Commissione parlamentare per le questioni regionali

Parere espresso, nella  seduta dell'8 marzo 2000, sulla relazione annuale sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea (Doc. LXXXVII, n. 7)

"La Commissione parlamentare per le questioni regionali,

esaminata la relazione annuale sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea;

valutata positivamente l'azione che l'Italia ha compiuto e sta compiendo, attraverso la Presidenza Prodi, nel processo di integrazione europea;

sottolineata l'esigenza di intensificare maggiormente, in tale quadro, il ruolo delle autonomie regionali e locali, e di promuovere specifiche azioni per quanto riguarda le aree montane e l'insularità minore, nonché per i problemi concernenti le regioni marittime dell’Adriatico;

rilevata, altresì, l’esigenza che sia dato più forte impulso sia al processo di innovazione istituzionale nel senso di conferire al Parlamento europeo un ruolo più compiuto nelle istituzioni comunitarie, sia al processo di realizzazione di un più moderno e coeso modello sociale;

ESPRIME PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti osservazioni:

a) l'Italia deve contribuire a rafforzare l'applicazione del principio di sussidiarietà, promuovendo l'azione e la presenza, in ambito europeo, delle istituzioni regionali e locali;

b) l'Italia deve inoltre perseguire in ambito europeo, anche ai fini di coerenti interventi finanziari, il riconoscimento della specificità delle aree montane, nonché l'approfondimento dei temi dell'insularità minore, la cui rilevanza si fonda del resto sull'articolo 158 del Trattato sull'Unione";

c) l’Italia deve anche richiamare l’attenzione europea sull’esigenza del riconoscimento del carattere di regioni frontaliere alle regioni marittime adriatiche che costituiscono il collegamento marittimo con Stati comunitari, come la Grecia, e Stati non comunitari;

d) deve essere inoltre rafforzato l’impegno teso sia a promuovere lo sviluppo del processo di riforma istituzionale rendendo più marcato e compiuto il ruolo del Parlamento europeo, sia a realizzare, nel rispetto delle specificità regionali, un più moderno e coeso modello sociale europeo".

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