Commissione di vigilanza servizi radiotelevisivi

La Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi

- preso atto del progetto "Nuova Rai Tre" presentato dalla concessionaria pubblica in adempimento di quanto previsto dall'articolo 3, comma 9, della legge 31 luglio 1997, n. 249, in vista della trasformazione di una rete RAI in "una emittente che non può avvalersi di risorse pubblicitarie";

- valutate le conseguenze economiche ed editoriali derivanti dalla realizzazione del piano suddetto in rapporto alle possibili e diverse modalità attuative;

esprime sul progetto di "Nuova Rai Tre"

parere favorevole

con le seguenti osservazioni:

  1. Dal punto di vista economico il passaggio, perseguito dalla legge n. 249/97, ad una competizione per le entrate pubblicitarie sulla base di non più di due reti per ciascun esercente di reti televisive su frequenze terrestri in ambito nazionale, non deve avere carattere punitivo per le imprese, ma deve contribuire a creare le condizioni per una concorrenza libera e basata su pari opportunità.
  2. A questo fine è preliminare e necessaria la esatta coincidenza del termine previsto dall'articolo 3, comma 7 della legge n. 249/97, relativo all'abbandono delle frequenze terrestri da parte delle reti di cui al comma 6 del suddetto articolo, e del termine entro cui dovrà essere istituita l'emittente di cui al comma 9.

    Alla luce del mutato contesto tecnologico e della attuale mancanza di una disciplina organica circa le risorse del sistema radiotelevisivo, anche con riferimento al servizio radiotelevisivo pubblico, è opportuno invitare l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni a considerare tali radicali cambiamenti di scenario, ed a segnalare al Governo, in riferimento all'articolo 1, comma 6, lettera c, n. 1) della stessa legge n. 249 del 1997, i necessari possibili interventi normativi che adeguino tali norme a tale mutato contesto.

  3. Per quanto riguarda il profilo editoriale, i contenuti ed i linguaggi della missione della Nuova Rai Tre devono rispondere ai processi di sviluppo sociale, culturale e civile dello Stato e delle Regioni italiane, con particolare attenzione alle tematiche della convivenza etnica e religiosa con le minoranze d'immigrazione.

La Terza Rete del servizio radiotelevisivo pubblico deve, inoltre, essere aperta all'innovazione tecnologica della convergenza multimediale, indispensabile per rappresentare la ricchezza della società dell'informazione e i progetti territoriali in campo economico, civile e della qualità della vita per le giovani generazioni. Questa integrazione è indispensabile per non rendere marginale la Terza Rete rispetto alle nuove forme di competizione di mercato prevedibili per le altre reti del servizio pubblico.

Lo sviluppo della programmazione della Nuova Rai Tre, finanziata dal canone, deve, altresì, integrare e non sostituire il livello di servizio realizzato dalle emittenti locali. A questo riguardo le aree di diffusione, come ipotizzate dal piano di Nuova Rai Tre, potranno sviluppare la dimensione sovraregionale, ma insieme garantire una piena valorizzazione e un rapporto integrato e non limitativo della diffusione capillare da parte delle emittenti locali.