione sottolinea come, a fronte della scelta di parzialità di molti organi di informazione privata, televisivi e a stampa, sia compito precipuo del servizio pubblico rafforzare un presidio di informazione obiettiva, plurale, rispettosa delle posizioni dei vari protagonisti politici e sociali. Stigmatizza interventi ed interviste di direttori e giornalisti Rai tendenti a rivendicare una funzione di parte del servizio pubblico. Impegna a tal fine il Presidente e il Direttore generale a rendere evidente ciò che differenzia il servizio pubblico dal resto delle emittenti e delle testate giornalistiche. È questo un dovere di rapporto e di comunicazione verso i cittadini che pagano il canone.

Un impegno che può riuscire solo se accompagnato da un salto di qualità professionale e quindi da una nuova e più forte motivazione dei giornalisti e degli operatori del servizio pubblico.

La Commissione chiede alla Rai di riferire quanto prima delle misure adottate sulla base delle indicazioni qui contenute. Chiede altresì in riferimento agli obiettivi di qualificazione e rilancio della Rai presentati nelle relazioni del Presidente e del Direttore generale vengano presentati i progetti attuativi".