Commissione parlamentare per l'infanzia

Relazione sulla missione svolta a Comiso presso il Centro Accoglienza Profughi del Kosovo il 1° giugno 1999

 

 

La delegazione della Commissione parlamentare per l'infanzia che si è recata in visita a Comiso, era formata da componenti del Gruppo di lavoro Immigrazione e scomparsa minori, guidata dal coordinatore del Gruppo senatore Giuseppe Maggiore, dall'onorevole Piera Capitelli e dai senatori Marco Occhipinti, Patrizio Petrucci e Enrico Pianetta, nonché dall'onorevole Giovanni Caruano deputato del luogo facente parte della Commissione ma non del Gruppo di lavoro. La delegazione è stata ricevuta all'arrivo al Centro di accoglienza dal sindaco di Comiso, Giuseppe Di Giacomo, dal Vescovo di Ragusa, Mons. Angelo Rizzo, dal Coordinatore del Centro di Comiso, Geom. Cosimo Golizia della Protezione Civile e dal senatore Riccardo Minardo, parlamentare del luogo. Si rileva che non erano presenti all’incontro rappresentanti della Prefettura.

All'arrivo presso il Centro viene consumata una breve colazione presso la mensa del Centro, gestita dall'Associazione "Malgrado Tutto", dove i Commissari hanno potuto notare l'efficienza e la pulizia delle cucine, la freschezza dei cibi e il lavoro del volontariato impegnato in questa pesante attività. L'associazione "Malgrado Tutto" è specializzata in gestione mense. Dall'apertura del Centro, 8 maggio, sono stati serviti 270 mila pasti con turnazione dei volontari addetti. E’ da notare che tutte le Associazioni di Volontariato impegnate nei vari aspetti organizzativi del Centro svolgono in maniera encomiabile il loro lavoro.

Durante la colazione il Geom. Golizia ha relazionato brevemente sulle attività e sulle problematiche del Centro.

 

1. Aspetti generali

Nel Centro vengono attualmente ospitate circa 6 mila persone, di cui la metà circa sono minori di età. Si registrano le seguenti suddivisioni per fasce di età:

0-3: 480

4-6: 404

7-12: 729

13-16: 479

oltre 17: 3153

E' da notare che tale percentuale di minori presenti nel Centro rispecchia perfettamente la percentuale di minori sul numero totale dei profughi del Kosovo, in base alle stime delle addette Organizzazioni internazionali (UNCHR, UNICEF etc). Il numero di 6 mila al momento rimarrà fisso, rimpiazzando con nuovi arrivi gli eventuali esodi. Tutti i profughi presenti nel Centro provengono dai campi macedoni. Si tratta esclusivamente di nuclei familiari, non vi sono minori non accompagnati.

Il Centro di Comiso è, come si sa, diviso in due aree. La parte cosiddetta italiana, che è al momento quella pienamente funzionante, e la parte americana, dotata di molte strutture come piscina etc. Il contenzioso per poter far accedere le persone nella parte americana sembra al momento risolto con l'accordo stilato dal Sottosegretario all'Interno incarico per il coordinamento della protezione civile Prof. Franco Barberi. Sono in atto verifiche tecnico-logistiche da parte dei responsabili del Centro per verificare l'agibilità della parte americana.

Quando la parte americana sarà disponibile, il progetto è quello di dare una villetta dotata di cucina attrezzata per ogni nucleo familiare ove ognuno possa essere autonomo nella preparazione dei cibi. I gruppi più piccoli saranno invece sistemati in alberghi riadattati.

Tutti i profughi presenti nel Centro sono registrati dal Centro operativo della Questura e sono già presenti nei tabulati dell'Aeronautica che provvedono all'imbarco dalla Macedonia.

Negli ultimi voli si sono registrati casi di imbarco sugli aerei di persone non corrispondenti a quelle segnalate sui tabulati.

Il Centro sta passando da una fase di gestione emergenziale ad una riflessione sulla gestione a regime e sulla progettualità da mettere in campo. I problemi arriveranno ora, al momento della emissione dei primi permessi di soggiorno. Problemi legati alla ricerca di lavoro sul territorio e quindi possibile competizione con la popolazione locale. Problemi legati alla sicurezza e controllo di chi uscirà e rientrerà nel Centro. Controllo di automobili e problemi legati al trasporto delle persone.

Ogni sera la Protezione civile fa un briefing per comunicare le cose fatte durante il giorno e quelle da fare il giorno dopo.

Dopo la colazione e l'esposizione del Geom. Golizia, la delegazione si reca in visita ai locali del Centro.

 

2. Visita al Punto Medico Avanzato

Nel Centro insistono due centri medici avanzati: uno nella parte italiana, uno nella parte americana. I due centri hanno un coordinatore unico nella persona del medico dott. Giuseppe Morelli.

La delegazione viene accompagnata nella visita al punto medico della parte italiana dal dott. Giuseppe Morelli, nonché dal Geom. Cosimo Golizia.

Il punto medico si divide in due zone:

I^ Zona - Servizi di emergenza, gestiti dalle Associazioni di volontariato: Croce Rossa Italiana, la Misericordia e ANPAS;

II^ Zona - Pronto soccorso pediatrico, gestito da personale delle ASL di Ragusa. Tutte le specialità mediche sono affidate in servizio a personale distaccato ASL.

Tutte le strutture mediche funzionano come moduli funzionali indipendenti, che possono venire potenziati o depauperati a secondo delle esigenze. Attualmente metà delle visite che si svolgono nel punto medico sono visite pediatriche. Al 28 maggio sono state effettuate 3331 prestazioni di cui 1500 di pronto soccorso.

La struttura pediatrica verrà rinforzata. Attualmente vi è una piccola astanteria per osservazione breve.

Gli stessi medici che prestano assistenza ai bambini presso il Centro sono quelli che li seguiranno nella struttura ospedaliera ove si delineasse l'eventualità del ricovero.

Sono stati messi a punto, con la collaborazione del Prof. Giammanco, protocolli di risposta per paventati episodi epidemiologici che si potessero presentare. Seguiranno screening sierologici a campione.

2.1. Procedure di Triage.

Già nel pullman d'arrivo, tramite personale medico e infermieristico, viene effettuata l'operazione di Triage che consiste:

  1. in un primo screening dei pazienti in base alle priorità d'intervento, consegnando a ciascuno una cartella di colore diverso;
  2. passo necessario è lo screening porta a porta, valutando le priorità d'intervento medico per nucleo familiare;
  3. ultimo passo è la creazione di un’anagrafe sanitaria di tutta la popolazione con immissione dei dati in una Banca dati, il cui dischetto è a disposizione delle istituzioni che ne faranno richiesta.

Il punto medico avanzato, oltre al reparto pediatrico, consta di un reparto odontoiatrico (creato con le donazioni di apparecchiature da parte dell'Associazione Medici Dentisti Italiani), di un reparto ostetrico-ginecologico completo di ecografo, di un reparto dermatologico molto impegnato sulla profilassi.

Per quello che riguarda le malattie infettive, sono stati rilevati soli 3 casi di TBC molto individuati e circoscritti, attualmente in cura presso le strutture ospedaliere.

Medici di provenienza kosovara prestano la loro opera nelle strutture sotto la responsabilità e la guida del funzionario responsabile medico, dott. Giuseppe Morelli.

Sono in corso campagne di vaccinazione. I bimbi kosovari fanno i medesimi vaccini dei bimbi italiani della stessa fascia di età. E' già attivato un servizio di medicina scolastica.

Sono anche attivati servizi di valutazione psicologica e psichiatrica, con particolare attenzione a possibili traumi subiti dalla popolazione minore.

 

3. Visita alle strutture scolastiche e ricreative

La delegazione viene accompagnata dalla dott.ssa De Paolis, funzionario della Protezione civile e responsabile dell’assistenza alla popolazione.

Sono istituite classi dalla I alla VIII per le fasce di età dai 7 ai 14 anni. L'apertura immediata delle strutture scolastiche ha avuto subito l'adesione entusiasta dei bimbi kosovari; attualmente circa 300 bambini frequentano le classi. Una struttura più adeguata e più ampia in grado di accogliere un numero maggiore di bambini verrà aperta tra breve nella parte americana, ci sono già 150 richieste d'iscrizione. I 20 professori e il Direttore didattico sono kosovari. Esiste anche una lista d’attesa per quanto riguarda i professori. C’è un segretario che controlla tutto e gestisce il materiale in loro possesso. Hanno tanti quaderni ma quasi nessun libro. Quello di cui hanno bisogno sono libri di testo scolastici che si possono reperire a Tirana. Purtroppo anche attraverso l’Ambasciata non si è riusciti ad ottenere nulla. La scuola è gestita in modo autonomo e sono autosufficienti. Le lezioni si svolgono tutti i giorni dalle 9,30 alle 12,30; il tutto è coordinato dall'AGESCI. La stessa AGESCI gestisce la distribuzione dei giocattoli che viene fatta con le famiglie, introducendo queste al gioco con i bambini.

Sono in essere attività sportive doposcolastiche come scuola di calcio, di basket e di palla a volo.

Particolare attenzione viene data all'integrazione con gli altri bambini del territorio. Vi sono visite scolastiche di bambini siciliani presso il Centro e l’organizzazione di spettacoli.

 

4. Punti critici evidenziati durante la visita

  1. Questioni di sicurezza legate alla mobilità della popolazione del Centro, una volta ottenuti i permessi di soggiorno.
  2. Questioni legate alla ricerca di lavoro di quei profughi che intendono rimanere nel Centro, dopo il permesso di soggiorno, e possibili reazioni sociali.
  3. Questioni legate alla gestione a regime del Centro, una volta finita la fase di emergenza.
  4. Problema della carenza delle figure di interpreti. Attualmente questa parte è curata dal CIES, organizzazione leader in questo campo e che cura anche i corsi di lingua italiana.
  5. Carenza di alcuni generi particolari molto richiesti:
  1. libri didattici e di lettura in albanese
  2. palloni da gioco
  3. culle e carrozzine per neonati

 

5. Progetti già avanzati

  1. Creazione di una scuola materna e asili nido con un progetto integrato CARITAS, AGESCI sotto il coordinamento della Protezione civile. Scuola di taglio e cucito (CARITAS).
  2. Costruzione di una pista aerea di servizio per voli bisettimanali. Il progetto per la realizzazione dell'opera è stato già consegnato al Ministro dell'interno Rosa Russo Jervolino.

 

6. Conclusioni

La visita presso il Centro di accoglienza di Comiso per i profughi del Kosovo viene giudicata dai Commissari positivamente. Un buon giudizio viene dato per quello che concerne la gestione e l'organizzazione posta in essere nel momento dell'emergenza. La Commissione invita il Governo ad una riflessione attenta per quello che concerne la inizianda fase post-emergenziale, con particolare riguardo alle problematiche legate alla ricerca di posti di lavoro dei profughi che rimarranno residenti. Altra riflessione che la Commissione pone al Governo è legata alla sicurezza del Centro, una volta che, con i permessi di soggiorno, la mobilità della popolazione residente nel Centro diverrà una realtà. Particolare attenzione dovrà essere posta ai nuovi possibili arrivi, con un controllo rigoroso sulla identità dei profughi, evitando che si possano inserire persone di altre etnie. Tale rigoroso controllo dovrà essere posto in essere, con la verifica della rispondenza dei nomi dei tabulati dell'Aeronautica, sia al momento dell'imbarco che al momento dell'arrivo al Centro.

Per quello che riguarda in particolare i minori si auspica che si mantengano e si aumentino gli attuali standard di gestione, implementando altresì i servizi di aiuto psicologico, inserendo i corsi di lingua italiana nella regolare attività scolastica e creando momenti di educazione alla pace.

Essendo mutata, rispetto al momento della visita la situazione dei profughi, a seguito della fine degli eventi bellici e dell'inizio delle operazioni di rientro in Kosovo, sulla base dell'accordo di pace tra la Nato e la Jugoslavia firmato il 9 giugno 1999, la Commissione chiede di essere informata, sulle linee strategiche che si intendono perseguire nel tempo per l'utilizzazione del Centro di Comiso rispetto alla condizione dei profughi dal Kosovo.

 

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