CONOSCERE LE MAFIE

COSTRUIRE LA LEGALITA’

Dossier di documentazione

 

"La lotta alla mafia… non deve essere soltanto

una distaccata opera di repressione, ma un movimento

culturale e morale, anche religioso, che coinvolga tutti,

che tutti abitui a sentire la bellezza del fresco profumo di libertà

che si oppone al puzzo del compromesso morale,

della indifferenza, della contiguità e, quindi, della complicità"

 

Paolo Emanuele Borsellino

 

 

Presentazione

 

La nascita dello Sportello per la scuola e il volontariato, avvenuta in seno alla Commissione parlamentare antimafia nel settembre del 1997, ha rappresentato la concreta risposta ad una domanda di impegno per la legalità proveniente dalla società civile, in particolare dal mondo della scuola e dell’associazionismo. Subito dopo le stragi palermitane del 1992, si è avvertita nella società italiana la crescita di una maggiore coscienza che le mafie costituiscono una seria minaccia all’ordine democratico di tutta la nazione e non solo di alcuni dei suoi territori. Le mafie esistono e sono un fenomeno complesso. Esse, infatti, svolgono una funzione economica, politica e sociale, alle quali abbiamo il dovere di contrapporre con determinazione un’azione integrata sul piano della repressione giudiziaria, del risanamento e della difesa dell’economia e, infine, del sociale. Così come è fondamentale catturare i latitanti, fare i processi e sottoporli al carcere duro, ai mafiosi è altrettanto importante confiscare le ingenti ricchezze, mobili e immobili, di cui dispongono, frutto della vendita di stupefacenti a migliaia di giovani, del traffico di armi, del contrabbando di sigarette, delle estorsioni e dell’usura e, come emerso da qualche anno, dal traffico di esseri umani. Ricchezze frutto di violenza, sopraffazione, morte che, grazie alla legge n. 109 approvata dal Parlamento italiano nel 1996, possiamo ora destinare per fini sociali, trasformando questi beni in scuole, centri sociali, caserme di polizia, comunità di recupero per tanti giovani ed anziani in difficoltà.

La mafia non è solo un insieme di organizzazioni criminali: è anche cultura. Una cultura che fonda e regola le relazioni personali sull’esercizio sistematico della violenza e dell’intimidazione, sull’omertà, sulla segretezza, sulla trasformazione dei diritti in favori, dei cittadini in sudditi. La cultura del privilegio e il disprezzo per la vita sono finalizzati alla rapida realizzazione di ingenti profitti. Infatti, la forza di un mafioso è direttamente proporzionale alla quantità di ricchezza di cui dispone. Lottare contro Cosa Nostra, la Camorra, la ‘Ndrangheta, la Sacra Corona Unita, la Stidda e le nuove mafie (albanese, russa, turca, nigeriana, ecc.), ci deve vedere impegnati anche nella promozione e nella diffusione di una cultura della legalità e della solidarietà, che veda tra i suoi principali destinatari i giovani del nostro Paese.

La scuola italiana ed il mondo del volontariato hanno dato prova di grande fermento democratico nel corso di questi anni. Alla data di pubblicazione del presente dossier di documentazione, infatti, sono più di trecento tra scuole, associazioni, singoli insegnanti e studenti universitari, i soggetti che si sono rivolti allo Sportello per la scuola e il volontariato per poter usufruire dei suoi esperti e dei suoi servizi, in particolare di quello di consulenza per l’elaborazione di progetti didattici sull’educazione alla legalità.

L’istituzione dello Sportello per la scuola e il volontariato e la produzione e la diffusione di un dossier di documentazione come il presente, sono azioni attraverso le quali la Commissione parlamentare antimafia intende dare un concreto contributo all’azione di prevenzione nella lotta alle mafie e alla illegalità, nella ferma convinzione che, senza di essa e, in particolare, senza il decisivo contributo delle giovani generazioni, la sola opera di repressione, per quanto necessaria, rimarrà insufficiente se intendiamo realmente sconfiggere i sodalizi criminali mafiosi che opprimono quotidianamente i diritti di ciascuno di noi.

 

Giuseppe Lumia
Presidente della Commissione parlamentare antimafia

 

Introduzione

Da più parti e da qualche tempo è maturata la coscienza che le mafie non possono essere considerate soltanto un problema di ordine pubblico e di carattere criminale; le mafie costituiscono un problema nazionale e internazionale che riguarda tutta la società. La penetrazione delle organizzazioni mafiose in taluni gangli vitali dell’economia, i loro rapporti con settori inquinati della politica e della pubblica amministrazione, costituiscono non solo un ostacolo allo sviluppo economico, ma anche un attentato alla libertà e alla dignità di ogni individuo, con una sospensione di fatto delle regole democratiche. Le mafie rappresentano un pericolo perché minano le basi della democrazia, del mercato e della convivenza civile.

Non è pensabile poter sconfiggere definitivamente una criminalità organizzata sempre più internazionalizzata e finanziaria, operando esclusivamente sul versante repressivo, delegando la lotta esclusivamente alle forze dell’ordine e alla magistratura. E’ necessario che la lotta contro le mafie sia portata avanti simultaneamente su più fronti e su più livelli, in particolare sul terreno dell’azione di promozione sociale, di educazione e crescita culturale. Si deve stimolare nelle giovani generazioni una forte coscienza critica e civile, una reazione di rigetto del fenomeno mafioso, che invece di apparire come potenziale modello di comportamento, deve essere visto nella sua radice di barbarie e di inciviltà e, come tale, respinto. Infatti, solo una coscienza civile di massa può costituire una barriera contro il dilagare di questa violenza. Le mafie saranno sconfitte se resteranno isolate di fronte alla coscienza dei cittadini, se la società civile saprà opporre ad esse il proprio rifiuto generalizzato e rigoroso se, alla "sub-cultura" mafiosa basata sulla violenza, la sopraffazione e l’omertà, si saprà contrapporre un’azione vasta e articolata di promozione e diffusione di una cultura della legalità e della solidarietà, che spinge un popolo a sentirsi unito su certi valori, al di là delle legittime diverse opinioni e concezioni politiche, culturali e religiose.

La Commissione parlamentare antimafia della XIII legislatura ha deciso di istituire uno "Sportello per le scuole e il volontariato" che, oltre a cercare di attivare un dialogo, rispettoso delle reciproche funzioni, tra la scuola, la società civile e le istituzioni, si propone di offrire un contributo alla promozione e alla diffusione dell’educazione alla legalità democratica e della solidarietà, fornendo una serie di servizi e attivando la collaborazione con gli operatori e le agenzie educative esistenti, per l’elaborazione di progetti di intervento mirati.

Lo "Sportello", che si avvale della collaborazione di consulenti, dà informazioni e rende disponibile il materiale parlamentare concernente il fenomeno della criminalità organizzata, partecipa, con membri della Commissione e per il tramite dei consulenti stessi, a dibattiti promossi nelle scuole e nelle associazioni e fornisce un contributo all'elaborazione di progetti di educazione alla legalità e alla solidarietà.

Al fine di contribuire ad una chiara conoscenza delle organizzazioni di tipo mafioso e delle strutture dello Stato deputate al loro contrasto, è stato predisposto questo dossier, che si propone di offrire alle scuole e alle associazioni di volontariato interessate, una informazione chiara e sintetica e più completa e fruibile possibile, sugli argomenti per i quali maggiormente è stato richiesto materiale allo "Sportello". La lettura di questo dossier, che attinge da atti istituzionali (Commissione parlamentare antimafia, DIA, DNA, Servizio Centrale di Protezione, Ministero dell’Interno, ecc.) e contiene saggi redatti da alcuni consulenti della Commissione parlamentare antimafia, si propone inoltre, di contribuire a far comprendere che le mafie sono organizzazioni ben definite, composte di uomini, armi e denaro, che agiscono sulla base di precise strategie e non sono quelle "piovre" invisibili e imbattibili, come purtroppo a volte vengono fatte apparire da alcuni organi di informazione o fictions televisive. Le organizzazioni mafiose possono (e devono) essere sconfitte! Ma ciò può avvenire soltanto attraverso una adeguata e combinata azione preventiva e repressiva, capace di garantire la dovuta sicurezza ai cittadini, di costruire condizioni sociali, economiche e culturali che assicurino ad ognuno la certezza dei propri diritti di cittadino, permettano di creare lavoro, occupazione, assicurino un corretto funzionamento delle istituzioni pubbliche.

La lotta alle mafie e ai loro "disvalori" deve cominciare sui banchi di scuola, non solo perché attraverso di essa, nelle fasce dell’obbligo passano tutte le generazioni, ma soprattutto perché, tra tutte le agenzie educative, la scuola è quella che per sua natura è chiamata a formare donne e uomini liberi, rispettosi delle leggi democratiche, consci dei propri diritti e dei propri doveri e può parlare in modo persuasivo e prolungato nel tempo all’intelligenza e al cuore delle giovani generazioni. La scuola, dove il giovane incontra per la prima volta lo Stato e che, in contesti sociali particolarmente segnati da disagio sociale, rappresenta, oltre alle chiese e alle associazioni di volontariato, l'unico spazio di incontro e di aggregazione presente sul territorio, deve essere luogo di pratica, e non solo di enunciazione, della democrazia, della legalità, della solidarietà, della cultura antimafiosa.

Il volontariato rappresenta un’altra risorsa estremamente importante per la promozione e la diffusione di una cultura della legalità e della solidarietà. Molti giovani, infatti, dedicano gratuitamente parte del loro tempo per aiutare gli altri, per riscattare e migliorare il territorio nel quale vivono. Il mondo del volontariato, inoltre, negli anni successivi alle stragi di Capaci e di Via d’Amelio è cresciuto, si è organizzato, ha fatto della lotta alle mafie uno dei suoi obiettivi principali, e non solo in alcune aree del paese.

Sconfiggere le mafie è possibile, ma occorre l’impegno di tutti, ciascuno per la parte che gli compete. E’ necessario dunque operare perché, come fu detto in una importante relazione sulla Camorra di qualche anno fa, all’antimafia dei delitti, che consiste nella repressione penale, sia affiancata l’antimafia dei diritti, fondata sulla trasparenza, su comportamenti coerenti, sul buon funzionamento della pubblica amministrazione. Occorre, inoltre, che famiglie, scuola, associazioni di volontariato, enti locali ed istituzioni operino in rete nell’ambito di un progetto complessivo, che sappia utilizzare adeguatamente le risorse regionali, nazionali ed europee esistenti, che sia in grado di leggere e rispondere con adeguati strumenti ai cambiamenti del territorio, che mobiliti tutti alla partecipazione per la costruzione di una società più civile e democratica, nella quale si sia fermamente convinti che vivere nella legalità e nella solidarietà è possibile e conveniente.

On. Rosario Olivo
Coordinatore attività "Sportello per la scuola e il volontariato"

 

Introduzione

Triste la scuola del paese di Pinocchio: "Lì non vi sono scuole, lì non vi sono maestri, lì non vi sono libri. In quel paese benedetto non si studia mai". Triste e pericoloso il paese in cui non c'è la scuola, non c'è libertà, se non c'è libertà c'è sopraffazione e violenza. Lì nascono le Mafie.

E' stato proprio un desiderio di libertà, di crescita civile di ragazze e ragazzi liberi (quindi consapevoli) che ha portato la Commissione parlamentare antimafia nel 1997 ad istituire lo "Sportello", strumento di informazione e conoscenza, ma anche filo intelligente che corre tra i rappresentanti del popolo impegnati nello studio e nell'intervento sui fenomeni mafiosi e il perno vitale di una società, la scuola. la scuola dei giovani, ma anche e soprattutto la scuola dove il "vecchio saggio", figura centrale di una società, trasmette il suo sapere. E' tutto il villaggio lo segue con fiducia.

In questa società - per ora nel regno di utopia - non esistono le Mafie. In questa società, poiché la scuola è libera, tutti sono liberi.

La Commissione parlamentare antimafia ha scelto l'incontro con la scuola e con tutti i soggetti che in essa agiscono proprio perché la migliore prevenzione nei confronti dei fenomeni mafiosi riguarda la cultura, la mentalità, il rapporto del giovane con se stesso, prima ancora che con gli altri. E perché fondamentale è la ricerca maieutica dell'insegnante.

Prima di arrivare a diventare criminale il ragazzo inizia con troppa facilità a essere bullo, sopraffattore, capetto di bande spesso innocue nelle intenzioni, stupratore potenziale quando non consente ad altri la libera scelta. Lì, in questa non-cultura, in questa mentalità, in questo gioco della parte, può nascere il criminale mafioso. Ma anche nell'aria che respira, in famiglia, nel paese, nel quartiere, il giovane può costruirsi una mentalità criminale. Quella del "che male c'è". Che male c'è a chiedere un favore (invece di rivendicare un diritto), che male c'è a farsi raccomandare prima di affrontare un esame o un concorso, che male c'è a sbrigare qualche commissione per un uomo d'onore?

Delicatissimo è il compito della scuola. Sconsigliabile rifugiarsi nella cultura dello Stato etico (con la pretesa di plasmare le menti dei cittadini/sudditi), difficile indicare la strada delle regole, che devono essere poche e rigorosamente osservate. E' una questione di metodo, mai di ideologia. E' una questione che porta alla legalità, senza avere la pretesa di "educare" alla legalità. La via più difficile, ma la più sicura per creare una società di donne e uomini liberi, quindi non criminali, nemici di tutte le Mafie.

E' importante inoltre conoscere bene e saper distinguere i diversi ruoli che competono alle istituzioni nelle realtà in cui cresce la malapianta mafiosa della criminalità organizzata. Il ruolo di "lotta alla mafia" compete allo Stato con i suoi governi e le forze di polizia: a loro il compito di repressione dei reati. Agli uffici del Pubblico Ministero (che in Italia è rappresentato da magistrati, in altri paesi da avvocati o direttamente della polizia, oppure da soggetti eletti dai cittadini) compete la direzione delle indagini. Al giudice il compito di emettere le sentenze dopo un giusto processo che deve essere garantito a chiunque, anche a Caino, il più cattivo di tutti. Al Parlamento la responsabilità di creare attraverso le leggi gli strumenti adatti. Lo Sportello della Commissione parlamentare antimafia è uno strumento utile. A conoscere e a capire. A conoscere vecchie e nuove Mafie, italiane e non, a capire quanto più vischiosa e pericolosa di quanto non si conosca attraverso i vari Padrini e Piovre sia la ragnatela delle organizzazioni criminali.

Più di trecento tra scuole e associazioni (ma anche singoli studenti e insegnanti) si sono rivolte allo Sportello. Un segnale di buona salute.

Una primavera che accogliamo con soddisfazione e con l'impegno di entrare insieme nell'estate piena, l'estate in cui la legalità sarà penetrata così in profondità nelle coscienze di tutti da non rendere più necessario neppure il concetto di "Antimafia".

On. Tiziana Maiolo
Coordinatrice attività Sportello per la scuola e il volontariato