Art.
1.
Funzioni e finalità dell'Istituto nazionale della previdenza sociale INPS.
1. L'Istituto nazionale della previdenza sociale
(INPS), ente pubblico erogatore di servizi, è sottoposto alla vigilanza del Ministero del
lavoro e della previdenza sociale e del Ministero del tesoro.
2. L'INPS, nel quadro della politica economica generale,
adempie alle funzioni attribuitegli con criteri di economicità e di imprenditorialità,
adeguando autonomamente la propria organizzazione all'esigenza di efficiente e tempestiva
acquisizione dei contributi ed erogazione delle prestazioni. Alle medesime finalità deve
conformarsi l'azione di controllo e di vigilanza sull'attività dell'Istituto.
3. Tra gli scopi istituzionali dell'Istituto rientra anche
la gestione di forme di previdenza integrativa nell'ambito delle disposizioni generali
derivanti da leggi o regolamenti.
4. L'esercizio delle attività relative alla gestione di
forme di previdenza integrativa deve essere effettuato dall'INPS sulla base di un bilancio
annuale di previsione separato da quello afferente agli altri fondi amministrati. Alla
gestione finanziaria dei fondi integrativi non si applica l'art. 16 della legge 12 agosto
1974, n. 370.
Art. 2.
Organi dell'INPS.
1. Il primo comma dell'art. 1 del decreto del Presidente
della Repubblica 30 aprile 1970, n. 639, è sostituito dal seguente: "Sono organi
dell'Istituto:
1) il presidente;
2) il consiglio di amministrazione;
3) il comitato esecutivo;
4) i comitati amministratori delle gestioni, fondi e casse;
5) i comitati regionali;
6) i comitati provinciali;
7) il collegio dei sindaci;
8) il direttore generale".
Art. 3.
Presidente.
1. I numeri 2 e 3 del secondo comma dell'art. 2 del
decreto del Presidente della Repubblica 30 aprile 1970, n. 639, sono sostituiti dai
seguenti:
"2) convoca e presiede il consiglio di
amministrazione, il comitato esecutivo ed i comitati per i quali non sia diversamente
previsto dalla legge e può delegare ad un componente del consiglio di amministrazione la
presidenza dei comitati anzidetti;
3) predispone l'ordine del giorno degli argomenti da
sottoporre agli organi suddetti, ad eccezione dei comitati per i quali sia diversamente
previsto dalla legge, ne promuove l'eventuale istruttoria e vigila sull'esecuzione delle
deliberazioni di tutti gli organi collegiali dell'Istituto".
2. Il quinto comma dell'art. 2 del decreto del Presidente
della Repubblica 30 aprile 1970, n. 639, è sostituito dal seguente:
"Nell'ambito dei criteri generali stabiliti dal
consiglio di amministrazione, il presidente, ferme restando le disposizioni di cui al
decreto-legge 11 gennaio 1985, n. 2, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 8
marzo 1985, n. 72, e successive modificazioni ed integrazioni, può delegare la
rappresentanza legale dell'ente al direttore generale, ai dirigenti preposti alle unità
centrali e, nell'ambito delle circoscrizioni periferiche, ai dirigenti periferici. In caso
di assenza o impedimento dei titolari dei poteri di rappresentanza, l'esercizio dei poteri
medesimi è assunto dai funzionari designati a farne le veci, salvo diversa disposizione
di regolamento".
3. Il sesto comma dell'art. 2 del decreto del Presidente
della Repubblica 30 aprile 1970, n. 639, è abrogato.
Art. 4.
Composizione del consiglio di amministrazione.
1. L'art. 3 del decreto del Presidente della Repubblica 30
aprile 1970, n. 639, è sostituito dal seguente:
"Art. 3. - 1. Il consiglio di amministrazione è
composto, oltre che dal presidente dell'Istituto, che lo presiede, da venti rappresentanti
dei lavoratori dipendenti, di cui uno in rappresentanza dei dirigenti di azienda, da
quattro rappresentanti dei lavoratori autonomi, da nove rappresentanti dei datori di
lavoro, dal presidente dell'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni
sul lavoro (INAIL) e da quattro funzionari dell'Amministrazione dello Stato, in
rappresentanza rispettivamente del Ministero del lavoro e della previdenza sociale, del
Ministero del tesoro, del Ministero del bilancio e della programmazione economica e del
Ministero per la funzione pubblica.
2. I rappresentanti dei lavoratori dipendenti, dei
lavoratori autonomi e dei datori di lavoro sono designati dalle rispettive organizzazioni
sindacali più rappresentative a livello nazionale.
3. I membri del consiglio di amministrazione sopra
elencati sono nominati con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del
Ministro del lavoro e della previdenza sociale di concerto con il Ministro del
tesoro".
2. Il consiglio di amministrazione in carica alla data di
entrata in vigore della presente legge prosegue la sua attività sino alla scadenza del
mandato.
Art. 5.
Competenze del consiglio di amministrazione.
1. Spetta al consiglio di amministrazione:
a) proporre al Ministro del lavoro e della previdenza
sociale una terna di nomi per la nomina del presidente dell'Istituto;
b) nominare due vice presidenti, da scegliersi uno tra i
consiglieri rappresentanti dei lavoratori dipendenti ed uno tra i consiglieri
rappresentanti dei datori di lavoro;
c) nominare i membri non di diritto del comitato
esecutivo;
d) proporre al Ministro del lavoro e della previdenza
sociale la nomina ed il trattamento economico del direttore generale, anche in deroga alla
legge 20 marzo 1975, n. 70, e la nomina dei dirigenti generali; designare inoltre il
dirigente generale che svolge le funzioni vicarie;
e) deliberare i bilanci consuntivi e preventivi e le
eventuali variazioni a questi ultimi;
f) deliberare, sulla base di un programma pluriennale, gli
obiettivi e le direttive generali dell'attività dell'Istituto e vigilare sulla loro
attuazione;
g) deliberare i regolamenti di cui all'art. 10 del
decreto-legge 30 dicembre 1987, n. 536, convertito in legge, con modificazioni, dalla
legge 29 febbraio 1988, n. 48, e, con i criteri di cui all'art. 1, comma 2, gli altri
regolamenti dell'Istituto compresi il regolamento organico e di fine servizio del
personale e quello di amministrazione e contabilità, anche in deroga alle disposizioni
della legge 20 marzo 1975, n. 70;
h) deliberare l'eventuale costituzione di commissioni
consiliari, nominarne i membri e fissarne le norme di funzionamento;
i) deliberare la costituzione di fondi pensionistici
integrativi ed i criteri generali per l'impiego dei capitali secondo quanto previsto
all'art. 1;
l) deliberare sulla dotazione organica;
m) deliberare il riordino delle funzioni in materia di
contabilità anche in deroga al decreto del Presidente della Repubblica 18 dicembre 1979,
n. 696. 2. L'art. 4 del decreto del Presidente della Repubblica 30 aprile 1970, n. 639, è
abrogato.
Art. 6.
Composizione del comitato esecutivo.
1. Il primo comma dell'art. 6 del decreto del Presidente
della Repubblica 30 aprile 1970, n. 639, è sostituito dal seguente:
"Il comitato esecutivo è presieduto dal presidente
dell'Istituto ed è composto, oltre che dal presidente e dai due vice presidenti, dai
seguenti membri eletti dal consiglio di amministrazione nel proprio seno:
1) sei consiglieri scelti tra i rappresentanti dei
lavoratori dipendenti;
2) due consiglieri scelti tra i rappresentanti dei datori
di lavoro;
3) due consiglieri scelti per turni biennali tra i
rappresentanti dei lavoratori autonomi;
4) i rappresentanti del Ministero del lavoro e della
previdenza sociale e del Ministero del tesoro in seno al consiglio di
amministrazione".
Art. 7.
Competenze del comitato esecutivo.
1. Il comitato esecutivo esercita i poteri di
amministrazione ordinaria e straordinaria, assumendo i provvedimenti di carattere generale
attinenti all'organizzazione ed al personale dell'Istituto.
2. Non è consentita l'attribuzione di specifiche deleghe
ai singoli componenti del comitato esecutivo.
3. Il comitato esecutivo può delegare particolari
funzioni ed attribuzioni ad altri organi centrali e periferici, nonchè a dirigenti
dell'Istituto.
4. Il comitato esecutivo esercita inoltre tutte le
attribuzioni ad esso demandate da leggi e regolamenti e le funzioni che non siano comprese
nella sfera di competenza degli altri organi di amministrazione dell'Istituto.
Art. 8.
Procedure di controllo.
1. L'art. 53 del decreto del Presidente della Repubblica
30 aprile 1970, n. 639, è sostituito dal seguente:
"Art. 53. - 1. L'Istituto è sottoposto alla
vigilanza del Ministero del lavoro e della previdenza sociale e del Ministero del tesoro,
che esercitano le relative funzioni secondo le vigenti disposizioni e nel rispetto
dell'autonomia e delle finalità dell'Istituto.
2. I regolamenti e le delibere contenenti criteri
direttivi generali adottati dal consiglio di amministrazione, nonchè gli atti non
espressamente soggetti per legge ad approvazione ministeriale, sono immediatamente
esecutivi e vengono trasmessi, ai sensi del comma 1, al Ministro del lavoro e della
previdenza sociale e al Ministro del tesoro.
3. Le delibere con cui il consiglio di amministrazione
definisce o modifica la dotazione organica del personale o quella dei dirigenti sono
trasmesse per l'approvazione al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, il quale
entro sessanta giorni dalla data di ricezione delle delibere stesse le approva o le
restituisce, con motivati rilievi, per il riesame del consiglio di amministrazione. Il
Ministro del lavoro e della previdenza sociale provvede all'approvazione di concerto con
il Ministro per la funzione pubblica.
4. Per i rilievi riguardanti i vizi di legittimità devono
essere espressamente indicate le norme di legge che si ritengono violate.
5. Trascorso il termine di sessanta giorni, le delibere
non restituite diventano esecutive. In caso di motivata richiesta di chiarimenti, il
decorso del termine è sospeso fino alla data in cui sono forniti i chiarimenti richiesti.
6. Le delibere diventano comunque esecutive qualora,
nonostante i rilievi, siano motivatamente confermate con nuova deliberazione del consiglio
di amministrazione, semprechè i rilievi mossi non attengano a vizi di legittimità.
7. I controlli di cui al presente articolo sostituiscono
quelli previsti dall'art. 29 della legge 20 marzo 1975, n. 70, e successive modificazioni
ed integrazioni.
8. La Corte dei conti esercita il controllo continuativo
sulla gestione dell'Istituto con le modalità previste dall'art. 12 della legge 21 marzo
1958, n. 259, in quanto compatibili, e riferisce al Parlamento sulla efficienza economica
e finanziaria dell'attività svolta nell'esercizio esaminato".
Art. 9.
Controllo sui bilanci.
1. Il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di
concerto con il Ministro del tesoro, può formulare motivati rilievi sui bilanci
preventivi e su quelli consuntivi nonchè sulle note di variazione al bilancio di
previsione, rinviando i bilanci medesimi e le note di variazione a nuovo esame da parte
del consiglio di amministrazione per le motivate decisioni definitive.
2. I suddetti rilievi devono essere formulati, per i
bilanci, entro sessanta giorni e, per le note di variazione, entro trenta giorni dalla
data di ricezione. Trascorsi detti termini il bilancio di previsione e le note di
variazione diventano esecutivi.
Art. 10.
Collegio dei sindaci.
1. Il collegio dei sindaci vigila sulla legittimità e
regolarità contabile di tutte le gestioni amministrate dall'Istituto e, nell'ambito di
tale attribuzione, esercita il controllo sugli atti relativi alla gestione del patrimonio
e sul bilancio dell'ente e redige le relazioni sui bilanci di previsione, sui conti
consuntivi e sugli stati patrimoniali riferendone al consiglio di amministrazione.
2. Il collegio sindacale è composto da:
a) quattro rappresentanti del Ministero del lavoro e della
previdenza sociale, con qualifica non inferiore a dirigente generale, di cui uno con
funzioni di presidente;
b) tre rappresentanti del Ministero del tesoro, con
qualifica non inferiore a dirigente generale, di cui uno con funzioni di vice presidente.
3. Per ciascuno dei componenti del collegio è nominato un
membro supplente.
4. I componenti del collegio sindacale intervengono alle
sedute del consiglio di amministrazione, del comitato esecutivo e dei comitati previsti
per le varie gestioni.
5. Su designazione del presidente del collegio assistono
normalmente alle adunanze degli altri organi centrali almeno due sindaci, uno dei quali
può essere scelto anche tra quelli supplenti.
6. I sindaci non possono far parte di commissioni e
comitati comunque istituiti nell'ambito dell'Istituto, nè ricevere incarichi di studio o
di consulenza.
7. Il collegio dei sindaci è costituito con decreto del
Ministro del lavoro e della previdenza sociale di concerto con il Ministro del tesoro.
8. Il presidente del collegio è nominato con decreto del
Presidente del Consiglio dei ministri, sentiti il Ministro del lavoro e della previdenza
sociale e il Ministro del tesoro. Con lo stesso decreto è designato, tra i rappresentanti
del Ministero del tesoro, il vice presidente del collegio.
9. I componenti effettivi del collegio dei sindaci ed il
magistrato della Corte dei conti delegato al controllo dell'Istituto sono collocati fuori
ruolo ai sensi dell'art. 58 del testo unico delle disposizioni concernenti lo statuto
degli impiegati civili dello Stato, approvato con decreto del Presidente della Repubblica
10 gennaio 1957, n. 3, e successive modificazioni e integrazioni.
10. Sono abrogati gli articoli 29, 30, 31 e 32 del decreto
del Presidente della Repubblica 30 aprile 1970, n. 639, ed ogni altra disposizione in
contrasto o incompatibile con il presente articolo.
Art. 11.
Responsabilità degli amministratori.
1. Il diritto al risarcimento dei danni arrecati
all'Amministrazione da parte dei componenti degli organi dell'Istituto, nell'esercizio
delle loro funzioni, si estingue con il decorso del termine di prescrizione ordinaria
prevista dal codice civile, che inizia a decorrere dal giorno in cui si è verificato il
fatto causativo del danno.
Art. 12.
Direttore generale.
1. L'art. 8 del decreto del Presidente della Repubblica 30
aprile 1970, n. 639, è sostituito dal seguente:
"Art. 8. - 1. Il direttore generale dell'INPS:
sovraintende all'organizzazione, all'attività e al personale dell'Istituto, assicurandone
l'unità operativa e di indirizzo tecnico-amministrativo, nel rispetto dei criteri
generali e delle direttive stabilite dal consiglio di amministrazione; partecipa con voto
consultivo alle sedute del consiglio di amministrazione, del comitato esecutivo e dei
comitati amministratori delle gestioni, fondi o casse con facoltà di iniziativa e
proposta e dispone l'esecuzione delle deliberazioni dagli stessi adottate.
2. Il direttore generale formula proposte in materia di
ristrutturazione operativa dell'Istituto, consistenza degli organici e promozione dei
dirigenti ed esercita ogni altro potere attribuitogli dal presidente, dal consiglio di
amministrazione, dal comitato esecutivo o dai comitati di gestione, speciali o di
vigilanza.
3. Il direttore generale è scelto tra i dirigenti
generali dell'Istituto ovvero tra esperti delle discipline attinenti ai compiti
dell'Istituto stesso ed è nominato con decreto del Presidente della Repubblica promosso
dal Ministro del lavoro e della previdenza sociale, su proposta del consiglio di
amministrazione, per un periodo di cinque anni rinnovabile.
4. Il trattamento economico del direttore generale è
determinato con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto
con il Ministro del tesoro, su proposta del consiglio di amministrazione dell'Istituto.
5. In caso di assenza o di impedimento, il direttore
generale è sostituito dal dirigente generale che esplica le funzioni di vicario, che ne
assume tutte le funzioni comprese quelle delegate, salvo diversa determinazione
dell'organo delegante.
6. In caso di vacanza dell'ufficio di direttore generale,
il presidente convoca il consiglio di amministrazione entro il termine di trenta giorni
per la proposta di competenza. Fino alla nomina del nuovo direttore generale, le funzioni
sono assunte dal dirigente generale che esplica le funzioni di vicario".
2. Al direttore generale si applicano le norme
sull'incompatibilità, nonchè quelle sul limite massimo di età per la permanenza in
servizio stabilite per il personale dell'Istituto.
Art. 13.
Competenze dei dirigenti.
1. I dirigenti dell'Istituto esercitano le attribuzioni
loro conferite dalla legge, dai regolamenti e dagli organi, o che, comunque, non siano
dalla legge attribuite alla competenza degli organi dell'Istituto e del direttore
generale, ed assicurano, per quanto di competenza, il conseguimento degli obiettivi
fissati nei programmi approvati dal consiglio di amministrazione. Lo stato giuridico ed il
trattamento economico sono disciplinati dal decreto-legge 11 gennaio 1985, n. 2,
convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 8 marzo 1985, n. 72, e successive
modificazioni ed integrazioni.
2. I dirigenti garantiscono l'imparzialità e il buon
andamento dell'amministrazione attenendosi ai princìpi della legalità, della
tempestività e della economicità della gestione; rispondono agli organi di
amministrazione dei risultati dell'attività svolta dagli apparati cui sono preposti e
della gestione delle risorse ad essi demandate.
3. L'attribuzione della qualifica di dirigente superiore
è deliberata dal comitato esecutivo, su proposta del direttore generale, sulla base di
criteri stabiliti dal consiglio di amministrazione che tengano conto delle capacità
professionali, della cultura e delle attitudini individuali del dirigente; sono
scrutinabili i primi dirigenti con un'anzianità minima di tre anni nella qualifica.
4. Il comitato esecutivo delibera la concessione di una
indennità di funzione, in presenza dell'effettivo esercizio della funzione stessa,
determinandola sulla base dell'importanza della funzione e delle connesse responsabilità,
nonchè dei disagi derivanti dalla mobilità, e stabilisce i criteri generali per
l'utilizzo temporaneo di dirigenti in funzioni diverse da quelle della qualifica
rivestita.
5. I posti vacanti nella qualifica di dirigente sono
coperti per la metà con il sistema del concorso pubblico di cui alla legge 10 luglio
1984, n. 301, e per l'altra metà mediante concorso riservato o scrutinio per merito
comparativo tra i funzionari del nono livello funzionale. I criteri e le modalità del
concorso riservato o dello scrutinio sono stabiliti dal comitato esecutivo.
6. L'attività di formazione per l'accesso alla dirigenza
e quella di perfezionamento, specializzazione e aggiornamento professionale dei dirigenti
e del restante personale sono svolte da apposite strutture dell'Istituto anche in
collaborazione con analoghe strutture dello Stato e degli altri enti pubblici.
7. La preposizione dei dirigenti generali alle relative
funzioni, nell'ambito dell'amministrazione di appartenenza, è effettuata per gli enti di
cui alla legge 20 marzo 1975, n. 70, dai rispettivi consigli di amministrazione, che ne
danno notizia alla Presidenza del Consiglio dei ministri.
Art. 14.
Mobilità dei dirigenti.
1. L'indennità di trasferta prevista per i dirigenti
degli enti pubblici non economici, comandati in missione, viene liquidata in misura
ridotta qualora gli stessi chiedano il rimborso delle spese effettivamente sostenute per
il vitto e per l'alloggio.
2. Nel caso di trasferimento d'ufficio in altra città, al
personale di cui al comma 1 spetta il rimborso, per i primi due anni di permanenza nella
nuova destinazione, delle spese sostenute per la locazione di un alloggio adeguato alle
esigenze familiari.
Art. 15.
Funzionari direttivi.
1. A decorrere dalla data di entrata in vigore della
presente legge, al personale degli enti pubblici disciplinati dalla legge 20 marzo 1975,
n. 70, in possesso della qualifica di direttore o consigliere capo ed equiparate ovvero
delle qualifiche inferiori alla ex-categoria direttiva, alla data degli inquadramenti
operati in attuazione delle norme di cui al decreto del Presidente della Repubblica 26
maggio 1976, n. 411, è esteso ad personam, e sulla base delle anzianità di servizio a
ciascuno già riconosciute e non riassorbibili, rispettivamente il trattamento giuridico
ed economico degli ispettori generali e dei direttori di divisione di cui all'art. 61 del
decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1972, n. 748, e successive modifiche e
integrazioni.
2. In sede di contrattazione articolata sono individuate
posizioni funzionali di particolare rilievo da attribuire ai funzionari della categoria
direttiva della ottava e nona qualifica e vengono determinate le indennità per
l'effettivo espletamento delle funzioni medesime da attribuire al personale in questione
in aggiunta a quelle previste dagli accordi di categoria. Le funzioni indennizzabili e
l'ammontare delle predette indennità sono definite sulla scorta di criteri che tengano
conto del grado di autonomia e del livello di responsabilità e di preparazione
professionale richiesti per la preposizione a strutture organizzative, a compiti di
studio, di ricerca e progettazione, a funzioni di elevata specializzazione dell'area
informatica, ad attività ispettive di particolare complessità, nonchè a funzioni
vicarie. I dirigenti preposti alle strutture rispondono della corretta attribuzione delle
indennità di cui al presente comma.
Art. 16.
Difesa legale.
1. La difesa degli amministratori e dei dipendenti
dell'Istituto convenuti in giudizio civile o sottoposti ad azione penale per fatti
connessi all'esercizio delle loro attribuzioni può essere assunta anche dai legali del
ruolo professionale dell'amministrazione, ed a carico di questa, previa autorizzazione del
comitato esecutivo.
Art. 17.
Emanazione dei regolamenti.
1. I regolamenti previsti dal presente capo, ad eccezione
di quelli concernenti i procedimenti di delegificazione, sono adottati entro il limite
massimo di otto mesi dall'entrata in vigore della presente legge.
2. In attesa dell'emanazione dei regolamenti di cui al
comma 1, l'organizzazione e la gestione dell'ente restano disciplinate dal preesistente
ordinamento.
Art. 18.
Progetti speciali.
1. In relazione ad impegni derivanti dall'attuazione di
disposizioni legislative sull'erogazione delle prestazioni e sulla riscossione ed
accreditamento dei contributi ovvero per particolari esigenze organizzative connesse a
tali settori, l'Istituto elabora progetti a termine finalizzati a tali scopi da realizzare
anche attraverso la selezione ed assunzione di personale, su base regionale, mediante
contratti di formazione e lavoro e contratti a termine.
2. Con la contrattazione articolata di ente sono stabiliti
i criteri per la corresponsione, al personale e ai dirigenti che partecipano alla
elaborazione e realizzazione dei progetti di cui al comma 1, di compensi incentivanti la
produttività.
3. Al finanziamento di quanto previsto dai commi
precedenti si provvede mediante una quota non superiore allo 0,10 per cento delle entrate
indicate nel bilancio di previsione dell'Istituto.
Art. 19.
Conferimento di incarichi professionali.
1. Per le esigenze connesse alla progettazione e
realizzazione di sistemi informativi complessi, alla revisione e riordinamento delle
funzioni di contabilità ed agli investimenti delle risorse finanziarie dei fondi
integrativi di cui all'art. 1, l'Istituto può deliberare il conferimento di incarichi di
consulenza professionale ad esperti altamente specializzati. Il relativo compenso è
stabilito dal comitato esecutivo.
2. é fatto divieto di assumere con il contratto di cui al
comma 1 personale già alle dipendenze dello stesso Istituto.
3. Il numero massimo degli incarichi di cui al comma 1 non
può superare le venticinque unità.
Art. 20.
Gestione finanziaria e patrimoniale.
1. La gestione finanziaria e patrimoniale dell'Istituto,
ad eccezione di quanto previsto all'art. 1, comma 4, è unica per tutte le attività
istituzionali relative alle gestioni previdenziali e assistenziali ad esso affidate come
è unico il relativo bilancio.
Tali gestioni hanno propria autonomia
economico-patrimoniale nell'ambito della gestione complessiva dell'Istituto.
2. L'Istituto è autorizzato a costituire o partecipare a
società cui affidare la gestione del patrimonio immobiliare nel rispetto di criteri di
economicità ed efficienza. L'autorizzazione è concessa dal Ministro del lavoro e della
previdenza sociale, di concerto con il Ministro del tesoro su proposta del consiglio di
amministrazione dell'Istituto. Trascorso il termine di sessanta giorni dalla data in cui
la deliberazione del consiglio di amministrazione risulta pervenuta ai ministri
competenti, questa diventa esecutiva. La costituzione o la partecipazione alle società
non rientrano nell'ambito degli impieghi dei fondi disponibili ai sensi dell'art. 65 della
legge 30 aprile 1969, n. 153.
3. Per ogni esercizio finanziario l'Istituto è tenuto a
compilare il bilancio preventivo finanziario generale di competenza e di cassa, secondo
criteri generali di classificazione, ai fini del consolidamento delle operazioni
interessanti il settore pubblico che, anche in deroga all'art. 30 della legge 20 marzo
1975, n. 70, tengano conto delle esigenze funzionali dell'Istituto.
4. Deve altresì compilare il conto consuntivo generale e,
per ciascuna delle gestioni amministrate, il bilancio preventivo e il conto consuntivo. I
bilanci preventivi devono essere deliberati entro il 30 novembre dell'anno precedente
l'esercizio al quale si riferiscono. I bilanci consuntivi devono essere deliberati entro
il 31 luglio successivo alla chiusura dell'esercizio. Per le spese consentite dai fini
istituzionali dell'Istituto, che non abbiano carattere obbligatorio, deve essere
assicurata la necessaria copertura finanziaria nel bilancio preventivo e nelle note di
variazione.
5. Le modalità di formazione e deliberazione dei bilanci
e delle note di variazione sono disciplinate dagli articoli 49 e 51 del decreto del
Presidente della Repubblica 30 aprile 1970, n. 639.
6. I bilanci preventivi e consuntivi devono essere
trasmessi al Ministro del lavoro e della previdenza sociale e al Ministro del tesoro entro
dieci giorni dalla deliberazione del consiglio di amministrazione.
7. Fino a quando non sia scaduto il termine per la
formulazione dei rilievi da parte del Ministro del lavoro e della previdenza sociale e del
Ministro del tesoro, per gli stanziamenti che hanno formato oggetto di rilievo da parte di
detti Ministri, prima delle motivate decisioni definitive del consiglio di
amministrazione, per le sole spese non obbligatorie, l'Istituto adotta la gestione
provvisoria del bilancio deliberato dal consiglio di amministrazione, nei limiti di un
dodicesimo di ogni mese, per la spesa prevista da ciascun capitolo, ovvero, nei limiti
della maggiore spesa necessaria, ove si tratti di spese non frazionabili e non
differibili. Gli articoli 48, 50 e 52 del decreto del Presidente della Repubblica 30
aprile 1970, n. 639, sono abrogati.
8. Il costo dei servizi non rientranti nelle competenze
istituzionali dell'Istituto, ma ad esso affidati per disposizione di legge o di
regolamento, è a carico del bilancio dello Stato o dell'amministrazione committente.
Art. 21.
Fondi dei lavoratori dipendenti.
1. Nell'ambito del comparto riguardante la gestione dei
lavoratori dipendenti, oltre al fondo di cui all'art. 12 del decreto del Presidente della
Repubblica 30 aprile 1970, n. 639, è istituita la gestione di cui al successivo art. 24.
In tale ambito il consiglio di amministrazione può deliberare l'utilizzazione, senza
corresponsione di interessi, degli eventuali avanzi di gestione.
Art. 22.
Composizione del comitato amministratore del fondo pensioni lavoratori dipendenti.
1. Il comitato amministratore del fondo pensioni
lavoratori dipendenti di cui all'art. 12 del decreto del Presidente della Repubblica 30
aprile 1970, n. 639, è presieduto dal vice presidente dell'Istituto rappresentante dei
lavoratori dipendenti ed è composto, oltre che dal vice presidente medesimo, da cinque
rappresentanti dei lavoratori dipendenti e da tre rappresentanti dei datori di lavoro in
seno al consiglio di amministrazione, nominati dal consiglio medesimo, a scrutinio segreto
ed a maggioranza assoluta dei voti dei componenti, nonchè dai rappresentanti del
Ministero del lavoro e della previdenza sociale e del Ministero del tesoro in seno al
consiglio di amministrazione.
2. In caso di assenza o impedimento del presidente, le
funzioni vicarie sono assunte dal membro del comitato delegato dal presidente stesso.
Art. 23.
Competenze del comitato amministratore del fondo pensioni lavoratori dipendenti.
1. Il comitato amministratore del fondo pensioni
lavoratori dipendenti ha i seguenti compiti:
a) predisporre, in conformità ai criteri stabiliti dal
consiglio di amministrazione dell'Istituto, i bilanci annuali preventivo e consuntivo
della gestione, corredati da una propria relazione e deliberare sui bilanci tecnici
relativi alla gestione stessa;
b) deliberare le modalità di erogazione delle prestazioni
e di riscossione dei contributi;
c) fare proposte in materia di contributi e prestazioni al
consiglio di amministrazione, che le trasmette, con proprio motivato parere, al Ministro
del lavoro e della previdenza sociale;
d) vigilare sull'affluenza dei contributi, sull'erogazione
delle prestazioni nonchè sull'andamento della gestione, proponendo i provvedimenti
necessari per assicurarne l'equilibrio;
e) decidere, in unica istanza, i ricorsi in materia di
contributi dovuti alla gestione, compresi quelli che riguardano anche contributi dovuti
alla gestione di cui al successivo art. 24; si applicano le norme sui termini di cui
all'art. 47, commi 3 e 4;
f) assolvere ogni altro compito che sia ad esso demandato
da leggi o regolamenti o che gli sia affidato dal consiglio di amministrazione o dal
comitato esecutivo.
2. L'art. 13 del decreto del Presidente della Repubblica
30 aprile 1970, n. 639, è abrogato.
Art. 24.
Gestione prestazioni temporanee ai lavoratori dipendenti.
1. A decorrere dal 1° gennaio 1989, le gestioni per
l'assicurazione contro la disoccupazione involontaria, ivi compreso il Fondo di garanzia
per il trattamento di fine rapporto e per l'assicurazione contro la tubercolosi, la cassa
per l'integrazione guadagni degli operai dell'industria, la cassa per l'integrazione
guadagni dei lavoratori dell'edilizia, la cassa per l'integrazione salariale ai lavoratori
agricoli, la cassa unica per gli assegni familiari, la cassa per il trattamento di
richiamo alle armi degli impiegati ed operai privati, la gestione per i trattamenti
economici di malattia di cui all'art. 74 della legge 23 dicembre 1978, n. 833, il Fondo
per il rimpatrio dei lavoratori extra-comunitari istituito dall'art. 13 della legge 30
dicembre 1986, n. 943, ed ogni altra forma di previdenza a carattere temporaneo diversa
dalle pensioni, sono fuse in una unica gestione che assume la denominazione di
"Gestione prestazioni temporanee ai lavoratori dipendenti".
2. La predetta gestione, alla quale affluiscono i
contributi afferenti ai preesistenti fondi, casse e gestioni, ne assume le attività e le
passività ed eroga le relative prestazioni.
3. Dalla data di entrata in vigore della presente legge è
soppresso il Fondo per gli assuntori dei servizi delle ferrovie, tranvie, filovie e linee
di navigazione interna di cui agli accordi economici collettivi dell'8 luglio 1941 e
dell'11 dicembre 1942. La residua attività patrimoniale, come da bilancio consuntivo
della gestione del predetto fondo, è contabilizzata nella gestione dei trattamenti
familiari di cui al comma 1.
4. Il bilancio della gestione è unico ed evidenzia per
ciascuna forma di previdenza le prestazioni e il correlativo gettito contributivo.
Art. 25.
Composizione del comitato amministratore della gestione prestazioni temporanee ai
lavoratori dipendenti.
1. Alla gestione istituita ai sensi dell'art. 24
sovraintende un comitato amministratore presieduto dal vice presidente dell'Istituto
scelto tra i rappresentanti dei lavoratori dipendenti e composto oltre che dal vice
presidente medesimo, da cinque rappresentanti dei lavoratori dipendenti e da tre
rappresentanti dei datori di lavoro in seno al consiglio di amministrazione, nominati dal
consiglio medesimo, a scrutinio segreto ed a maggioranza assoluta dei voti, nonchè da un
rappresentante rispettivamente del Ministero del lavoro e della previdenza sociale e del
Ministero del tesoro, con qualifica non inferiore a primo dirigente.
2. In caso di assenza o impedimento del presidente le
funzioni vicarie sono assunte dal membro del comitato delegato dal presidente stesso.
Art. 26.
Competenze del comitato amministratore della gestione prestazioni temporanee ai lavoratori
dipendenti.
1. Il comitato amministratore di cui all'art. 25 ha i
seguenti compiti:
a) predisporre, in conformità ai criteri stabiliti dal
consiglio di amministrazione dell'Istituto, i bilanci annuali preventivo e consuntivo
della gestione, corredati da una propria relazione, e deliberare sui bilanci tecnici
relativi alla gestione stessa;
b) deliberare le modalità di erogazione delle prestazioni
e di riscossione dei contributi;
c) fare proposte in materia di contributi e prestazioni al
consiglio di amministrazione, che le trasmette, con proprio motivato parere, al Ministro
del lavoro e della previdenza sociale;
d) vigilare sull'affluenza dei contributi, sull'erogazione
delle prestazioni nonchè sull'andamento della gestione, proponendo, con le modalità di
cui alla lettera c), i provvedimenti necessari per assicurarne l'equilibrio;
e) decidere in unica istanza sui ricorsi in materia di
contributi dovuti alla gestione; si applicano le norme sui termini di cui all'art. 47,
commi 3 e 4;
f) assolvere ogni altro compito che sia ad esso demandato
da leggi o regolamenti o che gli sia affidato dal consiglio di amministrazione o dal
comitato esecutivo.
2. Tutte le competenze già attribuite ai preesistenti
comitati preposti alle gestioni di cui all'art. 24 sono trasferite al comitato
amministratore della gestione per le prestazioni temporanee ai lavoratori dipendenti.
3. I ricorsi avverso i provvedimenti delle commissioni
provinciali in materia di prestazioni di integrazione salariale sono attribuiti al
comitato amministratore della gestione di cui all'art. 24. Le autorizzazioni alle proroghe
di cui all'art. 6 della legge 20 maggio 1975, n. 164, per i periodi successivi alla data
di entrata in vigore della presente legge, sono concesse dalle commissioni di cui all'art.
8 della medesima legge.
Art. 27.
Contributo per l'assicurazione obbligatoria contro la tubercolosi.
1. A decorrere dall'anno successivo all'entrata in vigore
della presente legge, il contributo per l'assicurazione obbligatoria contro la tubercolosi
è destinato, per la quota dello 0,35 per cento o per il minor contributo dovuto, al
finanziamento delle prestazioni economiche della suddetta assicurazione e per la parte
residua al finanziamento delle prestazioni del Servizio sanitario nazionale. Con la stessa
decorrenza non si applicano all'INPS le disposizioni di cui all'art. 69, primo comma,
lettere b) e d), della legge 23 dicembre 1978, n. 833, all'art. 6 della legge 4 agosto
1955, n. 692, all'art. 2 della legge 29 maggio 1967, n. 369, e all'art. 7 della legge 8
agosto 1972, n. 457.
Art. 28.
Gestione dei contributi e delle prestazioni previdenziali dei coltivatori diretti,
mezzadri e coloni.
1. A decorrere dal 1° gennaio 1989 la gestione speciale
per i coltivatori diretti, coloni e mezzadri di cui all'art. 6 della legge 26 ottobre
1957, n. 1047, e successive modificazioni ed integrazioni, assume la denominazione di
"Gestione dei contributi e delle prestazioni previdenziali dei coltivatori diretti,
mezzadri e coloni".
2. La gestione, alla quale affluiscono i relativi
contributi, eroga le prestazioni previdenziali previste in favore della categoria. Alla
gestione sono trasferite le parti del contributo statale per gli assegni familiari agli
autonomi agricoli, di cui all'art. 9 della legge 14 luglio 1967, n. 585, e successive
modificazioni ed integrazioni, risultate in eccedenza sui fabbisogni annui.
Art. 29.
Composizione del comitato amministratore della gestione dei contributi e delle prestazioni
previdenziali dei coltivatori diretti, mezzadri e coloni.
1. Alla gestione istituita ai sensi dell'art. 28
sovraintende un comitato amministratore presieduto dal rappresentante dei coltivatori
diretti, mezzadri e coloni in seno al consiglio di amministrazione dell'Istituto e
composto, oltre che dal presidente, da cinque rappresentanti dei coltivatori diretti, da
due rappresentanti dei mezzadri e coloni e da un rappresentante dei concedenti i terreni
in colonia o mezzadria nominati con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza
sociale su designazione delle associazioni di categoria più rappresentative a livello
nazionale e da un rappresentante rispettivamente del Ministero del lavoro e della
previdenza sociale e del Ministero del tesoro con qualifica non inferiore a primo
dirigente.
2. In caso di assenza o impedimento del presidente le
funzioni vicarie sono assunte dal membro del comitato delegato dal presidente stesso.
Art. 30.
Competenze del comitato amministratore della gestione dei contributi e delle prestazioni
previdenziali dei coltivatori diretti, mezzadri e coloni.
1. Il comitato amministratore di cui all'art. 29 ha i
seguenti compiti:
a) predisporre, in conformità ai criteri stabiliti dal
consiglio di amministrazione dell'Istituto, i bilanci annuali preventivo e consuntivo
della gestione, corredati da una propria relazione, e deliberare sui bilanci tecnici
relativi alla gestione stessa;
b) deliberare le modalità di erogazione delle prestazioni
e di riscossione dei contributi;
c) fare proposte in materia di contributi e prestazioni al
consiglio di amministrazione, che le trasmette, con proprio motivato parere, al Ministro
del lavoro e della previdenza sociale e al Ministro del tesoro;
d) vigilare sull'affluenza dei contributi, sull'erogazione
delle prestazioni nonchè sull'andamento della gestione, proponendo, con le modalità di
cui alla lettera c), i provvedimenti necessari per assicurarne l'equilibrio;
e) decidere in unica istanza sui ricorsi in materia di
contributi dovuti alla gestione o concernenti, in genere, l'attuazione della legge 26
ottobre 1957, n. 1047, e successive modificazioni e integrazioni, non attribuiti ad altro
organo;
f) predisporre i bilanci annuali, preventivo e consuntivo,
della gestione per i trattamenti integrativi di previdenza;
g) assolvere ogni altro compito che sia ad esso demandato
da leggi o regolamenti o che gli sia affidato dal consiglio di amministrazione o dal
comitato esecutivo.
Art. 31.
Gestione dei contributi e delle prestazioni previdenziali degli artigiani.
1. A decorrere dal 1° gennaio 1989 la gestione speciale
per l'assicurazione obbligatoria per l'invalidità, la vecchiaia ed i superstiti degli
artigiani di cui all'art. 3 della legge 4 luglio 1959, n. 463, assume la denominazione di
"Gestione dei contributi e delle prestazioni previdenziali degli artigiani".
2. La gestione, alla quale affluiscono i relativi
contributi, eroga le prestazioni previdenziali previste in favore della categoria.
Art. 32.
Composizione del comitato amministratore della gestione dei contributi e delle prestazioni
previdenziali degli artigiani.
1. Alla gestione istituita ai sensi dell'art. 31
sovraintende un comitato amministratore presieduto dal rappresentante della categoria in
seno al consiglio di amministrazione dell'Istituto e composto, oltre che dal presidente,
da sei rappresentanti degli artigiani nominati con decreto del Ministro del lavoro e della
previdenza sociale su designazione delle associazioni di categoria più rappresentative a
livello nazionale e da un rappresentante rispettivamente del Ministero del lavoro e della
previdenza sociale e del Ministero del tesoro con qualifica non inferiore a primo
dirigente.
2. In caso di assenza o impedimento del presidente, le
funzioni vicarie sono assunte dal membro del comitato delegato dal presidente stesso.
Art. 33.
Competenze del comitato amministratore della gestione dei contributi e delle prestazioni
previdenziali degli artigiani.
1. Il comitato amministratore, di cui all'art. 32, ha i
seguenti compiti:
a) predisporre, in conformità ai criteri stabiliti dal
consiglio di amministrazione dell'Istituto, i bilanci annuali preventivo e consuntivo
della gestione, corredati da una propria relazione, e deliberare sui bilanci tecnici
relativi alla gestione stessa;
b) deliberare le modalità di erogazione delle prestazioni
e di riscossione dei contributi;
c) fare proposte in materia di contributi e prestazioni al
consiglio di amministrazione, che le trasmette, con proprio motivato parere, al Ministro
del lavoro e della previdenza sociale e al Ministro del tesoro;
d) vigilare sull'affluenza dei contributi, sull'erogazione
delle prestazioni nonchè sull'andamento della gestione, proponendo, con le modalità di
cui alla lettera c), i provvedimenti necessari per assicurarne l'equilibrio;
e) decidere in unica istanza sui ricorsi in materia di
contributi dovuti alla gestione o concernenti, in genere, l'attuazione della legge 4
luglio 1959, n. 463, e successive modificazioni e integrazioni, non attribuiti ad altro
organo;
f) predisporre i bilanci annuali, preventivo e consuntivo,
della gestione per i trattamenti integrativi di previdenza;
g) assolvere ogni altro compito che sia ad esso demandato
da leggi o regolamenti o che gli sia affidato dal consiglio di amministrazione o dal
comitato esecutivo.
Art. 34.
Gestione dei contributi e delle prestazioni previdenziali degli esercenti attività
commerciali.
1. A decorrere dal 1° gennaio 1989, la gestione speciale
per l'assicurazione obbligatoria per l'invalidità, la vecchiaia ed i superstiti degli
esercenti attività commerciali di cui all'art. 5 della legge 22 luglio 1966, n. 613,
assume la denominazione di "Gestione dei contributi e delle prestazioni previdenziali
degli esercenti attività commerciali".
2. La gestione, alla quale affluiscono i relativi
contributi, eroga le prestazioni previdenziali previste in favore della categoria.
Art. 35.
Composizione del comitato amministratore della gestione dei contributi e delle prestazioni
previdenziali degli esercenti attività commerciali.
1. Alla gestione istituita ai sensi dell'art. 34
sovraintende un comitato amministratore presieduto dal rappresentante della categoria in
seno al consiglio di amministrazione dell'Istituto e composto, oltre che dal presidente,
da sei rappresentanti degli esercenti attività commerciali, da un rappresentante dei
venditori ambulanti, da un rappresentante degli agenti e rappresentanti di commercio
nominati con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale su designazione
delle associazioni di categoria più rappresentative a livello nazionale e da un
rappresentante rispettivamente del Ministero del lavoro e della previdenza sociale e del
Ministero del tesoro con qualifica non inferiore a primo dirigente.
2. In caso di assenza o impedimento del presidente, le
funzioni vicarie sono assunte dal membro del comitato delegato dal presidente stesso.
Art. 36.
Competenze del comitato amministratore della gestione dei contributi e delle prestazioni
previdenziali degli esercenti attività commerciali.
1. Il comitato amministratore, di cui all'art. 35, ha i
seguenti compiti:
a) predisporre, in conformità ai criteri stabiliti dal
consiglio di amministrazione dell'Istituto, i bilanci annuali preventivo e consuntivo
della gestione, corredati da una propria relazione, e deliberare sui bilanci tecnici
relativi alla gestione stessa;
b) deliberare le modalità di erogazione delle prestazioni
e di riscossione dei contributi;
c) fare proposte in materia di contributi e prestazioni al
consiglio di amministrazione, che le trasmette, con proprio motivato parere, al Ministro
del lavoro e della previdenza sociale e al Ministro del tesoro;
d) vigilare sull'affluenza dei contributi, sull'erogazione
delle prestazioni nonchè sull'andamento della gestione, proponendo, con le modalità di
cui alla lettera c), i provvedimenti necessari per assicurarne l'equilibrio;
e) decidere in unica istanza sui ricorsi in materia di
contributi dovuti alla gestione o concernenti, in genere, l'attuazione della legge 22
luglio 1966, n. 613, e successive modificazioni e integrazioni, non attribuiti ad altro
organo;
f) predisporre i bilanci annuali, preventivo e consuntivo,
della gestione per i trattamenti integrativi di presidenza;
g) assolvere ogni altro compito che sia ad esso demandato
da leggi o regolamenti o che gli sia affidato dal consiglio di amministrazione o dal
comitato esecutivo.
Art. 37.
Gestione degli interventi assistenziali e di sostegno alle gestioni previdenziali.
1. E' istituita presso l'INPS la "Gestione degli
interventi assistenziali e di sostegno alle gestioni previdenziali".
2. Il finanziamento della gestione è assunto dallo Stato.
3. Sono a carico della gestione:
a) le pensioni sociali di cui all'art. 26 della legge 30
aprile 1969, n. 153, e successive modificazioni ed integrazioni, ivi comprese quelle
erogate ai sensi degli articoli 10 e 11 della legge 18 dicembre 1973, n. 854, e successive
modificazioni e integrazioni;
b) l'onere delle integrazioni di cui all'art. 1 della
legge 12 giugno 1984, n. 222;
c) una quota parte di ciascuna mensilità di pensione
erogata dal Fondo pensioni lavoratori dipendenti, dalle gestioni dei lavoratori autonomi,
dalla gestione speciale minatori e dall'Ente nazionale di previdenza e assistenza per i
lavoratori dello spettacolo (ENPALS), per un importo pari a quello previsto per l'anno
1988 dall'art. 21, comma 3, della legge 11 marzo 1988, n. 67. Tale somma è annualmente
adeguata, con la legge finanziaria, in base alle variazioni dell'indice nazionale annuo
dei prezzi al consumo per le famiglie degli operai ed impiegati calcolato dall'Istituto
centrale di statistica;
d) gli oneri derivanti dalle agevolazioni contributive
disposte per legge in favore di particolari categorie, settori o territori ivi compresi i
contratti di formazione-lavoro, di solidarietà e l'apprendistato e gli oneri relativi a
trattamenti di famiglia per i quali è previsto per legge il concorso dello Stato o a
trattamenti di integrazione salariale straordinaria e a trattamenti speciali di
disoccupazione di cui alle leggi 5 novembre 1968, n. 1115, 6 agosto 1975, n. 427, e
successive modificazioni ed integrazioni, o ad ogni altro trattamento similare posto per
legge a carico dello Stato;
e) gli oneri derivanti dai pensionamenti anticipati;
f) l'onere dei trattamenti pensionistici ai cittadini
rimpatriati dalla Libia di cui al decreto-legge 28 agosto 1970, n. 622, convertito in
legge, con modificazioni, dalla legge 19 ottobre 1970, n. 744, degli assegni vitalizi di
cui all'art. 11 della legge 20 marzo 1980, n. 75, delle maggiorazioni di cui agli articoli
1, 2 e 6 della legge 15 aprile 1985, n. 140, nonchè delle quote di pensione, afferenti ai
periodi lavorativi prestati presso le Forze armate alleate e presso l'UNRRA. Sono altresì
a carico della gestione tutti gli oneri relativi agli altri interventi a carico dello
Stato previsti da disposizioni di legge.
4. L'onere di cui al comma 3, lettera c), assorbe
l'importo di cui all'art. 1 della legge 21 luglio 1965, n. 903, i contributi di cui
all'art. 20 della legge 3 giugno 1975, n. 160, all'art. 27 della legge 21 dicembre 1978,
n. 843, e all'art. 11 della legge 15 aprile 1985, n. 140.
5. L'importo dei trasferimenti da parte dello Stato ai
fini della progressiva assunzione degli oneri di cui alle lettere d) ed e) del comma 3 è
stabilito annualmente con la legge finanziaria. Per l'anno 1988, alla copertura degli
oneri di cui al presente articolo si provvede mediante proporzionale utilizzazione degli
stanziamenti disposti dalla legge 11 marzo 1988, n. 67.
6. L'onere delle pensioni liquidate nella gestione per i
coltivatori diretti, mezzadri e coloni con decorrenza anteriore al 1° gennaio 1989 e
delle pensioni di reversibilità derivanti dalle medesime, nonchè delle relative spese di
amministrazione è assunto progressivamente a carico dello Stato in misura annualmente
stabilita con la legge finanziaria, tenendo anche conto degli eventuali apporti di
solidarietà delle altre gestioni.
7. Il bilancio della gestione è unico e, per ciascuna
forma di intervento, evidenzia l'apporto dello Stato, gli eventuali contributi di datori
di lavoro, le prestazioni o le erogazioni nonchè i costi di funzionamento.
8. Alla gestione sono attribuiti i contributi dei datori
di lavoro destinati al finanziamento dei trattamenti di integrazione salariale
straordinaria e dei trattamenti speciali di disoccupazione di cui alle leggi 5 novembre
1968, n. 1115, 6 agosto 1975, n. 427, e successive modificazioni ed integrazioni, nonchè
quelli destinati al finanziamento dei pensionamenti anticipati.
Art. 38.
Composizione del comitato amministratore della gestione degli interventi assistenziali e
di sostegno alle gestioni previdenziali.
1. Alla gestione istituita ai sensi dell'art. 37
sovraintende un comitato amministratore presieduto dal presidente dell'Istituto o da un
vice presidente dallo stesso delegato e composto, oltre che dal presidente, dai
rappresentanti ministeriali in seno al consiglio di amministrazione integrati da due altri
funzionari dello Stato in rappresentanza, rispettivamente, del Ministero del lavoro e
della previdenza sociale e del Ministero del tesoro, e dai presidenti dei comitati
amministratori di cui ai precedenti articoli 22, 25, 29, 32 e 35, o da membri dei predetti
comitati delegati dai rispettivi presidenti.
2. In caso di assenza o impedimento del presidente, le
funzioni vicarie sono assunte dal membro del comitato delegato dal presidente stesso.
Art. 39.
Competenze del comitato amministratore della gestione degli interventi assistenziali e di
sostegno alle gestioni previdenziali.
1. Il comitato amministratore di cui all'art. 38 ha i
seguenti compiti:
a) predisporre, in conformità ai criteri stabiliti dal
consiglio di amministrazione dell'Istituto, i bilanci annuali preventivo e consuntivo
della gestione, corredati da una propria relazione, e deliberare sui bilanci tecnici
relativi alla gestione stessa;
b) vigilare sull'affluenza dei contributi e
sull'erogazione delle prestazioni a carico della gestione, nonchè sull'andamento della
gestione stessa, proponendo i provvedimenti necessari per assicurarne l'equilibrio; le
proposte sono trasmesse al Ministro del lavoro e della previdenza sociale dal consiglio di
amministrazione con proprio parere motivato;
c) assolvere ogni altro compito che sia ad esso demandato
da leggi o regolamenti o che gli sia affidato dal consiglio di amministrazione o dal
comitato esecutivo.
Art. 40.
Fondo sociale.
1. A decorrere dal 1° gennaio 1989 è soppresso il fondo
sociale di cui all'art. 2 della legge 21 luglio 1965, n. 903.
2. Le attività e le passività del fondo sociale di cui
al comma 1 derivanti dalla gestione dal 1° gennaio 1976 al 31 dicembre dell'anno di
entrata in vigore della presente legge, sono assunte dalla gestione costituita ai sensi
del precedente art. 37.
Art. 41.
Equilibrio finanziario delle gestioni.
1. Per tutti i fondi deve essere assicurato l'equilibrio
finanziario delle gestioni, ivi considerando le spese d'amministrazione dell'Istituto e
gli oneri derivanti dalla presente legge. A tal fine, con decreto del Ministro del lavoro
e della previdenza sociale di concerto con il Ministro del tesoro, sentito il consiglio di
amministrazione, sono adottati i necessari provvedimenti, anche attraverso l'adeguamento
delle aliquote contributive.
Art. 42.
Comitati regionali dell'INPS.
1. Il primo comma dell'art. 33 del decreto del Presidente
della Repubblica 30 aprile 1970, n. 639, è sostituito dal seguente: "In ogni
capoluogo di regione è istituito un comitato regionale dell'Istituto composto da:
1) dodici rappresentanti dei lavoratori dipendenti, dei
quali uno in rappresentanza dei dirigenti di azienda;
2) tre rappresentanti dei datori di lavoro;
3) tre rappresentanti dei lavoratori autonomi, di cui uno
in rappresentanza dei coltivatori diretti, mezzadri e coloni, uno in rappresentanza degli
artigiani ed uno in rappresentanza degli esercenti attività commerciali;
4) un rappresentante dell'ente regione;
5) il dirigente dell'ufficio regionale del lavoro o
dell'ispettorato regionale del lavoro;
6) il dirigente della locale ragioneria regionale dello
Stato od un funzionario del medesimo ufficio dallo stesso designato;
7) il dirigente della sede regionale dell'Istituto;
8) i presidenti dei comitati provinciali della
regione".
2. Il terzo comma dell'art. 33 del decreto del Presidente
della Repubblica 30 aprile 1970, n. 639, è sostituito dal seguente:
"I membri di cui ai numeri 1), 2) e 3) del primo
comma sono nominati su designazione delle rispettive confederazioni sindacali più
rappresentative a carattere nazionale".
3. Il quinto comma dell'art. 33 del decreto del Presidente
della Repubblica 30 aprile 1970, n. 639, è abrogato
Art. 43.
Competenze dei comitati regionali.
1. Il comitato regionale ha i seguenti compiti:
a) coordinare l'attività dei comitati provinciali
costituiti nell'ambito della circoscrizione regionale;
b) mantenere il collegamento con l'ente regione ai fini
del coordinamento e della reciproca informazione in ordine all'attività e agli
orientamenti nei settori della previdenza e dell'assistenza sociale;
c) mantenere contatti periodici con le organizzazioni
sindacali dei lavoratori, dei datori di lavoro, con gli enti di patronato e con gli altri
organismi similari al fine di fornire informazioni sull'attività dell'Istituto
nell'ambito regionale e di raccogliere le indicazioni e le proposte dei predetti
organismi;
d) presentare periodicamente al consiglio di
amministrazione una relazione in ordine all'attività svolta ed agli obiettivi da
perseguire nell'ambito della circoscrizione regionale;
e) decidere, in via definitiva, i ricorsi relativi alla
sussistenza del rapporto di lavoro esclusi quelli relativi ai fondi speciali di
previdenza; si applicano le norme sui termini di cui all'art. 47, commi 3 e 4;
f) svolgere i compiti ad esso assegnati dal consiglio di
amministrazione dell'Istituto.
2. Il comitato regionale per la Valle d'Aosta svolge
altresì i compiti attribuiti al comitato provinciale.
3. Per le decisioni dei ricorsi il comitato regionale per
la Valle d'Aosta adotta le modalità di cui ai commi 2, 3 e 4 dell'art. 46.
Art. 44.
Composizione dei comitati provinciali.
1. Il primo comma dell'art. 34 del decreto del Presidente
della Repubblica 30 aprile 1970, n. 639, è sostituito dal seguente:
"Presso ogni sede provinciale dell'Istituto è
istituito un comitato composto da:
1) undici rappresentanti dei lavoratori dipendenti, dei
quali uno in rappresentanza dei dirigenti di azienda;
2) tre rappresentanti dei datori di lavoro;
3) tre rappresentanti dei lavoratori autonomi;
4) il direttore dell'ufficio provinciale del lavoro e
della massima occupazione o il direttore dell'ispettorato provinciale del lavoro. Il
titolare può farsi rappresentare in singole sedute da un funzionario dell'ufficio
all'uopo delegato, di qualifica non inferiore a primo dirigente;
5) il direttore della locale ragioneria provinciale dello
Stato il quale può farsi rappresentare in singole sedute da un funzionario dell'ufficio
all'uopo delegato, di qualifica non inferiore a primo dirigente;
6) il dirigente della sede provinciale
dell'Istituto".
Art. 45.
Organi collegiali periferici dell'INPS.
1. Dei comitati provinciali di cui all'art. 44 fa parte,
limitatamente al territorio della regione Trentino-Alto Adige, un rappresentante delle
amministrazioni di ciascuna delle province autonome.
2. Resta fermo quanto disposto dal decreto del Presidente
della Repubblica 6 gennaio 1978, n. 58, e per quanto concerne la regione Sicilia dalla
legge 11 agosto 1972, n. 466.
3. I comitati regionali e provinciali in carica alla data
di entrata in vigore della presente legge proseguono la loro attività fino all'emanazione
del decreto di nomina dei nuovi organi.
Art. 46.
Contenzioso in materia di prestazioni.
1. Il comitato provinciale decide in via definitiva i
ricorsi avverso i provvedimenti dell'Istituto concernenti:
a) le prestazioni dell'assicurazione obbligatoria per
l'invalidità, la vecchiaia ed i superstiti dei lavoratori dipendenti e le prestazioni del
Fondo di garanzia per il trattamento di fine rapporto;
b) le prestazioni delle gestioni dei lavoratori autonomi,
ivi comprese quelle relative ai trattamenti familiari di loro competenza;
c) le prestazioni della gestione speciale di previdenza a
favore dei dipendenti da imprese esercenti miniere, cave e torbiere con lavorazione,
ancorchè parziale, in sotterraneo;
d) le prestazioni dell'assicurazione obbligatoria contro
la disoccupazione involontaria;
e) la pensione sociale;
f) le prestazioni economiche di malattia, ivi comprese
quelle dell'assicurazione obbligatoria contro la tubercolosi, e per la maternità;
g) i trattamenti familiari;
h) l'assegno per congedo matrimoniale;
i) il trattamento di richiamo alle armi degli impiegati ed
operai privati.
2. I ricorsi concernenti le prestazioni indicate nel comma
1, ad eccezione di quelle di cui alle lettere b) ed e), sono decisi da una speciale
commissione del comitato provinciale composta dai membri di cui ai numeri 1, 2, 4, 5 e 6
del primo comma dell'art. 34 del decreto del Presidente della Repubblica 30 aprile 1970,
n. 639, come sostituito dall'art. 44 della presente legge.
3. I ricorsi concernenti le prestazioni di cui alla
lettera b) e, limitatamente alle prestazioni di maternità dei lavoratori autonomi, alla
lettera f) del comma 1, sono decisi da speciali commissioni del comitato provinciale
presiedute rispettivamente dal rappresentante dei coltivatori diretti, mezzadri e coloni,
dal rappresentante degli artigiani e dal rappresentante degli esercenti attività
commerciali in seno al comitato stesso e composte dai membri di cui ai numeri 4, 5 e 6 del
primo comma dell'art. 34 del decreto del Presidente della Repubblica 30 aprile 1970, n.
639, come sostituito dall'art. 44 della presente legge, e da quattro rappresentanti delle
categorie nominati con decreto del direttore dell'ufficio provinciale del lavoro.
4. I ricorsi concernenti la lettera e) del comma 1 sono
decisi dal comitato provinciale.
5. Il termine per ricorrere al comitato provinciale è di
novanta giorni dalla data di comunicazione del provvedimento impugnato.
6. Trascorsi inutilmente novanta giorni dalla data della
presentazione del ricorso, gli interessati hanno facoltà di adire l'autorità
giudiziaria.
7. I ricorsi avverso i provvedimenti concernenti le
prestazioni di cui ai precedenti commi, pendenti dinanzi ai comitati regionali e agli
organi centrali dell'Istituto alla data di entrata in vigore della presente legge, sono
decisi dai corrispondenti nuovi organi secondo le procedure e le competenze previgenti.
8. La proposizione dei gravami di cui al presente articolo
non sospende il provvedimento emanato dall'Istituto.
9. Il direttore della competente sede dell'Istituto può
sospendere l'esecuzione della decisione del comitato qualora si evidenzino profili di
illegittimità. In tal caso il provvedimento di sospensione deve essere adottato dal
direttore entro cinque giorni ed essere sottoposto al comitato amministratore competente
per materia, il quale, entro novanta giorni, decide o l'esecuzione della decisione o il
suo annullamento. Trascorso tale termine la decisione diviene comunque esecutiva.
10. Sono abrogati il n. 1 ed il n. 11 del primo comma
dell'art. 36 e gli articoli 44, 45 e 46 del decreto del Presidente della Repubblica 30
aprile 1970, n. 639.
Art. 47.
Contenzioso in materia di contributi alle gestioni dei lavoratori autonomi.
1. Il comitato amministratore per la gestione dei
contributi e delle prestazioni previdenziali degli artigiani e quello per la gestione dei
contributi e delle prestazioni previdenziali degli esercenti attività commerciali
decidono, in via definitiva, i ricorsi in materia di contributi dovuti alle rispettive
gestioni.
2. Il comitato amministratore per la gestione dei
contributi e delle prestazioni previdenziali dei coltivatori diretti, mezzadri e coloni
decide, in via definitiva, i ricorsi in materia di contributi dovuti alla gestione stessa,
che esulano dalla competenza delle commissioni provinciali di cui all'art. 12 della legge
9 gennaio 1963, n. 9.
3. Il termine per ricorrere ai comitati di cui ai commi 1
e 2 è di novanta giorni dalla data del provvedimento impugnato.
4. Trascorsi inutilmente novanta giorni dalla data di
presentazione del ricorso, gli interessati hanno facoltà di adire l'autorità
giudiziaria.
5. I ricorsi avverso i provvedimenti concernenti le
prestazioni e le contribuzioni pendenti dinanzi ai comitati provinciali e agli organi
centrali dell'Istituto alla data di entrata in vigore della presente legge sono decisi dai
corrispondenti nuovi organi secondo le procedure e le competenze previgenti.
6. La proposizione dei gravami di cui al presente articolo
non sospende il provvedimento emanato dall'Istituto.
Art. 48.
Sospensione della esecuzione delle decisioni adottate dai comitati.
1. L'esecuzione delle decisioni adottate dai comitati di
cui al primo comma, numeri 3 e 4, dell'art. 1 del decreto del Presidente della Repubblica
30 aprile 1970, n. 639, come sostituito dall'art. 2 della presente legge, sui ricorsi di
loro competenza può essere sospesa da parte del direttore generale dell'Istituto, ove si
evidenzino profili di illegittimità. Il provvedimento di sospensione deve essere adottato
nel termine di cinque giorni ed essere sottoposto, con l'indicazione della norma che si
ritiene violata, al consiglio di amministrazione, il quale entro novanta giorni decide o
l'esecuzione della decisione o il suo annullamento. Trascorso tale termine la decisione
diviene esecutiva.
Art. 49.
Classificazione dei datori di lavoro ai fini previdenziali ed assistenziali.
1. La classificazione dei datori di lavoro disposta
dall'Istituto ha effetto a tutti i fini previdenziali ed assistenziali ed è stabilita
sulla base dei seguenti criteri:
a) settore industria, per le attività: manifatturiere,
estrattive, impiantistiche; di produzione e distribuzione dell'energia, gas ed acqua;
dell'edilizia; dei trasporti e comunicazioni; della pesca; dello spettacolo; nonchè per
le relative attività ausiliarie;
b) settore artigianato, per le attività di cui alla legge
8 agosto 1985, n. 443;
c) settore agricoltura, per le attività di cui all'art.
2135 del codice civile ed all'art. 1 della legge 20 novembre 1986, n. 778;
d) settore terziario, per le attività: commerciali, ivi
comprese quelle turistiche; di produzione, intermediazione e prestazione dei servizi anche
finanziari; per le attività professionali ed artistiche; nonchè per le relative
attività ausiliarie;
e) credito, assicurazione e tributi, per le attività:
bancarie e di credito; assicurative; esattoriale, relativamente ai servizi tributari
appaltati.
2. I datori di lavoro che svolgono attività non
rientranti fra quelle di cui al comma 1 sono inquadrati nel settore "attività
varie"; qualora non abbiano finalità di lucro sono esonerati, a domanda, dalla
contribuzione alla Cassa unica assegni familiari, a condizione che assicurino ai propri
dipendenti trattamenti di famiglia non inferiori a quelli previsti dalla legge.
3. Con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza
sociale sarà stabilito a quale dei settori indicati nel precedente comma si debbano
aggregare, agli effetti previdenziali ed assistenziali, i datori di lavoro che svolgono
attività plurime rientranti in settori diversi. Restano comunque validi gli inquadramenti
già in atto nei settori dell'industria, del commercio e dell'agricoltura o derivanti da
leggi speciali o conseguenti a decreti emanati ai sensi dell'art. 34 del decreto del
Presidente della Repubblica 30 maggio 1955, n. 797.
Art. 50.
Contenzioso in materia di classificazione dei datori di lavoro.
1. Avverso i provvedimenti con i quali l'Istituto
determina la classificazione dei datori di lavoro ai fini dell'applicazione delle norme in
materia di previdenza e assistenza sociale è dato ricorso al comitato esecutivo entro
novanta giorni dalla data di comunicazione del provvedimento impugnato. Il ricorso deve
essere presentato alla sede provinciale dell'Istituto che ha adottato il provvedimento.
2. Il ricorso deve essere deciso entro novanta giorni
dalla data della presentazione. In caso di mancata decisione entro tale termine il
ricorrente può adire l'autorità giudiziaria.
3. La proposizione del ricorso non sospende l'applicazione
del provvedimento impugnato.
Art. 51.
Norme generali sui ricorsi.
1. I ricorsi pendenti presso gli organi centrali
dell'Istituto, alla data di entrata in vigore della presente legge, sono decisi dai
corrispondenti nuovi organi secondo la normativa preesistente; quelli in seconda istanza
pendenti, nelle materie di competenza dell'Istituto, davanti al Ministero del lavoro e
della previdenza sociale, sono decisi dallo stesso Ministero.
2. Per quanto non espressamente previsto dalla presente
legge restano confermate le disposizioni in vigore in materia di termini per la
presentazione dei ricorsi amministrativi.
3. I ricorsi in materia di contributi dovuti alla Gestione
speciale di previdenza a favore dei dipendenti da imprese esercenti miniere, cave e
torbiere sono decisi dal Comitato speciale di cui all'art. 11 della legge 3 gennaio 1960,
n. 5.
Art. 52.
Prestazioni indebite.
1. Le pensioni a carico dell'assicurazione generale
obbligatoria per l'invalidità, la vecchiaia ed i superstiti dei lavoratori dipendenti,
dalle gestioni obbligatorie sostitutive o, comunque, integrative della medesima, della
gestione speciale minatori, delle gestioni speciali per i commercianti, gli artigiani, i
coltivatori diretti, mezzadri e coloni nonchè la pensione sociale, di cui all'art. 26
della legge 30 aprile 1969, n. 153, possono essere in ogni momento rettificate dagli enti
o fondi erogatori, in caso di errore di qualsiasi natura commesso in sede di attribuzione,
erogazione o riliquidazione della prestazione.
2. Nel caso in cui, in conseguenza del provvedimento
modificato, siano state riscosse rate di pensione risultanti non dovute, non si fa luogo a
recupero delle somme corrisposte, salvo che l'indebita percezione sia dovuta a dolo
dell'interessato. Il mancato recupero delle somme predette può essere addebitato al
funzionario responsabile soltanto in caso di dolo o colpa grave.
Art. 53.
Prestazioni già di pertinenza dell'ENAOLI.
1. A decorrere dal 1° gennaio dell'anno successivo a
quello di entrata in vigore della presente legge è abrogato l'art. 1-sexies del
decreto-legge 18 agosto 1978, n. 481, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge
21 ottobre 1978, n. 641, per la parte che fissa la competenza dell'INPS in materia di
prestazioni già di pertinenza dell'ENAOLI.
2. L'erogazione delle prestazioni di cui al comma 1 è
trasferita ai comuni.
3. Il patrimonio e le entrate della gestione speciale di
cui al settimo comma del citato art. 1-sexies sono trasferiti al Ministero del tesoro per
la ripartizione tra le Regioni.
Art. 54.
Accesso dei cittadini ai dati personali, previdenziali e pensionistici.
1. é fatto obbligo agli enti previdenziali di comunicare,
a richiesta esclusiva dell'interessato o di chi ne sia da questi legalmente delegato o ne
abbia diritto ai sensi di legge, i dati richiesti relativi alla propria situazione
previdenziale e pensionistica. La comunicazione da parte degli enti ha valore
certificativo della situazione in essa descritta.
Art. 55.
Ristrutturazione dell'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul
lavoro - INAIL.
1. L'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli
infortuni sul lavoro (INAIL), ente pubblico erogatore di servizi, è sottoposto alla
vigilanza del Ministero del lavoro e della previdenza sociale.
2. L'INAIL, nel quadro della politica economica generale,
adempie alle funzioni attribuitegli con criteri di economicità e di imprenditorialità,
adeguando autonomamente la propria organizzazione all'esigenza di efficiente e tempestiva
acquisizione dei contributi ed erogazione delle prestazioni, realizzando una gestione del
patrimonio mobiliare e immobiliare che assicuri un idoneo rendimento finanziario. Alla
medesima finalità deve conformarsi l'azione di controllo e di vigilanza sull'attività
dell'Istituto.
3. All'art. 1 del regio decreto 6 luglio 1933, n. 1033,
modificato dal decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 13 maggio 1947, n.
438, è aggiunto il seguente punto: "6) il Direttore generale".
4. Ferma restando la composizione degli organi
dell'Istituto prevista dalle normative attuali, le disposizioni di cui agli articoli 5, 8,
9, 10, 11, 12, 13, 16, 17, 18 e 20 della presente legge sono estese all'INAIL per quanto
compatibili con le sue competenze istituzionali.
5. Le prestazioni a qualunque titolo erogate dall'INAIL
possono essere in qualunque momento rettificate dallo stesso Istituto in caso di errore di
qualsiasi natura commesso in sede di attribuzione, erogazione o riliquidazione delle
prestazioni. Nel caso in cui siano state riscosse prestazioni risultanti non dovute, non
si dà luogo a recupero delle somme corrisposte, salvo che l'indebita percezione sia
dovuta a dolo dell'interessato. Il mancato recupero delle somme predette può essere
addebitato al funzionario responsabile soltanto in caso di dolo o colpa grave. Anche nel
caso in cui sia stato richiesto un minor premio ed acconto di assicurazione rispetto a
quello dovuto, il mancato incasso delle somme a tale titolo può essere addebitato al
funzionario responsabile soltanto in caso di dolo o colpa grave.
Art. 56.
Istituzione di una Commissione parlamentare di controllo.
1. Il controllo parlamentare sull'attività degli enti
gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale è esercitato da una
Commissione parlamentare composta da nove senatori e nove deputati nominati in
rappresentanza e proporzionalmente ai vari gruppi parlamentari dai Presidenti delle due
Camere.
2. La Commissione vigila:
a) sull'efficienza del servizio in relazione alle esigenze
degli utenti, sull'equilibrio delle gestioni e sull'utilizzo dei fondi disponibili;
b) sulla programmazione dell'attività degli enti e sui
risultati di gestione in relazione alle esigenze dell'utenza;
c) sull'operatività delle leggi in materia previdenziale
e sulla coerenza del sistema con le linee di sviluppo dell'economia nazionale.
3. Con relazione annuale, i presidenti degli enti di cui
al comma 1 espongono la situazione dei rispettivi enti anche al fine di correlare
l'attività gestionale degli enti medesimi con le linee di tendenza degli interventi
legislativi.
4. La Commissione assume le funzioni svolte dalla
Commissione parlamentare nominata ai sensi della legge 6 giugno 1973, n. 327, relativa
alla vigilanza sugli istituti di previdenza.
5. La Commissione è costituita entro tre mesi
dall'entrata in vigore della presente legge.